Laboratorio Arpa Toscana: messa a punto del metodo per determinazione Cloroalcani in acque superficiali

Il Laboratorio Arpat dell’Area Vasta Costa con sede a Livorno ha messo a punto un metodo per la determinazione dei n-alcani policlorurati a catena corta, meglio conosciuti come “Cloroalcani C10-C13” o con l’acronimo SCCPs “short-chain polychlorinated paraffines”, nelle acque superficiali.

Si tratta di miscele di paraffine con un numero di atomi di carbonio compreso fra 10 e 13 e un numero variabile di atomi di cloro (approssimativamente fra i 4 e i 10 atomi di cloro) corrispondenti a frazioni di massa, in termini di cloro, comprese fra il 50% e il 67%. Tali miscele comprendono circa 8000 molecole dello stesso genere.

Vengono utilizzati come componenti dei lubrificanti nel taglio dei metalli o nelle operazioni di metal forming, come plasticizzanti secondari e ritardanti di fiamma nelle plastiche, in particolare PVC, ma anche come ritardanti di fiamma in vari prodotti fra cui gomme, pitture, rivestimenti adesivi e sigillanti.

Si riporta di seguito la classificazione CE (regolamento CLP n. 1272/2008):

Categorie di pericoloIndicazioni di pericolo
Carc. 2H351 Sospettato di provocare il cancro
Aquatic Acute 1H400 Molto tossico per gli organismi acquatici
Aquatic Chronic 1H410 Molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata

In base alla direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, questa classe di composti è identificata come sostanza pericolosa prioritaria.

Il valore di riferimento è riportato nel Testo unico ambientale (D.Lgs. 152/2006, Parte III, Tab. 1/A ) “Standard di qualità ambientale nella colonna d’acqua e nel biota per le sostanze dell’elenco di priorità” dove nell’Allegato 1 “Monitoraggio e classificazione delle acque in funzione degli obiettivi di qualità ambientale” si specifica che: “Per questo gruppo di sostanze non è fornito alcun parametro indicativo. Il parametro o i parametri indicativi devono essere definiti con il metodo analitico”.

A livello internazionale, il metodo di riferimento è l’UNI EN ISO 12010:2019 “Qualità dell’acqua – Determinazione di alcani policlorurati a catena corta (SCCP) in acqua – Metodo per gas cromatografia con spettrometria di massa (GC-MS) e ionizzazione chimica a ioni negativi”.

A causa della peculiarità del parametro nonché del metodo da utilizzare, ad oggi sono pochissimi i laboratori che eseguono questa analisi.

Il Laboratorio ha acquisito la strumentazione necessaria, costituita da un gascromatografo con rivelatore a selezione di massa con ionizzazione chimica negativa (NCI), nonchè gli standard di riferimento, di difficile reperibilità e costosi, ed ha proceduto alla messa a punto del metodo.

Nei mesi di dicembre 2020 ed aprile 2021 il Laboratorio ha partecipato a due circuiti interlaboratorio internazionali organizzati da AGLAE (Association Générale des Laboratoires d’Analyses et d’Essais con sede in Francia) “C10-C13 Chloroalkanes (SCCPS) in natural waters” con esito ampiamente positivo ottenendo valori di z-score (indicatore della performance del laboratorio rispetto agli altri laboratori e scarto relativo tra il valore misurato dal laboratorio ed il valore bersaglio) pari a –0,01 e +0,50 rispettivamente.

Testo di Elisa Sprugnoli


 

2 pensieri su “Laboratorio Arpa Toscana: messa a punto del metodo per determinazione Cloroalcani in acque superficiali

  1. molto interessante la metodica e complimenti per i risultati dei ring test. Purtroppo avere uno strumento dedicato in Arpa è una rarità soprattutto la modalità ionizzaione chimica negativa…sarebbe interessante in ogni caso avere strumenti più versatili per applicarla.

  2. Lo strumento acquistato viene utilizzato nelle condizioni descritte (perché necessarie sia formalmente che tecnicamente, per l’applicazione del metodo), tuttavia è versatile e con esso vengono determinati anche ftalati, e, volendo, tutta una serie di inquinanti organici cambiando modalità di ionizzazione (esempio EI anziché CI) e modalità di iniezione/pretrattamento (SSL, SPME,…), utilizzando, dove possibile, la fibra selettiva nel caso dell’SPME. – Laboratorio Arpat dell’Area Vasta Costa

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