Le risorse idriche in Toscana: serie di rapporti ambientali Arpa

Arpa Toscana ha pubblicato una serie di rapporti ambientali con i quali fa il punto sulla qualità delle acque superficiali interne (fiumi, laghi, di transizione), sotterranee, marino-costiere, superficiali destinate alla potabilizzazione, destinate alla vita dei pesci e dei molluschi.

Nelle scorse settimane Arpa Toscana ha pubblicato, come fa ormai da diversi anni, i rapporti con i quali illustra i risultati della sua attività di monitoraggio delle risorse idriche.

ARPAT – così come le altre agenzie ambientali che fanno parte del Snpa – svolge un’attività di monitoraggio ambientale a 360° delle risorse idriche della Toscana, controllando la qualità delle acque superficiali interne (fiumi, laghi e di transizione), delle acque di balneazione (laghi e coste), delle acque marino-costiere, delle acque sotterranee, delle acque fluviali per l’idoneità alla vita dei pesci, delle acque marine per l’idoneità alla vita dei molluschi, delle acque superficiali destinate alla potabilizzazione.

Ogni anno ARPAT redige una relazione riassuntiva per ciascuna di queste tipolologie di monitoraggi pubblicandola sul proprio sito Web, accompagnondola spesso con un’illustrazione sintetica, nella forma di ARPATnews o notizia breve. Inoltre sono disponibili sul Web tutte le banche dati relative a questi monitoraggi, contenenti le informazioni rilevate dall’Agenzia dal 2001 in poi (per alcune sono presenti anche dati precedenti), e costantemente aggiornate (con frequenza quotidiana).

Sono state anche realizzate delle schede informative per illustrare alcune tipologie di monitoraggi (balneazione, acque dolci superficiali) ed un opuscolo della serie “Chi fa cosa” sul controllo delle acque destinate al consumo umano che coinvolge vari enti/aziende.

I rapporti appena pubblicati delineano un quadro completo della situazione a fine 2017 su:

  • La qualità di fiumi e laghi in Toscana nel 2017  Sono presentati i risultati del monitoraggio che comprende 263 stazioni di monitoraggio di corpi idrici, di cui 223 in corsi d’acqua, 12 in acque di transizione e 28 in laghi o invasi,da cui risulta – per la quota parte dei risultati del 2017 che l’obiettivo di classificazione “buono è stato raggiunto nel 33% dei casi per lo stato ecologico e nel 61% per lo stato chimico.
    In aggiunta al consueto campionamento chimico delle acque e biotico in alveo, nel 2017 sono state introdotte attività nuove, alcune a livello sperimentale: la ricerca di sostanze pericolose nel biota, la determinazione delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) quali inquinanti emergenti, l’elaborazione del Potenziale Ecologico per i corpi idrici fortemente modificati, l’applicazione dell’indice IQM idromorfologico.

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  • la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile. Nel corso del triennio 2015-2017 sono stati monitorati 114 punti di captazione su altrettanti corpi idrici sia fluviali che lacustri. Le stazioni controllate sono quelle indicate ad ARPAT dalla Regione Toscana su proposta dei Gestori del servizio idrico integrato. Le acque dei corpi idrici monitorati vengono classificate in categorie di livello qualitativo decrescente (fra parentesi ladistribuzione in categorie delle classificazioni proposte per le stazioni di prelievo della Toscana nel triennio 2015-2017): da A1 (nessuna), A2 (16,7%), A3 (50,9%), fino a subA3 (32,5%) attraverso l’analisi di specifici parametri chimico-fisici. Le acque così classificate subiscono un trattamento di potabilizzazione adeguato alle loro caratteristiche, che è più o meno intenso a seconda della categoria di appartenenza. Nel rapporto sono illustrati specifici approfondimenti relativi alla presenza dei pesticidi e dei Pfas.

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  • la qualità delle acque fluviali destinate alla vita dei pesci. Così come per le altre tipologie di acque, anche per quelle fluviali destinate alla vita dei pesci il monitoraggio viene effettuato su base triennale, e il 2017 è il primo anno del nuovo triennio 2017-2019. Le tipologie di pesci prese in considerazione sono i salmonidi ed i ciprinidi. Mettendo a confronto la classificazione dei tratti monitorati nel 2017 (che rappresenta il primo anno del nuovo triennio) con la classificazione effettuata nel triennio 2014-2016, si rileva che la tendenza della qualità delle acque destinate alla vita dei pesci negli ultimi anni mostra un graduale peggioramento, in particolar modo nei tratti a salmonidi, evidenziando un degrado dell’habitat fluviale anche in zone a monte, indicando un probabile incremento delle pressioni antropiche rispetto ai decenni precedenti.

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  • la qualità delle acque sotterranee. Il programma di monitoraggio dei corpi idrici sotterranei, secondo la DGR 100/2010, ha contemplato nel triennio 2013-2015 l’esame di 662 corpi idrici per un totale di 394 stazioni di monitoraggio. La classificazione proposta per il triennio indica questa distribuzione dei corpi idrici: 23% buona; 23% buona tenendo conto fondo naturale; 36% buona scarsa localmente; 18% scarsa.

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  • la qualità delle acque marino-costiere  Sono presentati i risultati del monitoraggio che comprende 19 stazioni di campionamento.Il giudizio sulla qualità ecologica risulta Elevato/Buono per tutti i corpi idrici indagati nel 2017 fatta eccezione per Costa Albegna che risulta in Classe Sufficiente.Per la definizione dello stato chimico di qualità ambientale dei corpi idrici in base alla colonna d’acqua e al biota risulta il mancato conseguimento dello stato buono per tutte le stazioni monitorate.

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  • la qualità delle acque marino-costiere destinate alla vita dei molluschi.
    I principali vantaggi offerti da un programma di monitoraggio ambientale di questo tipo, condotto tramite l’utilizzo di bioindicatori quali sono i molluschi bivalvi e gasteropodi, possono essere così riassunti: possibilità di valutare i livelli di contaminazione dell’area monitorata come una misura integrata nel tempo e non riferibile esclusivamente al momento del prelievo; possibilità di evidenziare, e quindi confrontare, gradienti di inquinamento spazio-temporali; stima della biodisponibilità delle sostanze contaminanti presenti nell’ecosistema marino e valutazione del rischio legato al trasferimento di queste sostanze lungo la catena trofica. Il 67 % delle stazioni monitorate risultano non conformi: generalmente le non conformità sono dovute alla presenza di Coliformi fecali.

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