Qualità dell’aria

Qualità dell’aria

Cos’è

La qualità dell’aria descrive l’inquinamento atmosferico, ovvero la presenza in aria di una o più sostanze in concentrazioni tali da poter produrre degli effetti avversi sulla salute umana e in generale sugli organismi viventi. I danni dell’inquinamento atmosferico possono estendersi anche a edifici e manufatti. Le sostanze inquinanti sono prodotte dalle attività umane oppure hanno un’origine naturale.

Tra gli inquinanti principali, oltre a vari gas (monossido di carbonio, biossido di zolfo, ossidi di azoto) e composti organici volatili (benzene) di particolare rilevanza è il materiale particolato (PM) ovvero l’insieme delle particelle solide o liquide sospese in aria, caratterizzate da diversa dimensione e composizione.

L’inquinamento atmosferico varia notevolmente sia nello spazio che nel tempo, influenzato dalla diversa distribuzione del carico di emissioni inquinanti, e dalle caratteristiche meteorologiche, geografiche e climatiche del territorio.

La qualità dell’aria è uno dei più rilevanti temi ambientali all’attenzione delle istituzioni. L’Organizzazione mondiale della sanità ha individuato l’inquinamento atmosferico come il principale fattore di rischio ambientale tra quelli che contribuiscono alle malattie non trasmissibili, come ictus, cardiopatia ischemica, malattia polmonare cronica ostruttiva e cancro ai polmoni.

Il tema della qualità dell’aria ambiente è regolamentato da una specifica legge, il decreto legislativo 155/2010, che individua l’elenco delle sostanze da monitorare e le modalità con le quali devono essere misurate.

Cosa facciamo

Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente svolge, per il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e per Regioni e Province autonome, le attività tecniche necessarie alla valutazione della qualità dell’aria, con finalità informative e di supporto alle politiche ambientali, ad esempio per l’elaborazione dei piani di risanamento della qualità dell’aria.

Il monitoraggio è svolto secondo quanto prescrive la normativa vigente. La determinazione delle concentrazioni dei vari inquinanti viene effettuata prevalentemente con strumenti automatici nelle stazioni di monitoraggio distribuite sul territorio e in parte raccogliendo campioni che sono analizzati successivamente in laboratorio.

Il Snpa rilascia le statistiche ufficiali sui livelli degli inquinanti nell’aria su base nazionale e regionale e informa i cittadini sui valori delle concentrazioni rilevati e sulle tendenze in atto del fenomeno.

Alcuni numeri

Sono 600 circa le stazioni del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente che misurano le concentrazioni di PM10 (materiale particolato fino a 10 micron di diametro). In più di 300 stazioni vengono misurate le concentrazioni di PM2,5, in 650 il biossido di azoto, in più di 350 l’ozono.

Ogni anno in Italia il Snpa produce un totale di oltre 25 milioni di dati (concentrazioni orarie, concentrazioni giornaliere) sull’inquinamento atmosferico nel nostro Paese. Ai fini della valutazione vengono utilizzati anche dati in tempo reale e sistemi di modellistica atmosferica in grado di prevedere i livelli di inquinamento atmosferico e di descrivere come l’inquinamento si distribuisca sull’intero territorio, anche nelle zone non raggiunte dalla rete di monitoraggio.

Decine di mezzi mobili attrezzati per il monitoraggio sono utilizzati nell’ambito di campagne di monitoraggio di approfondimento o nel caso di necessità legate a fenomeni o eventi contingenti.

Alcuni risultati

Nel 2024, nell’82% delle stazioni di monitoraggio Snpa è rispettato il valore limite giornaliero per il PM10 (50 µg/m3, da non superare per più di 35 giorni all’anno). Nella quasi totalità delle stazioni è rispettato il limite annuo (concentrazione media di 40 µg/m3). Permangono superamenti diffusi del valore limite giornaliero per il PM10 nella Pianura padana, in quella campana e in altre aree.

Per la prima volta, nel 2024 è rispettato in tutto il territorio nazionale il valore limite annuale per il PM2,5 (concentrazione media di 25 µg/m3). In larga parte del Paese, tuttavia, i livelli attuali di particolato sono superiori ai limiti annuali previsti a partire dal 1 gennaio 2030 dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria (20 µg/m3 concentrazione media per il PM10, 10 µg/m3 concentrazione media per il PM2,5).

Si conferma la tendenza all’attenuazione delle concentrazioni di biossido di azoto: -17% è la riduzione media dei livelli di NO2 nel 2024 rispetto al decennio precedente (2014-2023). Restano superamenti del limite annuale per il biossido di azoto in alcune grandi città: Roma, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Catania, oltre che nell’agglomerato di Milano.

I valori di ozono nel decennio 2014-2023 non mostrano un trend e sono legati all’andamento stagionale. Nell’arco del decennio, tuttavia, si sono ridotti i superamenti delle soglie di allarme (240 µg/m3 come media oraria).

Nel 2024 l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute dall’ozono (120 µg/m3 per la massima media mobile di otto ore) è stato rispettato solo nel 16% delle stazioni di monitoraggio.

µg/m3: microgrammi per metro cubo

Risorse

Previsioni qualità dell’aria

EcoAtl@nte – inquinamento atmosferico

In breve. La qualità dell’aria in Italia nel 2024

In breve. La qualità dell’aria in Italia nel 2023

Rapporto Snpa “La qualità dell’aria in Italia – edizione 2023”

In breve. La qualità dell’aria in Italia nel 2022

Rapporto Snpa “La qualità dell’aria in Italia – edizione 2020”

Ozono: un primo bilancio a fine estate 2020

Misure di risanamento della qualità dell’aria

Aerobiologia

EU Copernicus CAMS – European air quality forecast plots

Nei territori