La verifica di coronavirus nelle acque reflue

Il progetto di “Sorveglianza ambientale di Sars-cov-2 attraverso i reflui urbani in Italia” (Sari) ha iniziato a testare anche in Italia l’applicazione di un sistema di sorveglianza epidemiologica ambientale sulla presenza del virus Sars-cov-2 nelle acque reflue urbane, con risultati preliminari interessanti. È stato avviato anche un progetto specifico finanziato dal programma del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm).

Il progetto Sari è coordinato dall’Istituto superiore di sanità e condiviso con il Coordinamento interregionale della prevenzione, e prevede il campionamento, svolto dalle Agenzie per l’ambiente e dai gestori idrici, delle acque reflue all’ingresso dei depuratori e delle relative analisi. 

Sorveglianza delle acque reflue, le prospettive
Giuseppina La Rosa1, Elisabetta Suffredini1, Mauro Grigioni1, Luca Lucentini1, Lucia Bonadonna1, Mirko Rossi1, Marcello Iaconelli1, Giusy Bonanno Ferraro1, Pamela Mancini1, Carolina Veneri1, Rosa Paradiso1, Danilo Cereda2, Emanuela Ammoni2, Pasqualino Rossi3, Vanessa Groppi4, Francesca Russo4
1. Istituto superiore di sanità
2. Regione Lombardia
3. Ministero della Salute
4. Coordinamento interregionale di prevenzione

Un pensiero su “La verifica di coronavirus nelle acque reflue

  1. é evidente che i decisori amministrativi e politici ignorano le potenzialità della sorveglianza epidemiologica tramite lo studio delle acque reflue.
    é urgente acquisire dati da correlare con gli alti e bassi della circolazione del virus.
    Data la carenza di finanziamenti, sarebbe da considerare la possibilità di offrire a pagamento, a enti o privati, l’analisi delle loro acque di scarico. Penso a alberghi, scuole, RSA, caserme, convitti, navi da crociera, …

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