In Veneto le agenzie si esercitano sul monitoraggio biologico fluviale

Si è svolta a fine maggio fa nel Bacchiglione a Cresole di Caldogno (Vi) l’esercitazione delle agenzie ambientali di Veneto, Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna per confrontare il monitoraggio biologico dei fiumi. In gergo tecnico si definisce interconfronto e serve per uniformare i metodi come prevedono le normative.

Nel dettaglio i tecnici delle agenzie delle unità operative di biologia ambientale si sono divisi in squadre e hanno svolto con la propria attrezzatura e secondo le modalità abituali il campionamento e l’analisi in campo dei macroinvertebrati e di diatomee. Al termine delle attività le squadre sono ritornate nelle sedi delle proprie agenzie dove sono state eseguite le analisi di laboratorio.

Per legge (decreto ambiente 260 del 2010 e Direttiva europea sulle acque) i programmi di monitoraggio dello stato dei corpi idrici devono garantire un definito livello di attendibilità e precisione dei risultati. Le agenzie ambientali che effettuano il monitoraggio degli elementi biologici, sui quali si basa la classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici, sono tenute a produrre dati certificati e verificabili. 

Pertanto gli “interconfronti” servono ad assicurare che i risultati delle indagini biologiche – sia nella fase di campo che di laboratorio – prodotti dalle agenzie ambientali siano confrontabili.

Le prove di interconfronto fra agenzie riguardanti il monitoraggio degli elementi biologici dei corsi d’acqua – macroinvertebrati bentonici, diatomeee, macrofite – sono organizzate dal 2015 da Arpa Lombardia. Scopo delle prove è valutare la confrontabilità dei valori degli indici utilizzati per la classificazione dello stato ecologico ottenuti, sul medesimo tratto di fiume, dalle agenzie che operano in contesti ambientali analoghi. 

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