ARPA Toscana ha promosso un seminario sul recupero del litio dalle “brine geotermiche”

Il 17 luglio 2025, a Firenze, presso Palazzo Sacrati-Strozzi, ARPA Toscana ha organizzato con la Regione Toscana un seminario sul recupero di materiali rari, come il litio, attraverso processi innovativi di riciclaggio basati sui principi dell’economia circolare che vuole valorizzare ogni tipo di scarto anche quello proveniente da processi industriali. In particolare, si è parlato del potenziale delle “brine geotermiche” come fonte alternativa di approvvigionamento per il litio.

Molti gli interventi sia istituzionali che del mondo della ricerca e dell’Università.

Il litio è considerato una delle materie prime più strategiche per la transizione ecologica ed energetica, fondamentale per la produzione di batterie e lo stoccaggio di energia rinnovabile. Attualmente, la produzione mondiale è concentrata in pochi Paesi (Cile, Australia e Cina) e l’approvvigionamento mostra una crescente dipendenza dai mercati esteri, per ridurla e promuovere un approvvigionamento più sostenibile, la Regione Toscana ha avviato un percorso che integra recupero da rifiuti (urban mining), ricerca scientifica e valorizzazione del recupero di litio dalle risorse geotermiche locali.

L’assessora regionale all’ambiente e economia circolare, Monia Monni, ha ribadito l’impegno della Toscana nel consolidare nuovi modelli di economia, come quella circolare da considerare asse portante delle politiche ambientali regionali. La Regione ha adottato un Piano per l’economia circolare che promuove il riutilizzo degli scarti urbani e industriali, anche attraverso impianti innovativi. In questo contesto, è stato annunciato l’avvio di uno studio pubblico indipendente sul potenziale estrattivo delle brine geotermiche toscane, in collaborazione con ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana) e RSE (Ricerca sul Sistema Energetico).

Le brine geotermiche attraversano formazioni rocciose ricche di minerali e si arricchiscono anche di litio. In Toscana, grazie alla presenza di 33 centrali geotermiche gestite da Enel Green Power, si dispone già di una rete infrastrutturale avanzata.

ARPAT, che da anni monitora le emissioni e gli impatti ambientali della geotermia, come spiegato da Francesca Andreis, responsabile del settore Geotermia di ARPAT, di recente, ha avviato un progetto con RSE (Ricerca sul Sistema Energetico), con il supporto della Regione Toscana, per valutare la fattibilità tecnica e ambientale dell’estrazione di litio da questi flussi prima della loro reiniezione nel sottosuolo.

ARPAT, come ricordato da Francesca Andreis, svolge controlli approfonditi su emissioni atmosferiche, qualità dell’aria, acque superficiali e sotterranee, con particolare attenzione all’area del Monte Amiata. La reiniezione delle acque geotermiche è già soggetta a prescrizioni ambientali specifiche, che garantiscono la stabilità del bacino geotermico. L’ipotesi di recuperare litio prima della reiniezione si inserisce quindi in un modello già normato e consolidato, con l’obiettivo di massimizzare il valore delle risorse esistenti minimizzando l’impatto.

Nei loro interventi, Domenico Cipriano (RSE) e Andrea Dini (CNR) hanno sottolineato che il recupero del litio dalle “brine geotermiche” può rappresentare una soluzione concreta per integrare, non sostituire, l’estrazione primaria. Tuttavia, servono investimenti in tecnologie di separazione, analisi di sistema e strategie industriali sostenibili. Le brine geotermiche toscane, sebbene meno ricche di litio rispetto a quelle vulcaniche del Lazio e della Campania, potrebbero offrire quantità significative di materia prima (fino a 100–120 mg/l), utili per una produzione locale su scala industriale.

Maurizio Guerra (ISPRA) ha sottolineato la necessità di affiancare lo sviluppo tecnologico con una regolamentazione chiara, che garantisca tutela ambientale e sociale senza scoraggiare gli investimenti. L’urban mining, la riattivazione di miniere dismesse e il recupero di materie prime critiche dai rifiuti richiedono un quadro normativo aggiornato, partecipazione delle comunità locali e trasparenza nei processi decisionali.

Il Presidente della Regione, Eugenio Giani, ha concluso i lavori sottolineando come la Tosca-una possa diventare un laboratorio nazionale per l’economia circolare e l’estrazione sostenibile di materie prime critiche. La crescente adesione dei Comuni alle aree geotermiche, il rinnovato interesse per le miniere dismesse e l’attenzione delle imprese locali verso la valorizzazione degli scarti industriali dimostrano una nuova maturità territoriale verso modelli produttivi più resilienti e responsabili. Il seminario ha confermato l’urgenza di affrontare la crisi delle materie prime critiche con soluzioni concrete e coordinate. Il recupero del litio dalle brine geotermiche rappresenta una delle strade più promettenti per conciliare sostenibilità ambientale, sicurezza energetica e sviluppo economico. La Regione Toscana intende proseguire con determinazione su questa strada, investendo in ricerca pubblica, innovazione tecnologica e sinergie tra istituzioni, enti di controllo, università e industria.

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