Microplastiche, l’inquinamento proviene anche dai tessuti tessili

Il report dell’Agenzia europea per l’ambiente “Microplastic pollution from textile consumption in Europe” evidenzia sia la grande importanza che le plastiche hanno nella vita di tutti i giorni grazie alla loro diversità e versatilità sia l’impatto che questo materiale ha sull’ambiente a causa della sua persistenza e della possibilità di ridursi in dimensioni tali da rientrare nella definizione di microplastiche (0.001-5 mm) o nanoplastiche (<0.001 mm). 

Nel 2019 sono state quasi 370 milioni le tonnellate di plastica prodotte, oltre a circa 70 milioni di tonnellate di fibre sintetiche, di cui 58 provenienti dall’Europa. Dato che molte delle plastiche hanno origine da fonti fossili e rimangono nell’ambiente per molti anni, il loro impatto sull’ambiente e il clima sta richiamando sempre più l’attenzione.

Il rifiuto in plastica raggiunge i fiumi e le acque costiere andando così ad aumentare il quantitativo di rifiuti nei mari (marine litter) e nelle spiagge. È stato stimato che tra le 6 e 15 milioni di tonnellate di plastica, circa il 2-4% della produzione globale, si riversa ogni anno nell’ambiente. Anche il lavaggio dei tessuti è considerato una causa importante di rilascio delle microfibre (di origine sia sintetica che naturale). Le microfibre vengono rilasciate dagli abiti durante l’intero ciclo di vita, dalla produzione all’uso, fino al trattamento dei rifiuti. Inoltre, le microfibre possono anche essere rilasciate nell’aria, ad esempio durante l’asciugatura e l’uso degli indumenti. Si stima che i tessuti sintetici siano responsabili dello scarico negli oceani tra 0,2 e 0,5 milioni di tonnellate di microplastiche ogni anno.

Report Microplastic pollution from textile consumption in Europe

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