Giochi di riflessi - Lago di Ledro

Per lo sviluppo di una cultura ambientale sempre più “a misura di cittadino”

Enrico Menapace

Intervista a Enrico Menapace, direttore generale di Appa Trento. Continuiamo con lui il “giro d’Italia” con i direttori generali delle Agenzie ambientali che compongono il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, per capire da loro come stanno affrontando l’attuale periodo di crisi e come pensano di poter contribuire ad uscirne in una logica di “transizione ecologica”, come sempre più spesso si legge nei documenti ufficiali.

Narciso - Laghi di Bombasel (TN)
Narciso – Laghi di Bombasel (TN) – Trento – Acqua – foto di Raffaele Fava

Il Paese sta affrontando una crisi sanitaria, economica e sociale con pochi precedenti, ma al contempo sta lavorando per uscirne e costruire una prospettiva di ripartenza. In quale modo il SNPA può dare il proprio contributo perché questa ripartenza sia nel segno dell’ambiente?

L’anno che ci siamo da poco lasciati alle spalle, tragico per molti punti di vista, ha però portato alla luce una serie di riflessioni fondamentali per noi “custodi” della tutela ambientale; come prima considerazione mi sembra basilare che la (ri)crescita economica “post pandemica” non possa prescindere da un sostanziale rafforzamento generale che l’Ente pubblico dovrà saper garantire verso la tutela dell’ambiente, intesa nella più ampia accezione di cultura ambientale. Il futuro è infatti per buona parte nelle mani dei nostri concittadini e solamente se sapremo veicolare il messaggio dell’importanza dello sviluppo sostenibile e del rispetto ambientale nella vita di tutti i giorni, potremo realmente considerarci soddisfatti del nostro operato.

Da questo punto di vista il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha avuto e sta avendo tutt’ora un ruolo cruciale: creare infatti un organismo coeso che possa stimolare, mediante un ricco programma di attività e soprattutto grazie alle competenze delle varie Agenzie che lo compongono, lo sviluppo di una cultura ambientale sempre più “a misura di cittadino” e non come un tempo rivolta ai soli decisori politici, è un primo grande passo verso la creazione di una realtà nazionale sempre più forte ed efficace che, contestualmente alle problematiche attuali, possa fornire una solida base per la ripresa generale del nostro paese.

Finestra naturale sulle Dolomiti
Finestra naturale sulle Dolomiti – Trento – Montagna – foto di Barbara Dellantonio

Se la ripartenza del Paese deve essere nel segno dell’ambiente, quali potrebbero essere i problemi che ancora impediscono il consolidamento di un forte Sistema nazionale di protezione ambientale, da affrontare e risolvere una volta per tutte?

L’operato e gli importanti risultati raggiunti in questi anni dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, hanno messo in luce come l’intero Sistema debba però ancora raggiungere una “maturità” tale che lo possa rendere riconoscibile e soprattutto individuabile al di fuori dei consueti canali tematici “dedicati” al mondo della tutela e del rispetto ambientale. In linea generale penso che una delle difficoltà principali sia innanzitutto di tipo giuridico. Se da una parte infatti la legge istitutiva 132/2016 è stata fondamentale per il consolidamento di quella importante collaborazione tra Regioni poi divenuto Sistema, è anche vero che la medesima norma ha mostrato diversi limiti nell’applicazione e l’assenza di approvazione di decreti attuativi, dà prova di ciò.

Ritengo inoltre che affinché questo organismo possa raggiungere la piena efficacia bisognerà tenere sempre maggiormente conto delle differenze inevitabili che caratterizzano le varie Agenzie ambientali italiane, fattore questo strettamente correlato a problematiche di risorse non solo economiche ma anche di tipo strutturale: mi riferisco in particolare alle Agenzie più “piccole” (come quella che dirigo) che inevitabilmente nei processi di partecipazione alle attività di SNPA possono aver mostrato alcuni limiti, non ascrivibili di certo ad una mancanza di interesse o di collaborazione, quanto piuttosto ad un discorso legato alle limitate risorse di personale. Presa coscienza di queste inevitabili differenze, ritengo sia al contempo fondamentale tentare di superare le eccessive frammentazioni nelle attività tecniche delle Agenzie e da questo punto vista l’approvazione dei LEPTA potrebbe rivestire un passaggio fondamentale per creare maggiore uniformità all’interno del Sistema, in particolare fornendo livelli sia qualitativi che quantitativi di prestazioni tecniche ambientali il più possibile omogenei sul territorio nazionale.

Anche da punto di vista comunicativo in questi anni è stato fatto un lavoro esemplare: il mio auspicio per il futuro è che il Sistema, possa, da un lato venire sempre maggiormente concepito come importante strumento tecnico scientifico, ma che al contempo siano sempre più affinate tutte quelle nuove tecniche comunicative che dobbiamo necessariamente conoscere e quindi sviluppare per tentare di rivolgerci alle nuove generazioni, veri futuri custodi del nostro ambiente.

La curiosità è femmina - Paneveggio (TN)
La curiosità è femmina – Paneveggio (TN) – Trento -Biodiversità – foto di Raffaele Fava

Sulla base di condizioni di rinnovata forza e autonomia il SNPA può svolgere un ruolo importante nello scenario che si sta profilando in Italia ed in Europa?

Partendo dal concetto iniziale, ovvero che la ripresa economica post Covid non potrà in alcun modo prescindere da un rafforzamento delle azioni di tutti gli attori in campo a sostegno delle politiche ambientali, auspico un SNPA sempre più “robusto” che possa ed anzi debba divenire l’attore principale di riferimento a livello nazionale nell’ambito delle politiche ambientali e della green economy. Una volta che il Sistema sarà riconosciuto a questo livello, penso sarà fondamentale anche aprirsi ad una “dimensione” europea; proprio a tal riguardo non posso dimenticare di nominare il famoso “Green Deal”, il piano di transizione verde con cui l’Unione europea intende azzerare il suo impatto climatico entro il 2050: penso che questa nuova strategia per la crescita “verde” dell’Europa non potrà prescindere, per la sua realizzazione, da una serie di misure, anche politiche che, giocoforza, necessiteranno di una forte coesione tra gli Stati membri.

Un altro strumento per il quale sarà sempre più efficace avere una “gestione” comune anche a livello interagenziale e che altresì ritengo fondamentale per il rafforzamento della già citata “cultura ambientale”, è senza dubbio la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile che a livello italiano declina i 17 obiettivi di sviluppo sostenibili delineati dall’Agenda2030.

A livello locale le Regioni e Province autonome italiane, in accordo con il MATTM, stanno definendo le loro strategie locali per lo sviluppo sostenibile; APPA Trento, in questo ambito, è impegnata alla redazione della Strategia provinciale per lo Sviluppo Sostenibile – SproSS. Recentemente la nostra Giunta provinciale ha approvato il documento preliminare della Strategia provinciale che, in coerenza con la nuova programmazione europea 2021-2027, si articola in 5 aree strategiche (un Trentino più verde, più connesso, più intelligente, più sociale, più vicino ai cittadini) e 20 obiettivi di sostenibilità provinciali da raggiungere entro il 2030. L’importanza strategica delle Strategie regionali e provinciali per lo sviluppo sostenibile è rafforzata dal fatto che la declinazione a livello locale e nazionale degli obiettivi di sostenibilità è condizione abilitante per l’accesso ai fondi previsti nei rinnovati strumenti dalla programmazione europea 2021-2027.

In linea generale, in questo scenario, un attore principale forte e coeso a livello nazionale sarà fondamentale per poter gestire al meglio questi nuovi obiettivi; ritengo comunque indispensabile l’apertura a livello europeo per cercare nuove partecipazioni, creare confronti, imparare ulteriori esperienze da altri Paesi Europei che possono vantare diversi primati, ad esempio per la raccolta differenziata, per l’uso delle energie rinnovabili, o per nuove forme di mobilità sostenibile, ma contestualmente, anche per poter fornire il nostro know-how e quindi poter condividere molteplici traguardi ambientali di cui possiamo andare fieri.

Intervista a cura di Jacopo Mantoan (Appa Trento)

maestosità
maestosità – Trento – Montagna – foto di Maria Elena Garini

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