La rappresentazione dello stato, definita attraverso indicatori specifici, delle acque interne superficiali e sotterranee dal 2010 al 2015 mostra come l’obiettivo del “buono” stato non risulti totalmente raggiunto. La qualità dell’ambiente marino costiero viene valutata in base a un approccio ecosistemico, considerando le variabili abiotiche (qualità chimica) e biotiche, espresse dallo stato di qualità della flora e della fauna acquatiche, in modo integrato.
In Italia negli anni 2010-2015 sono stati identificati 7.841 corpi idrici superficiali (7.494 fiumi e 347 laghi) e 1.052 idrici sotterranei, distribuiti in otto distretti idrografici.
In riferimento allo stato chimico, lo stato “buono” è stato raggiunto dalla gran parte dei fiumi (75%) e da circa la metà dei laghi (48%).
Per lo stato ecologico, l’obiettivo di qualità è stato raggiunto in poco meno della metà dei fiumi (43%) e nel 20% dei laghi.
Il 58% e il 61% delle acque sotterranee hanno raggiunto uno stato “buono”,
in riferimento rispettivamente allo stato chimico e allo stato quantitativo.
I corpi idrici, identificati ma non ancora classificati, sono numerosi. I determinanti più importanti per la qualità dei corpi idrici sono l’industria (solo per le acque sotterranee), l’agricoltura e lo sviluppo urbano.
La maggior parte delle misure riportate nei Piani di gestione 2015, oltre a prevedere la mitigazione degli impatti idromorfologici, riguarda l’impiego efficiente e sostenibile della risorsa, le misure per prevenire o controllare l’immissione di inquinanti da pressioni di tipo diffuso e, soprattutto, la realizzazione di fognature e depuratori efficienti e adeguati, in allineamento
alla normativa. In particolare, nel 2014 il grado di conformità nazionale dei sistemi di fognatura e dei sistemi di depurazione era rispettivamente del 98,9% e
dell’81,1%.
Per quanto riguarda le acque marino-costiere, nel periodo 2010-2016 lo stato ecologico dei corpi idrici varia tra il “buono” e il “sufficiente”, mentre numerose sono le situazioni di criticità rispetto allo stato chimico.
Molti corpi idrici sono tuttora non classificati. Nel quadro del degrado diffuso e progressivo dell’intera fascia costiera europea descritto dall’EEA, il Mediterraneo rappresenta una delle maggiori criticità.
Tra i principali determinanti e pressioni che provocano il degrado, per l’Italia l’EEA mette in evidenza il dato della densità di popolazione lungo le coste che è più del doppio della media nazionale.
Salve a tutti, non essendo molto esperta non posso che indicare le iniziative e gli studi, nonché le nuove normative, riguardo il tema del pericolo idraulico ed opportunità dell’acqua, dei Piani delle acque e dei Contratti di fiume.
Inoltre, una mia riflessione riguardo l’agricoltura, credo che l’unica soluzione sia la pratica dell’agricoltura biologica.