“Sea Robot”: nuove tecnologie per la ricerca marina

Cos’è il Remotely Operated Vehicle (ROV) o il tecnoshark? Strumenti subacquei messi a punto negli ultimi decenni, grazie ai quali è possibile osservare e studiare quello che c’è a grandi profondità.

A cosa servono queste tecnologie subacquee e come vengono utilizzate dai biologi marini lo racconta un documentario realizzato dall’Ispra e lanciato l’11 aprile in prima visione su Facebook in occasione della Giornata nazionale del mare. Grazie a queste nuove strumentazioni è possibile oggi studiare in maniera diretta quei fondali che fino a qualche decennio fa non era possibile osservare oltre i 50 metri di profondità.
A bordo della nave oceanografica dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale i ricercatori spiegano come si utilizza il Remotely Operated Vehicle (ROV) fino a 600 metri di profondità, a cosa serve l’ecoscandaglio multifascio o multibeam, il side scan sonar o il tecnoshark. Strumenti che ci consentono di attuare quanto ci chiede l’Europa: proteggere entro il 2030 almeno il 30% dei nostri mari.

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