Mappa Snow Water Equivalent

La neve di oggi è l’acqua di domani

Questo inverno è stato caratterizzato, al momento, da scarse precipitazioni in tutto il nord Italia, con inevitabili conseguenze connesse ad una mancanza di “stoccaggio” della risorsa idrica: acque superficiali, falde acquifere, ma anche nevai e ghiacciai risentono di questo periodo di prolungata siccità.


Valle d’Aosta

ARPA Valle d’Aosta segnala che l’impatto si è già fatto sentire nella quantità di acqua immagazzinata nella neve (Snow Water Equivalent): siamo ai valori minimi mai osservati negli ultimi vent’anni in questo periodo, anche se è ancora presto per essere ufficialmente in emergenza.
Bisogna aspettare infatti la fine dell’inverno, inizio della primavera, per avere il quadro completo, poiché ultimamente capita spesso che ci siano eventi di precipitazione nevosa molto importanti nei mesi di marzo e aprile, che potrebbero compensare in qualche modo l’attuale mancanza d’acqua.

Al momento non si può ancora attribuire con certezza ciò che stiamo osservando al cambiamento climatico: ci sono e ci saranno importanti studi che si occuperanno di analizzare i dati, le serie storiche, gli andamenti e i modelli per definire eventuali possibili correlazioni.
E’ sicuro, però, che quello che stiamo monitorando è un assaggio di ciò che ci aspetterà nel prossimo futuro, nei prossimi decenni: temperature più calde e grossa variabilità nella quantità di precipitazione tra un anno e l’altro. Ciò significa un’alternanza di inverni secchi e caldi oppure inverni più umidi e caldi.

Conoscere la quantità d’acqua che abbiamo in montagna è fondamentale, perché viene rilasciata durante la stagione primaverile-estiva in tutta quanta la pianura, al servizio delle diverse attività dell’uomo, da quelle connesse all’utilizzo della risorsa acqua potabile, all’utilizzo dell’acqua nel campo industriale ed agricolo.
E’ quindi fondamentale poter disporre di strumenti che in tempo reale ci fanno comprendere la reale disponibilità di risorsa che abbiamo, così da poterla gestire in modo ottimale a scala dell’intero Bacino del Po.

Evoluzione Snow Water Equivalent anno idrologico 2021-2022 e confronto con media degli ultimi 20 anni

Lombardia

Sulle Alpi lombarde, i mesi di dicembre 2021 e gennaio 2022 sono stati caratterizzati da scarse precipitazioni e temperature al di sopra della media del periodo di riferimento 2006-2020, con anomalie positive fino a +3°C in particolare sulla fascia alpina e prealpina.

Questa situazione ha avuto un impatto significativo sui quantitativi di risorsa idrica stoccati sotto forma di neve (SWE), che fanno registrare un -68% rispetto alla media del periodo di riferimento, pur attestandosi circa il 30% sopra al minimo del quindicennio 2006-2020, registrato nel 2017.

I dati aggiornati sono consultabili settimanalmente sul Bollettino riserve Idriche, pubblicato sul sito di Arpa Lombardia.

Riserve idriche: totale Lombardia (agg. 6 febbraio 2022)
SWE Adda-Mera-Lario: andamento 2021-2022 rispetto al periodo 2006-2020

Veneto

Sulle Dolomiti il mese di gennaio è stato mite e con una temperatura media oltre la norma (+1.2°C): particolarmente calde le giornate di inizio mese (1-3), come anche il 14-15 e 26-27, mentre i periodi più freddi sono stati dal 6 al 12 e dal 20 al 22.

Nell’unico episodio nevoso del mese è stata misurata neve fresca le mattine dei giorni 5 e 6 gennaio, con limite neve/pioggia a 1000 m circa e apporti generalmente di 20-30 cm di neve fresca in quota, leggermente maggiori nelle Dolomiti Agordine e verso il Friuli.

Il cumulo di neve fresca da ottobre a fine gennaio presenta (rispetto alla media 2009-2022) un deficit del 28% nelle Dolomiti (pari a circa -85 cm di neve fresca) e del 45% nelle Prealpi (-75 cm); anche nei fondovalle delle Dolomiti vi è un deficit di circa 40-50 cm di neve fresca.

Cumulo stagionale della precipitazione nevosa

Il 31 gennaio nelle Dolomiti l’indice di spessore di neve al suolo (HSimed) è di 57 cm, nella norma anche se vicino al 1° quartile (valori nella norma 50-104 cm). Nell’ultimo decennio (dal 2012 al 2022) sono 4 i mesi di gennaio al di sotto della norma: 2012, 2016, 2017 e 2019.

Nelle Prealpi invece l’indice HSimed al 31 gennaio è di poco inferiore alla norma con 23 cm (norma 26-66 cm). Pure l’indice SSPI (Standardized SnowPack Index), che considera anche la densità della neve, per il bacino del Piave-Cordevole è nella norma e pari a -0.33 (valori normali compresi tra +1 e -1).

Anche la copertura nevosa (Snow Cover Area – SCA) è nella norma (periodo di riferimento 2010-2021), ma frutto della neve fino a bassa quota e di alcuni periodi freddi da dicembre ad oggi: l’area innevata nel Veneto è attualmente di circa 1610 km2 , con il 50% del territorio innevato oltre i 1650 m di quota, e di 770 km2 nel solo bacino del Piave.

Lungo i versanti al sole erbosi la neve è scomparsa in molte valli. Le riserve idriche nivali (Snow Water Equivalent – SWE) appaiono piuttosto scarse: nel bacino montano del Piave si stimano 110-120 Mm3 (a fronte di una media 1991-2020 di 250-300 Mm3 ), quantità ben sotto il 1° quartile e che rappresenta il 3°-4° minimo dal 2005 (a seconda del metodo di stima), circa 1/6 dell’anno scorso. Nel bacino montano del Cordevole si possono stimare 60-65 Mm3 e nel bacino montano del Brenta 55-60 Mm3.

ARPA Veneto

Piemonte

Il valor stimato di SWE da Arpa Piemonte sull’intero bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino (comprendendo quindi anche il contributo della Valle d’Aosta e il Ticino Svizzero) si attesta a circa 710 milioni di mc, dato che risulta ad oggi (16/02/2022) inferiore di circa il 60% rispetto la norma.

Il valore risulta inoltre inferiore al primo decile della distribuzione storica (1999-2021) per il mese di febbraio, un dato che evidenzia ulteriormente la scarsità dell’accumulo nivale sulle alpi occidentali.

A conferma di tali indicazioni lo spessore della neve al suolo misurato presso le stazioni manuali e automatiche gestite da Arpa Piemonte, risulta sotto le medie del periodo con un deficit superiore al 50% soprattutto su Alpi Graie, Pennine e Lepontine; grazie alle ultime nevicate il deficit si è ridotto su Alpi Cozie, Marittime e Liguri rimanendo comunque diffusamente inferiore alla norma.

Dati di SWE sull’intero Bacino del Po
Spessore del manto nevoso sul territorio piemontese

Trento

Sul sito Valanghe Report vengono pubblicate le mappe neve elaborate dallo ZAMG che possono essere indicative dei quantitativi d’acqua disponibili nella neve.

L’attività di monitoraggio in continuo dello SWE è attualmente sospesa.

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I modelli utilizzati per la stima dello Snow Water Equivalent SWE possono essere differenti tra le Agenzie, pertanto i valori assoluti non sono direttamente confrontabili.

I valori percentuali confermano le anomalie del periodo su tutto l’arco alpino.

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