I processi per la rimozione dei contaminanti emergenti

Esistono tecnologie, o sequenze di tecnologie, che consentono di ridurre le concentrazioni di contaminanti emergenti e delle sostanze prioritarie (Dir 2013/39/EU) a livelli inferiori a 1 ng/l. Si richiedono però sempre verifiche sperimentali e studi ad hoc per i contaminanti molto recalcitranti.

Articolo in Ecoscienza 6/2017

Negli ultimi anni è aumentata, nei corpi idrici, la presenza di composti xenobiotici che persistono a lungo in ambiente. Tali numerose e diverse sostanze, accomunate nella definizione di microinquinanti organici, sono presenti in concentrazioni molto basse (< ng/l – μg/l), in grado di determinare effetti negativi, accertatio presunti. Tra questi, pesticidi, prodotti chimici industriali, prodotti farmaceutici, ormoni steroidei ecc. [1].

In ambito europeo esiste la lista delle sostanze prioritarie, per le quali sono
già definiti a livello europeo degli standard di qualità ambientale (SQA).
A fianco di queste, vi è poi la classe dei contaminanti emergenti, sostanze non ancora regolamentate, ma che potrebbero diventarlo, in base a studi e indagini circa la loro presenza, persistenza, l’(eco) tossicità e gli effetti sulla salute umana. Nella lista di sostanze prioritarie, di cui alla Dir 2013/39/EU, sono comprese 45 sostanze, alcune delle quali riportate in tabella 1.

Per quanto attiene agli emergenti, la Watch List della decisione UE 2015/495 contiene 10 contaminati tra i quali farmaci (diclofenac), ormoni (17a-etinilestradiolo e 17b-estradiolo), insetticidi ed erbicidi.

La quantificazione e previsione dei rendimenti conseguibili con le tecnologie oggi disponibili risulta un tema complesso e contraddittorio. In questo articolo si inquadrano, in estrema sintesi, gli elementi fondamentali che determinano la rimozione di microinquinanti organici negli impianti di potabilizzazione e depurazione e si riportano tre casi di specie, a scala reale o pilota, riferiti ad acque di approvvigionamento, reflue e fanghi… leggi l’articolo completo in Ecoscienza 6/2017 >

Autrici: Beatrice Cantoni, Francesca Malpei
Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale (Dica), Politecnico di Milano

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