Pubblicato lo studio sugli effetti del lockdown a Malpensa

È disponibile sul sito di Arpa Lombardia lo studio sugli effetti del lockdown sulla qualità dell’aria nella zona dell’aeroporto di Malpensa.

Tra le molte attività antropiche diminuite a causa dell’emergenza COVID-19, in particolare negli scorsi mesi di marzo e aprile, vi è anche il traffico aereo.

Ciò ha permesso all’Agenzia di approfondire l’andamento dei dati rilevati dalla centralina di Ferno, prossima all’aeroporto di Malpensa, confrontandolo con le misure effettuate nelle altre stazioni della rete di rilevamento della qualità dell’aria delle province di Milano e Varese.

Lo studio ha considerato le concentrazioni di NO2, PM10 e ozono misurate sia durante il periodo di lockdown, sia nel mese di gennaio e febbraio 2020 e negli stessi periodi negli anni precedenti.

Come avvenuto anche nelle altre stazioni lombarde e del bacino padano, anche a Ferno è risultata una significativa diminuzione delle concentrazioni di ossidi di azoto, mentre l’andamento del PM10 è meno definito.

Anche in questa zona, a ciò possono aver contributo la presenza della componente secondaria del PM10, il possibile incremento del riscaldamento domestico e alcuni episodi di trasporto di polveri e sabbie dall’Est Europa e dal Mar Caspio.

Rispetto alle variazioni dovute alla quasi totale assenza del traffico aereo e del connesso traffico veicolare, dal confronto con gli andamenti rilevati nelle province di Milano Varese non sono emerse differenze significative.

In generale, gli effetti maggiori del lockdown non si sono però manifestati a Ferno, quanto in altre stazioni, in particolare quelle “da traffico” poste in prossimità di strade normalmente interessate da intenso transito veicolare.

Questo esito è in linea con i risultati di precedenti studi e approfondimenti: nonostante le emissioni aeree e aeroportuali nel loro insieme – a scala regionale o di bacino – possano non essere trascurabili, in particolare per gli ossidi di azoto, il loro impatto a livello locale per gli inquinanti normati non si distingue dall’impatto di tutte le altre fonti presenti.

Considerato che la stagione in cui è avvenuto il lockdown non è quella più rappresentativa per l’inquinamento fotochimico, riguardo all’ozono si è registrato solo un incremento dei valori correlato all’aumentare della temperatura e non ostacolato dalla presenza di monossido di azoto che, in una situazione normale, tende a reagire con l’ozono diminuendone le concentrazioni a livello locale.

Consulta la pubblicazione: LIMITAZIONI COVID-19 E QUALITA ARIA MALPENSA

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