All’aumentare del numero di cittadini che nel mondo tentano di migliorare le proprie condizioni di vita cresce la competizione per le risorse disponibili sempre più limitate. Catalizzatore del fenomeno che aumenta l’impatto sull’ambiente, è il modello economico dominante di tipo lineare, basato su tre step “produzione-consumo-smaltimento”, in cui ogni bene è programmato per essere portato a fine vita nel più breve tempo possibile e divenire scarto, con ritmi e volumi che si sono rivelati non più sostenibili.
Il paradigma dell’economia circolare, al contrario, non richiede consumi crescenti di risorse naturali, materie prime ed energia, ma prendendo spunto dagli ecosistemi naturali prevede un sistema economico e sociale pensato per auto-rigenerarsi e pianificato per riutilizzare i materiali in cicli successivi di produzione, riducendo al massimo gli sprechi e riuscendo a coniugare obiettivi economici, rispetto dell’ambiente e obiettivi di sviluppo sostenibile.
La filosofia alla base è far sì che i prodotti di consumo e le materie prime mantengano il loro valore nel ciclo economico il più a lungo possibile con una pianificazione volta all’efficienza su tutti i livelli. A partire dalla progettazione in chiave sostenibile e circolare del prodotto costituito in parti modulari, scomponibili e biodegradabili, con l’utilizzo di risorse rinnovabili a monte, fino ad arrivare a una gestione corretta dei rifiuti a valle, che permetta la sostituzione delle materie prime vergini con materie prime seconde, nell’ottica della creazione di una filiera sostenibile.