Sentenza Pfas: un verdetto storico che riconosce il ruolo cruciale di Arpa Veneto

Una sentenza epocale per la tutela dell’ambiente. In un tribunale affollatissimo di associazioni e comitati, prime fra tutte le MammeNoPfas, e di stampa nazionale e internazionale, giovedì 26 giugno la Corte d’Assise del Tribunale di Vicenza ha emesso il verdetto sul caso Pfas, condannando i vertici delle aziende responsabili e disponendo il risarcimento delle parti civili, tra cui Arpav, alla quale è stato riconosciuto un risarcimento di 844 mila euro.

Si è trattato di un processo lungo e complesso, durato quattro anni con oltre 140 udienze, che ha portato a un provvedimento di grande significato per la salute e l’ambiente.

Arpav ha svolto un ruolo determinante fornendo la massima collaborazione agli organi inquirenti e alla Procura con professionalità e abnegazione. L’Agenzia ha condotto un’intensa attività tecnica, con oltre 50 mila campionamenti, un lavoro meticoloso che ha fornito basi scientifiche fondamentali per il processo.

L’azione di Arpav, avviata già nel 2013, si è sviluppata su diversi fronti: dall’individuazione della principale fonte di contaminazione e dell’area interessata nella provincia di Vicenza, alla ricerca e sviluppo di metodologie di analisi e modellistica idrogeologica per lo studio del flusso e del trasporto della contaminazione. L’Agenzia ha inoltre svolto un’intensa attività di indagine ambientale su diverse matrici per valutare la diffusione dei Pfas.

Anche grazie all’intervento tempestivo di Arpav le autorità regionali hanno potuto mettere in sicurezza l’acqua potabile della zona interessata già nel 2013, attraverso l’utilizzo di filtri a carboni attivi.

Per quanto riguarda la messa in sicurezza del sito Miteni, Arpav è tutt’ora coinvolta nel procedimento ai sensi del Titolo V alla Parte IV del D. Lgs.152/06, ambito nel quale fornisce il proprio supporto tecnico scientifico agli enti territoriali, anche avvalendosi della collaborazione di Ispra, in un quadro piuttosto complesso per la specificità e vulnerabilità del contesto idrogeologico del sito e per la peculiarità della classe di sostanze inquinanti, che sono ancora in fase di studio a livello internazionale e per le quali non sempre sono definiti, a livello nazionale, parametri chimico-fisici e tossicologici, né valori di riferimento e/o valori limite nelle diverse matrici ambientali.

Arpav prosegue altresì con il campionamento, a frequenza mensile, di alcuni piezometri collocati all’esterno del sito ex Miteni ed impiegati per il monitoraggio ambientale a valle del barrieramento idraulico in essere, nonché dello scarico dell’impianto Taf per il trattamento delle acque inquinate emunte.  

Approfondisci focus Pfas

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.