Disponibile il modello di “Piano organizzativo del lavoro agile (Pola)” di AssoArpa

Con l’emergenza sanitaria da Covid-19, il lavoro agile è stato adottato come misura straordinaria e provvisoria in molte amministrazioni pubbliche, comprese quelle del Snpa, diventando, come previsto dai diversi provvedimenti normativi, modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa per tutte le pubbliche amministrazioni “fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica”.

Nel frattempo, è emersa la necessità di mettere a regime e rendere sistematiche le misure adottate nella fase emergenziale, anche al fine di rendere il lavoro agile uno strumento per il potenziamento dell’efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa. Sulla base di quanto previsto dal decreto legge n. 34/2020 (convertito dalla legge n. 77/2020), le pubbliche amministrazioni devono quindi redigere il Piano organizzativo del lavoro agile (Pola): questo deve individuare le modalità attuative del lavoro agile, definire le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti.

Il lavoro agile non è un obiettivo in sé, bensì una politica di gestione del cambiamento organizzativo con la finalità di migliorare i servizi resi alla collettività. Una delle principali sfide poste dall’introduzione del lavoro agile ordinario è, dunque, il cambiamento della cultura organizzativa. Le nuove tecnologie di produzione di tipo digitale consentono, infatti, di superare il concetto della “timbratura del cartellino” e della “presenza fisica” e quindi di una prestazione lavorativa svolta in una sede e in un orario di lavoro definiti. 

Gli obiettivi a cui tendere sono, pertanto, quelli di favorire la diffusione di un nuovo modello culturale della prestazione lavorativa – improntato alla flessibilità organizzativa nell’ottica dei risultati e di una maggiore produttività – e, al contempo, promuovere una visione dell’organizzazione del lavoro volta a stimolare l’autonomia e la responsabilità dei lavoratori, oltre a favorire una migliore conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

Una nuova organizzazione che, anche attraverso la trasformazione digitale dell’amministrazione, deve tendere ad una ottimizzazione e razionalizzazione degli spazi di lavoro, anche a favore di una maggiore sostenibilità ambientale.

Al fine di agevolare le Agenzie nella definizione del Pola, un apposito Gruppo di lavoro ristretto di AssoArpa, costituito da rappresentanti delle Agenzie ambientali di Emilia-Romagna, Veneto, Molise, Campania, Lazio e Sicilia, ha elaborato e condiviso un modello di “Piano organizzativo del lavoro agile (Pola)” e di “Accordo individuale di lavoro agile”.

I documenti sono stati redatti avendo a riferimento la normativa vigente in materia di lavoro agile e facendo seguito, altresì, all’esperienza maturata, nell’applicazione di tale istituto, durante la fase emergenziale dalle diverse Agenzie.

Schema_POLA_ASSOARPA

Accordo_individuale_ASSOARPA.

6 pensieri su “Disponibile il modello di “Piano organizzativo del lavoro agile (Pola)” di AssoArpa

  1. Trovo molto difficile conciliare il lavoro da remoto ( non agile) con le proncipali attività dell’ ARPA. Il lavoro “vero” si fa con le analisi di laboratorio e con le attività di prelievo e ispezione “sul campo”. Questo non è fattibile con lavoro a casa. Tutto il resto: amministrazione, burocrazia , pareri, istruttorie, rapporti ambientali etc che potrebbero essere svolti da remoto ha un rilievo meno importante per la comunità . Quindi vedo pochi spazi per una gestione POLA che riguarderebbe una parte minore e collaterale del lavoro di ARPA regionale

    1. L’attività di campo costituisce solo una parte dell’attività ispettiva e/o del monitoraggio, il resto è lavoro intellettuale che oramai si fa principalmente davanti ad uno schermo, il luogo è un fattore secondario. Tranne nei casi di attività spicce, il tempo dedicato in ufficio ad un’ispezione è almeno triplo a quello necessario per il mero sopralluogo a meno che non si vada allo sbaraglio.
      Anche in laboratorio oramai non è necessario stare a guardare una macchina per vedere se funziona, esistono delle app che ti avvertono se l’autocampionatore si è fermato ecc e tu.

      L’adesione al POLA sarà volontaria e ci sarà spazio per tanti anche se non per tutti, soprattutto per chi non rende lavorando a casa da solo. Se no sarà solo una brutta esperienza.

  2. Sono molto d’accordo con l’opinione del collega, anche se ritengo altrettanto importante per le Agenzie anche le attività su pareri, istruttorie e reportistica, senza dimenticare le attività amministrative che sono un servizio essenziale per tutti. Ma anche in questi settori il lavoro agile non dovrebbe a a mio modo di vedere sostituire completamente l’interazione con i colleghi, fondamentale per lo scambio di idee e utilissima per una rapida soluzione dei problemi che si presentano. Quindi POLA sì ma cum grano salis. Un po’ di tempo fa’ si parlava di team building…non vale più ?? A parte l’abuso dei termini inglesi non mi pareva una cattiva idea…

  3. Non concordo del tutto su quanto asserito dai colleghi, in quanto al fine di individuare le attività da svolgere in lavoro agile è necessario, propedeuticamente, adottare la mappatura delle attività svolte dalle agenzie, definendole dettagliatamente e in modo chiaro, oggettivo e trasparente, al fine di consentire una omogenea applicazione dei criteri di accesso. Va da sé che le attività laboratoristiche e di campo non possano essere svolte in L.A., ma tutto ciò che ruota intorno a tali attività, in particolar modo alle attività di campo e di verifica e controllo, sono eseguibili in remoto. Certamente è necessario ripensare l’organizzazione delle Agenzie e la formazione del personale. In particolar modo si deve modificare il paradigma della misurazione e valutazione della performance in quanto si pone il tema della necessità di individuare in maniera puntuale i risultati attesi, partendo dalla minuziosa definizione degli obbiettivi assegnati. In primo luogo un ruolo fondamentale dovrà essere svolto da* dirigenti che dovranno essere capaci (formazione) di lavorare e far lavorare gli altri/e per obiettivi, spostando l’attenzione dal controllo alla responsabilità per i risultati. In altre parole la valutazione dovrà passare da una valutazione quantitativa ad una qualitativa e di merito. In ultimo, ma non per importanza, l’impatto che il lavoro agile (insieme di nuove abitudini) ha sulla salute del pianeta l e sulla salute della popolazione. Il bilancio in tal senso, basandoci sugli studi fin ora pubblicati, pare essere nettamente positivo.

  4. Ho letto che l’orario in cui svolgere l’attività lavorativa da remoto va dalle ore 9,00 alle 18,00, sempre svolgendo 7 ore e 12 minuti di lavoro.
    Ma ciò non è in contrasto con l’attuale orario che va dalle 8,00 alle 15,42 ?
    Tra l’altro negli ultimi mesi si poteva iniziare l’attività lavorativa anche alle ore 7,00

  5. Non so come vorranno applicare il lavoro agile, ma ritengo che se utilizzato bene il lavoro agile perchè consente:
    1. Limitare spostamenti inutili
    2. In molte attività il personale già oggi lavora su più sedi su un territorio vasto e quindi impoensabile vedersi sempre fisicamente
    2. Conciliare esigenze lavorative con esigenze personali recuperando tempi morti degli spostamenti
    3. La maggioranza delle attività sono ormai svolgibili da remoto anche nei laboratori e nelle visite ispettive
    4. E’ un cambio culturale che investe sia dirigenti sia dipendenti ed entrambi devono lavorare per obbiettivi e non per timbrare il cartellino
    Non sarà facile ma voglio essere positivo, perché se applicato bene ne trarremo tutti dei benefici, altrimenti sarà l’ennesima occasione persa per migliorare il nostro lavoro e la nostra vita

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