La scheda informativa di Arpat “Amianto: chi fa cosa in Toscana”

Nel 2018, la Regione Toscana ha approvato il documento denominato “Criteri per il servizio di rimozione e smaltimento amianto da utenze domestiche“.

In passato, infatti, Ministeri, Regioni e talvolta anche Comuni avevano già previsto bandi per supportare economicamente chi intendeva disfarsi di materiali contenenti amianto, ma, in questo caso, la Regione Toscana, per venire incontro alla cittadinanza, ha stabilito precise modalità e criteri per l’auto-rimozione.

Considerata l’importante novità e le numerose richieste di informazioni su quest’argomento che pervengono ad Arpat, il settore Comunicazione-Informazione dell’Agenzia ha predisposto una breve scheda informativa, rivolta ai cittadini, dal titolo “Amianto: chi fa cosa in Toscana”, con alcune semplici indicazioni in merito a

  • quando sia possibile rimuovere in autonomia piccoli manufatti contenenti amianto, purché di proprietà, oppure, quando sia preferibile rivolgersi a ditte specializzate per la rimozione
  • a chi rivolgersi per segnalare manufatti in cemento amianto ormai obsoleti.
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Diciamo subito che per attivare un procedimento di verifica sul manufatto in amianto di proprietà di terzi, bisogna presentare una segnalazione al Comune e all’Azienda Sanitaria – Igiene e Sanità Pubblica mentre la situazione si presenta diversa se il manufatto in amianto risulta essere di proprietà.

Sul proprietario di un manufatto in amianto, infatti, ricadono una serie di obblighi, tra cui quello della verifica periodica dello suo stato di conservazione da parte di un tecnico di fiducia, che, una volta valutato il manufatto, seguendo i criteri stabiliti dalla Regione Toscana, ne definisce lo “stato di salute”, indicando un indice in grado di rappresentare il livello di obsolescenza.

Una volta determinato lo stato di conservazione o il grado di obsolescenza, gli scenari possibili possono essere vari, il manufatto contenente amianto

  • risulta ancora in buone condizioni: in questi casi è necessario prevedere una valutazione periodica dello stato di manutenzione del manufatto su indicazione del tecnico
  • necessita di manutenzione: in questi casi la valutazione dovrà indicare le modalità di intervento, la relativa tempistica e il calendario di verifica periodica dello stato di manutenzione con cadenza almeno annuale
  • va rimosso.

In quest’ultimo caso, il proprietario può

  • procedere in proprio, rispettando precise condizioni e limiti
  • affidare l’attività ad una ditta autorizzata

Nella prima ipotesi, ovvero quella della rimozione in proprio del materiale contenente amianto, è necessario rispettare i principi di sicurezza contenuti nel DM 6 settembre 1994 e tutte le indicazioni presenti nelle Linee guida sull’amianto predisposte dalla Regione Toscana, “Criteri per il servizio di rimozione e smaltimento amianto da utenze domestiche” e sintetizzati nel nostro opuscolo informativo “Amianto: Chi fa cosa in Toscana”.

Nel caso, invece, di affidamento dell’attività di rimozione ad una ditta autorizzata, il titolare della stessa predispone – a tutela della salute e sicurezza dei propri dipendenti e quella di terzi – un piano di lavoro da presentare all’Azienda Sanitaria, U.F. PISLL (prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro), competente per territorio, prima dell’esecuzione dei lavori.

L’elenco delle ditte autorizzate è gestito dall’Albo Nazionale delle Imprese che effettuano la gestione dei rifiuti e le categorie previste risultano essere:

  • 10A – per materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi
  • 10B – per materiali d’attrito, materiali isolanti (pannelli, coppelle, carte e cartoni, tessili, materiali spruzzati, stucchi, smalti, bitumi, colle, guarnizioni, altri materiali isolanti), contenitori a pressione, apparecchiature fuori uso, altri materiali incoerenti contenenti amianto

La Regione con i suoi “Criteri per il servizio di rimozione e smaltimento amianto da utenze domestiche” ha voluto perseguire precisi obiettivi:

  • contrastare gli abbandoni di materiali contenenti amianto che possono risultare pericolosi per la salute e per l’ambiente
  • promuovere le buone pratiche e diffondere la conoscenza delle procedure per disfarsi correttamente di questa tipologia di rifiuto.

Con riferimento al primo punto, l’abbandono di rifiuti da parte di privati è un fenomeno piuttosto preoccupante e ricordiamo che non si tratta semplicemente di un comportamento incivile ma di un illecito amministrativo, per cui l’articolo 255 del Testo Unico dell’Ambiente prevede l’applicazione di una sanzione pecuniaria da 300 a 3000 euro, aumentata del doppio, se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi.

Con riferimento invece al secondo obiettivo, è convinzione ormai diffusa che una cittadinanza informata ed una stretta collaborazione tra Comuni e gestori di rifiuti urbani presenti nei territori, in grado di offrire adeguati servizi di ritiro e smaltimento di piccole quantità di manufatti in amianto, rappresenta un valido deterrente agli abbandoni, come emerge dai dati degli interventi effettuati dai locali gestori di rifiuti urbani, per smaltire manufatti contenenti amianto provenienti da operazioni di auto-smaltimento ad opera di cittadini.

Questo servizio, nella regione, si presenta bene organizzato nella zona definita Toscana Centro, corrispondente alle province di Firenze, Prato e Pistoia, dove operano Alia Servizi Ambientali SpA e AER SpA, che offrono un servizio capillare sul territorio.

Nell’arco temporale che va dal luglio 2019, momento di attivazione del servizio, che consiste nella consegna di un kit personale per l’auto-rimozione e smaltimento del materiale da parte del gestore dei rifiuti urbani, fino al 31 dicembre 2020, il quantitativo ritirato da Alia Servizi Ambientali SpA (gestore che opera nella maggiore parte dei comuni della provincia di Firenze, Prato e Pistoia) risulta complessivamente pari a 93,574 tonnellate, a fronte di 601 kit per l’auto-rimozione consegnati ai cittadini.

Nel corso del 2020, AER SpA, altro gestore presente in alcuni comuni della provincia di Firenze, ha effettuato 74 interventi di ritiro, per un quantitativo pari a 15.473 kg, mentre, nell’anno precedente (2019), lo stesso gestore aveva raccolto 14.835 kg di rifiuti contenti amianto, realizzando 79 interventi.

Nel territorio servito da Sei Toscana SpA, che afferisce all’area sud della Toscana, corrispondente alla maggiore parte dei comuni della provincia di Arezzo, Siena e Grosseto, le Amministrazioni locali che hanno attivato questo servizio sono, al momento, 11, ma il numero è in continuo aggiornamento.

Dal 2019 ad oggi, questo gestore ha raccolto circa 56,300 kg e consegnato 360 kit.

Per quanto riguarda, infine, il territorio dell’area Costa, al momento, dalle nostre ricerche emerge che solo il comune di Cascina, con Geofor SpA, ha attivato il servizio di consegna kit per l’auto rimozione e smaltisce questo rifiuto per conto dei propri cittadini.

Visti i buoni risultati raggiunti nelle aree dove i servizio è attivo, è auspicabile che, nel futuro, sempre più Comuni toscani, in collaborazione con i gestori dei rifiuti urbani presenti sul territorio, offrano questa opportunità ai loro cittadini.

Testo di Stefania Calleri

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