È stato installato presso la stazione “Città dei Ragazzi” di Cosenza, della rete di monitoraggio della qualità dell’aria gestita dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal), un innovativo sistema multi-sensore per il monitoraggio ambientale, frutto della collaborazione strategica tra Arpacal, il Dipartimento Dimes dell’Università della Calabria e l’Istituto Icar-Cnr.
Il prototipo, sviluppato sotto la supervisione scientifica di Domenico Luca Carnì (Dimes-Unical), con il contributo attivo della dottoranda Alejandra Guerrón e la direzione tecnica di Francesco D’Amore (Icar-Cnr), è progettato per rilevare in tempo reale parametri ambientali chiave quali:
- monossido di carbonio (CO) – Inquinante prodotto da combustioni incomplete di qualsiasi materiale organico
- biossido di zolfo (SO₂) – Prodotto da varie attività antropiche, tra cui la combustione di carburanti fossili
- biossido di azoto (NO₂) – Emesso principalmente dal traffico veicolare, impianti di riscaldamento civili ed industriali e da vari processi industriali
- ozono (O₃) – Prodotto dalla reazione tra precursori naturali antropici con l’irraggiamento solare
- e le principali variabili meteorologiche: temperatura e umidità.
L’infrastruttura è pensata per facilitare la diffusione capillare di nodi di rilevamento in aree urbane e rurali, offrendo una base operativa per future reti di sorveglianza ambientale distribuita su tutto il territorio regionale.
La sinergia con Unical e Cnr conferma l’orientamento strategico dell’Agenzia verso l’innovazione applicata, creando soluzioni tecnologiche concrete a supporto della salute ambientale e della pianificazione territoriale.
Il prototipo resterà in campo per sei mesi nell’ambito di una campagna di inter-comparazione tra i dati Arpacal e quelli generati dal sistema sperimentale. I risultati contribuiranno al miglioramento delle tecnologie di monitoraggio delle aree urbane e all’efficacia delle politiche ambientali regionali.



Molto interessante !! Una domanda: esiste una ventilazione forzata della cassetta, una ventola che fa circolare l’aria ?
Grazie
Salve, innanzitutto ringraziamo per la domanda precisa e tecnicamente interessante che ci da l’occasione di discutere su alcune delle caratteristiche del prototipo sviluppato in collaborazione con CNR, Università della Calabria (UNICAL), ARPACAL e Replanet, azienda operante nel settore delle energie rinnovabili.
Il prototipo in oggetto si basa sull’integrazione di sensori ambientali con dispositivi di gestione e immagazzinamento dati. Il prototipo ha come principale requisito quello della replicabilità a basso costo.
Quello che misuriamo è il segnale di fondo degli inquinanti oggetto di osservazione. Questo obiettivo ci permette di evitare di inserire nel dispositivo sistemi di ventilazione forzata, che sarebbero indispensabili se l’oggetto della misura fosse diverso. In tal caso, sarebbe stato necessario utilizzare delle pompe di aspirazione, al fine di prelevare una data e ben definita quantità d’aria da esporre ai sensori che vede in foto. Nel nostro caso invece i sensori sono direttamente esposti all’ambiente di interesse proprio perché il segnale che vogliamo misurare è quello di fondo dell’ambiente in cui il dispositivo opera.
È allo studio un altro prototipo che prevede il prelevamento forzato dell’aria, e in tal caso i sensori non sono esposti all’ambiente esterno ma solo all’aria prelevata.
Arpa Calabria