Il Friuli Venezia Giulia nel clima che cambia

Ci sono strumenti e strategie di difesa, ma servono più consapevolezza e nuovi modelli predittivi per gli eventi estremi, destinati ad aumentare. Il punto sulla situazione con gli esperti al Convegno organizzato da Arpa Fvg a Trieste. Sono intervenuti Vannia Gava, viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, e Fabio Scoccimarro, assessore regionale alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile.

Fare il punto su quello che sta accadendo in Friuli Venezia Giulia in termini di cambiamenti climatici, anche alla luce degli eventi convettivi intensi verificatisi a luglio e agosto 2023, con grandinate che non hanno un riscontro storico almeno a memoria d’uomo in regione, sia per la dimensione dei chicchi, sia per la ripetizione dell’evento nell’arco di poche ore. Ma anche capire come prendere coscienza, a livello di collettività, dello stato delle cose e ipotizzare una strategia d’azione, a fronte di questi fenomeni, come società, pubblica amministrazione e mondo scientifico.

Sono alcuni degli obiettivi del convegno “Il Friuli Venezia Giulia nel clima che cambia: misure, evidenze, eventi”, svoltosi venerdì 1° dicembre, all’Hotel Savoia Excelsior Palace, a Trieste, per iniziativa di Arpa Fvg, Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, da sempre in prima linea in materia di cambiamenti climatici.

“Siamo partiti dall’idea che è necessario fare un primo “check up” e chiedersi cosa è successo in questo 2023 ormai alla fine – ha spiegato in apertura il direttore di Arpa Fvg Anna Lutman -, ma facendolo con un approccio fortemente innovativo: il focus dell’attenzione non è stato posto sulla descrizione del solo evento estremo, ma si è cercato di mettere a confronto territori anche geograficamente lontani per capire, in ultima analisi, quali sono le “debolezze” e i “punti di forza” di ogni contesto territoriale, prevedendo la sua evoluzione nel tempo e nello spazio”.

Nel corso dell’incontro, quindi, è stata condotta una lettura comparata e integrata dei fenomeni, per indagarne le cause nei singoli territori, ma anche per analizzare le diverse azioni messe in atto o da impostare per affrontare il clima che cambia, dal livello globale al Friuli Venezia Giulia.

Al convegno, cui hanno partecipato diversi esperti, a inizio lavori sono intervenuti, oltre ad Anna Lutman, direttore generale di Arpa FVGVannia Gava, viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, presente in videoconferenza, e Fabio Scoccimarro, assessore regionale alla difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile.

Ringrazio ARPA FVG e il suo direttore Anna Lutman per aver organizzato questo importante convegno perché il tema dei cambiamenti climatici è la più grande sfida del presente e del futuro anche per i governi – ha detto Vannia Gava –; per attuare le strategie nazionali e internazionali in tema di sostenibilità e protezione dell’ambiente è importante la collaborazione tra le istituzioni a tutti i livelli, sia per ridurre le emissioni, sia per rendere operative le misure di mitigazione del rischio idrogeologico. Dobbiamo rapidamente mettere in sicurezza i territori, tenendo conto che il 90% dei comuni italiani è a rischio di dissesto idrogeologico e questo interessa quasi 10 milioni di Italiani. Il Ministero – ha proseguito – ha un ruolo centrale nella programmazione degli interventi di prevenzione per la gestione dei progetti e dei relativi finanziamenti. È importante che questi interventi non vengano fatti solo come misura di consenso elettorale – ha evidenziato – quindi nella valutazione degli interventi proposti dai territori è fondamentale che Il Ministero tenga conto del parere di esperti. Stiamo inoltre lavorando sulla semplificazione dei processi – ha concluso il viceministro – per rendere più veloci ed efficaci gli interventi di difesa del suolo. Tutto questo però richiede anche un cambiamento dei nostri comportamenti individuali, partendo dai consumi e dalla mobilità. Dunque iniziative di informazione come questo incontro sono importanti per accrescere la consapevolezza e la conoscenza dei cittadini su questi temi”.

Il direttore Lutman ha poi spiegato che Arpa Fvg dispone di una struttura operativa dedicata al monitoraggio e alla previsione del tempo, l’Osservatorio meteorologico regionale, che coordina tra l’altro il gruppo di lavoro Clima nato nel 2022 in seno alla Direzione regionale ambiente. Grazie a questo gruppo di lavoro regionale nel giugno 2023 è stato realizzato un primo importante lavoro, “Segnali dal clima in FVG”, pubblicazione divulgativa redatta per far conoscere i cambiamenti climatici in Fvg analizzandoli da tre prospettive diverse: i cambiamenti, gli impatti e le azioni da intraprendere per affrontarli.

La parola è poi passata agli espertiFulvio Stel, direttore tecnico-scientifico Arpa Fvg, si è soffermato su memoria, percezione e realtà scientifica dei cambiamenti climatici, mentre Stefano Mariani, di Ispra, Area per l’idrologia, ha esaminato gli eventi pluviometrici estremi in Italia alla luce delle sue ultime ricerche sull’idromorfologia.

Un’analisi degli analoghi eventi pluviometrici in Emilia Romagna nel 2023 è stata l’oggetto dell’intervento di Pier Paolo Alberoni, dell’Agenzia di protezione dell’ambiente di quella regione. Michele Ferri, Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, ha evidenziato come il cambiamento climatico abbia determinato un corrispondente cambiamento nella pianificazione, illustrando come il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni affronti, nel territorio del Friuli Venezia Giulia, la questione del cambiamento climatico. Valentina Gallina di Arpa Fvg ha proposto una prima spiegazione delle condizioni che hanno portato ai recenti fenomeni estremi, nonché un’analisi dei danni che essi hanno provocato nella regione, in diversi ambiti.

Una visione sulle coste e la laguna nel clima che cambia in Fvg è stata presentata dal professor Giorgio Fontolan, docente al Dipartimento di Matematica Informatica e Geoscienze, Università di Trieste, che si è soffermato sulle registrazioni del livello del mare sia a Trieste, sia a Venezia, che hanno consentito di rilevare “un preoccupante aumento del ritmo di innalzamento del livello del mare negli ultimi trent’anni”, che incrementa il rischio di mareggiate”. Massimo Canali, direttore centrale Direzione difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Regione Fvg, ha messo in luce alcune delle risposte che la Regione è in grado di dare per affrontare con il massimo impegno “le sfide complesse dello sviluppo sostenibile e dei cambiamenti climatici”.

Erika Coppola, della Sezione di Fisica del sistema terrestre dell’Ictp di Trieste, ha parlato di nuovi modelli climatici per la previsione di fenomeni convettivi intensi.

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