Restrizioni CoViD-19 e qualità dell’aria in Campania: effetti evidenti su ossidi di azoto

Con una relazione pubblicata sul proprio sito web istituzionale, l’Arpa Campania offre una prima valutazione di come le restrizioni agli spostamenti, in vigore nella regione a partire dal 10 marzo, stanno influendo sulla qualità dell’aria. L’Agenzia ha analizzato i dati forniti dalla rete regionale di monitoraggio, in particolare i dati delle centraline delle cinque città capoluogo, relativi alle concentrazioni di polveri sottili (PM10 e PM2.5) e ossidi di azoto (monossido di azoto e biossido di azoto) a partire dal 25 gennaio fino al 25 marzo.

Gli effetti sugli ossidi di azoto sono evidenti

«Dal confronto fra il periodo precedente e quello successivo all’adozione delle misure per il contenimento dell’epidemia», spiega Giuseppe Onorati, dirigente UOC Reti di monitoraggio e Cemec, «si notano importanti cambiamenti nelle concentrazioni di polveri sottili e ossidi di azoto. Tuttavia queste variazioni sono diverse per ciascun inquinante e risentono delle condizioni meteorologiche molto variabili del mese di marzo. Un parametro che ad oggi risulta fortemente influenzato dalle restrizioni agli spostamenti – sottolinea Onorati – è il monossido di azoto, con una riduzione delle concentrazioni di oltre il 50%, difficilmente ascrivibile a cause diverse dalla riduzione delle emissioni da traffico veicolare».

Anche le concentrazioni di biossido di azoto sono diminuite significativamente, ma in questo caso l’effetto della riduzione del traffico veicolare è meno evidente, in quanto le concentrazioni in atmosfera di questo inquinante dipendono maggiormente da una molteplicità di fonti emissive, oltre che dalle condizioni meteorologiche. La riduzione delle concentrazioni di questo inquinante risultano particolarmente marcate a Napoli, dove ha inciso di più la contemporanea contrazione di traffico navale e aereo, oltre che delle attività produttive.

Pm10 più sensibile a meteo e riscaldamenti

Le condizioni di instabilità atmosferica registrate nella prima metà di marzo, e negli ultimi giorni, hanno favorito anche la dispersione delle polveri sottili. Invece, anche nella piena operatività delle misure restrittive, quando la situazione meteo è stata caratterizzata da condizioni poco dispersive, si sono registrate concentrazioni elevate di PM10, persino con sforamenti del limite di legge giornaliero, nonostante la consistente riduzione del traffico veicolare. Inoltre bisogna considerare che una aliquota significativa del PM10 presente in atmosfera deriva dal settore del riscaldamento civile, le cui emissioni potrebbero addirittura essere aumentate a seguito delle restrizioni.

«Nonostante l’emergenza sanitaria in corso», dichiara il Commissario straordinario Arpac Stefano Sorvino, «l’Agenzia continua a garantire il monitoraggio e la valutazione della qualità dell’aria. Le attuali restrizioni creano condizioni uniche che in futuro ispireranno senz’altro studi scientifici. Perciò è importante garantire in questi giorni la disponibilità di dati in Campania, regione che ospita l’area metropolitana più densamente popolata d’Italia. Ad ogni modo va rimarcato che i dati di questi ultimi giorni sono confortanti almeno per quanto riguarda il livello di inquinamento che i cittadini campani devono affrontare. Su questi aspetti sono in corso ulteriori approfondimenti, anche tramite l’utilizzo della modellistica meteo e di qualità dell’aria, i cui risultati – conclude Sorvino – saranno tempestivamente comunicati al pubblico».

Per un’esposizione completa dei dati elaborati finora dall’Agenzia per valutare la relazione tra misure di contenimento dell’epidemia Covid-19 e qualità dell’aria in Campania, si rimanda al report pubblicato sul sito Arpac all’indirizzo http://www.arpacampania.it/web/guest/1402

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