Le conseguenze dei cambiamenti climatici nel contesto alpino

Prendere conoscenza diretta delle principali tematiche riguardanti gli effetti e le conseguenze dei cambiamenti climatici nel contesto alpino, questo l’obiettivo della visita in Valle d’Aosta del 24 giugno scorso della delegazione della Commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali del Senato.

La missione della commissione deriva da oltre due anni di approfondimenti e scambi con l’apparato regionale per il tramite del Senatore valdostano Albert Lanièce, Vice Presidente della Commissione, e fa seguito all’audizione in Commissione dello scorso 13 aprile nel corso della quale ARPA Valle d’Aosta e Fondazione Montagna Sicura hanno reso un primo approfondimento sui ghiacciai.

I senatori hanno partecipato a una ricognizione dei ghiacciai di Planpincieux e delle Grandes Jorasses fino al Rifugio Boccalatte e hanno successivamente visitato la funivia SkyWay del Monte Bianco.

Nel pomeriggio i componenti della Commissione hanno approfondito in una tavola rotonda che ha visto coinvolti ARPA Valle d’Aosta, Fondazione Montagna Sicura, i Dipartimenti dell’Ambiente e della Programmazione, Risorse idriche e Territorio della Regione autonoma Valle d’Aosta, oltre all’Unione valdostana guide di alta montagna e al Soccorso alpino valdostano, sei temi centrali:

  • stato di (non) salute dei ghiacciai
  • carenza idrica a causa della riduzione della massa glaciale
  • Piano di monitoraggio dei rischi glaciali e frequentazione dei ghiacciai
  • ruolo del Soccorso alpino valdostano
  • ruolo delle Guide alpine
  • Strategia regionale di adattamento

L’obiettivo del lavoro di questi mesi svolto dalla Commissione, completato con la visita a Courmayeur, è quello di raccogliere dati e scenari per formulare un documento di indirizzo che sarà sottoposto inizialmente alla Commissione Senato e, successivamente, all’aula legislativa.
Come ha ben spiegato il Senatore valdostano, l’intento è quello di sollecitare il Governo e l’opinione pubblica su una problematica così importante che vede protagoniste non solo le regioni alpine, e quindi anche la Valle d’Aosta, ma l’intero pianeta.

Le Agenzie ambientali verso la ricerca applicata e il modello organizzativo valdostano come esempio

“Le Agenzie ambientali si stanno orientando sempre più verso una ricerca applicata, perché è il modo per arrivare a meglio controllare e monitorare gli effetti sull’ambiente dell’attività antropica, specializzandosi su un monitoraggio predittivo capace di anticipare i fenomeni che sempre più oggi sono evidenti” afferma il Direttore generale Igor Rubbo.

“Il modello organizzativo valdostano è coeso e vede Enti diversi che collaborano fattivamente in maniera sistematica, lavorando per lo stesso obiettivo, ma con ruoli precisi: questo modello è da prendere ad esempio anche a livello nazionale e serve un supporto normativo che vada in tal senso” prosegue Rubbo.

Nel video, il suo intervento completo in apertura della Tavola rotonda che ha visto un proficuo scambio tra parte tecnica e parte politica.

L’acqua di oggi è il ghiaccio di ieri

Due gli obiettivi dell’intervento del collega Edoardo Cremonese:

  • Collocare la crisi idrica che si sta vivendo a livello nazionale dal suo punto di partenza, cioè la montagna
  • Cogliere il collegamento tra l’estremo climatico di questo anno e il contesto di cambiamento climatico che si sta vivendo.

L’assenza di accumulo nevoso sui ghiacciai, che in questa stagione normalmente alimenta i corsi d’acqua, fa si che i ghiacciai, complici le alte temperature, inizino a fondere e che quindi si stia utilizzando una risorsa non rinnovabile, con conseguente impoverimento dello stock idrico della nostra regione e delle aree di montagna.

“Il 2022 rappresenta già uno dei peggiori scenari delle modellazioni che si sono fatte al 2050: è chiaro che si tratta di un evento estremo, ma è ciò che ci aspetta nei prossimi decenni” afferma Edoardo cremonese.

Nel video l’intervento completo.

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