Arpa FVG nel 2024 ha avviato la ricerca di ulteriori 50 inquinanti nelle acque. Nel corso dell’anno sono state infatti monitorate in questa matrice 490 molecole, in netto aumento rispetto alle 440 ricercate nel 2023.
Si tratta di numeri che confermano il trend ormai pluridecennale di incremento del numero di inquinanti ricercati nelle acque regionali dal Laboratorio di Arpa FVG. Basti pensare che nel lontano 2005 erano appena 54.
Solo per quanto riguarda i pesticidi, il numero di principi attivi e loro metaboliti ricercati è incrementato dalla ventina monitorati 15 anni fa agli attuali 180.
Particolarmente significativo è poi il raddoppio del numero di farmaci e cosmetici ricercati, facenti parte di un’ampia gamma di principi attivi utilizzati per diversi scopi, comprendenti analgesici, antipiretici, antibiotici, anticoagulanti, antidepressivi, antiepilettici, antipertensivi e antimicotici.
Il netto aumento del numero di microinquinanti organici ricercati è coerente con quanto stabilito dalla Direttiva (UE) 2024/3019, che istituisce nuove regole per i trattamenti delle acque reflue urbane, ponendo particolare attenzione all’immissione nell’ambiente di residui di farmaci.
Quest’ultimo è uno dei fattori alla base della diffusione dell’antibiotico resistenza. Il Laboratorio di Arpa FVG si è attivato per fornire il proprio contributo per affrontare questa emergenza globale, implementando un ampio ventaglio di metodi analitici, comprendente tecniche microbiologiche, chimiche, di biologia molecolare e di sequenziamento genomico, come la tecnologia NGS (Next Generation Sequencing).
Nell’ambito degli inquinanti emergenti, per quanto riguarda i PFAS nel 2024 si è registrato un netto incremento sia del numero di campioni di acqua prelevati, 823 rispetto ai 748 dell’anno precedente, che di quello dei punti monitorati, cresciuto da 343 a 390.
Il controllo dei PFAS è stato inoltre esteso anche alle acque destinate al consumo umano, conformemente a quanto stabilito dall’evoluzione normativa.
A ulteriore garanzia della qualità dei dati forniti ai cittadini, il 74% delle molecole monitorate nelle acque vengono ricercate con metodi analitici accreditati ai sensi della norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025.
