Un quadro nazionale sulla pericolosità legata a frane, alluvioni ed erosione costiera dell’intero territorio italiano quello fornito dalla terza edizione del Rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia: Pericolosità ed indicatori di rischio”, presentato nel corso di un webinar dall’Ispra il 7 marzo.
Sono oltre 8 milioni gli italiani che abitano in aree ad alta pericolosità e quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera. La cifra calcolata da Ispra, relativa alle persone esposte al rischio frane e alluvioni, comprende un milione e 300 mila residenti in zone a rischio frana, mentre quasi 7 milioni sono quelli che vivono in zone soggette alle alluvioni. Cono quasi 3 milioni è l’Emilia Romagna la regione con i valori più elevati di popolazione esposta al rischio, seguita da Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila).
Al dato sulla popolazione fa riscontro anche quello degli edifici. I dati raccolti dal Rapporto dividono in tre livelli di pericolosità – molto elevata, elevata e media – il totale dei 14 milioni di strutture presenti sul territorio. Il rischio elevato e molto elevato riguarda oltre 565 mila edifici (3,9%), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7%) di strutture edilizie ricadono in aree inondabili nello scenario medio. Le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84 mila con 220 mila addetti esposti a rischio, mentre quelli esposti al pericolo di inondazione, sempre nello scenario medio, superano i 640 mila (13,4%).
Segnali più positivi arrivano dal fronte dell’erosione costiera. Dopo 20 anni di interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento. Il nuovo rilievo delle coste italiane ha consentito un aggiornamento dei dati sullo stato e sui cambiamenti in prossimità della riva: nel periodo 2007-2019, risulta in avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali e il 17,9% in arretramento. A fronte di un progressivo aumento dei tratti di costa protetti con opere di difesa rigide, rispetto al 2000-2007 aumentano i litorali stabili e in avanzamento e diminuiscono dell’1% quelli in
erosione. A livello regionale il quadro è più eterogeneo: la costa in erosione è superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori più elevati di costa in erosione sono
Calabria (161 km), Sicilia (139 km), Sardegna (116 km) e Puglia (95 km).
Guardando alla situazione degli oltre 213 mila beni architettonici, monumentali e archeologici presenti in Italia, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12 mila nelle aree a pericolosità elevata; raggiungono complessivamente le 38.000 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I beni culturali a rischio alluvioni – poco meno di 34 mila nello scenario a pericolosità media – arrivano a quasi 50 mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi). Per la salvaguardia dei beni culturali, è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili.
Dati e mappe sono disponibili sulla piattaforma nazionale IdroGEO un’APP multilingua, open data, accessibile da smartphone, tablet e desktop.