
Un indice per leggere la salute del mare
Come ottenere un quadro chiaro e affidabile della qualità dell’ambiente marino, senza arrecare disturbo o danno agli organismi viventi? In Liguria è utilizzato il Carlit, un indice biologico utilizzato per la classificazione dello stato ecologico delle acque marino-costiere (in conformità con il D.Lgs. 152/2006), che trova applicazione esclusivamente in aree caratterizzate da coste rocciose. Si basa sull’osservazione visiva delle comunità macroalgali, in particolare di quelle dominate da specie strutturanti come Ericaria amentacea (ex Cystoseira amentacea), considerate bioindicatori sensibili dello stato ambientale.
Quando e come si applica il metodo
La metodologia prevede il monitoraggio nei mesi primaverili, da aprile a giugno, quando le alghe raggiungono il loro massimo sviluppo. Il rilevamento viene effettuato tramite piccole imbarcazioni, che navigano a ridosso della costa per osservare in modo non invasivo le comunità macroalgali presenti lungo il litorale.
Le alghe come bioindicatori
Le macroalghe sono ottimi bioindicatori: la loro composizione e distribuzione rispondono rapidamente a pressioni ambientali come eutrofizzazione, inquinamento organico e urbanizzazione costiera. In ambienti ben conservati prevalgono le specie brune strutturanti, mentre nelle zone alterate aumentano le forme opportuniste e tolleranti, come le Ulvales (la cosiddetta “lattuga di mare”).
Uno strumento semplice ed efficace
Il metodo Carlit è semplice, rapido e a basso costo. È ideale per attività di screening su vasta scala, perché permette di individuare aree critiche o a rischio dove concentrare eventuali approfondimenti.
Il ruolo di Arpa Liguria
Arpa Liguria ha avuto un ruolo pionieristico nello sviluppo e nell’applicazione del metodo, collaborando fin dal 2004 con l’Università di Genova per adattarlo alla realtà ligure. Oggi il Carlit è riconosciuto a livello internazionale ed è utilizzato lungo gran parte delle coste mediterranee di Italia, Francia e Spagna.
Il piano di monitoraggio
Il monitoraggio avviene secondo un piano triennale e copre le 16 aree costiere rocciose della Liguria. I dati raccolti nel tempo confermano una buona qualità ecologica delle acque nella maggior parte dei siti monitorati, con comunità algali ben strutturate e una significativa presenza di specie indicatrici. Le situazioni di biodiversità ridotta si registrano solo in tratti di costa naturalmente esposti al forte moto ondoso.
I dati raccolti negli anni testimoniano la buona qualità ecologica delle acque in molte delle aree monitorate, con comunità algali ben strutturate e una presenza significativa di specie indicatrici di elevata qualità ambientale. Le uniche situazioni di biodiversità ridotta si osservano in tratti di costa particolarmente esposti al moto ondoso, dove le condizioni fisiche naturali limitano lo sviluppo di comunità stabili.
Dal 2025: monitoraggio tutto digitale
Dal 2025, Arpa Liguria ha introdotto strumenti elettronici georeferenziati per raccogliere e gestire i dati di campo, abbandonando definitivamente le schede cartacee. Questo aggiornamento ha migliorato efficienza, affidabilità e tracciabilità del monitoraggio.
Tutti i dati sono archiviati e resi disponibili sul portale ambientale regionale “Ambiente in Liguria” per garantire trasparenza e condivisione delle informazioni con cittadini, amministrazioni e operatori del settore.