Dalla conciliazione vita-lavoro al benessere organizzativo, il ruolo “sentinella” del CUG

Intervista a Simona Cerrai, presidente CUG Arpat e vicepresidente della Rete CUG Ambiente, che racconta l’evoluzione e il ruolo innovativo dei Comitati a garanzia di chi opera nella pubblica amministrazione.

La legge istitutiva dei CUG ha sicuramente segnato un confine tra ciò che prima veniva fatto facoltativamente e ciò che ora, per dare concretezza alla norma, deve essere  fatto.

La Toscana, per alcuni aspetti è sempre stata all’avanguardia: sia la classe politica, sia i cittadini e le cittadine, il mondo dell’associazionismo e in particolare quello delle donne hanno sempre posto molta attenzione ai temi della conciliazione, delle pari opportunità, della differenza di genere. Ed oggi l’attenzione si si è spostata sui temi del benessere organizzativo e del contrasto ad ogni forma di discriminazione, delle forme di lavori flessibili e dell’innovazione tecnologica.

Quindi l’evoluzione dal CPO al CUG, al nostro interno, ha rappresentato un percorso naturale di crescita, consapevolezza e cambiamento culturale che ha coinvolto lavoratori e lavoratrici. Possiamo affermare con orgoglio come la nostra Agenzia, grazie al lavoro di molti e molte e all’appoggio della Direzione, sia stata una delle protagoniste della costituzione della Rete CUG delle Agenzie ambientali che oggi siede al Tavolo del FORUM CUG che raggruppa più di 150 amministrazioni ed è rappresentata dalla Presidente Mariarosa Caporali, coadiuvata dalle vicepresidenza di Ispra e Arpa Toscana, di recente rinnovate nelle cariche.

Qual è la principale funzione del CUG nell’organizzazione ARPAT ?

Nella nuova riforma della PA, si è conosciuto un ruolo strategico dei CUG quali organismi in grado di supportare i decisori nel perseguire una politica di cambiamento nell’organizzazione pubblica per favorire innovazione tecnologica e organizzativa. Oggi i CUG svolgono un ruolo fondamentale come sentinelle dell’attuazione della riforma all’interno degli enti pubblici.

Forti dell’esperienza virtuosa del FORUM dei CUG (al quale ARPAT ha aderito come Agenzia nel 2016, come componente della Rete CUG delle Agenzie), oggi i Comitati sono attori e propulsori del cambiamento, svolgendo una funzione importante per la valorizzazione delle diversità, la promozione di azioni positive e l’introduzione di strumenti di flessibilità lavorativa a supporto della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. E’ compito di ogni CUG di adottare un approccio incentrato sulla persona (uomo o donna) che lavora, sul benessere organizzativo nell’organizzazione, sulla conciliazione vita/lavoro, sulla sperimentazione di forme flessibili di lavoro. In ARPAT, ad esempio dove la popolazione è sempre più anziana, la diffusione di migliori condizioni nel contesto organizzativo diventa una condizione essenziale per favorire qualità del lavoro e della performance.

Occorre poi ricordare, come nel nuovo contratto nazionale sanità (ma anche negli altri contratti), sia data enfasi al tema del Benessere Organizzativo, tanto che è proposto nell’articolato contrattuale, l’istituzione di un nuovo Organismo paritetico per l’innovazione, che interverrà sugli stessi temi di pertinenza del CUG, e per i quali sarà necessario trovare adeguata sintesi e sinergia senza spreco di energie e risorse pubbliche.

Quali sono le prossime sfide del CUG nell’organizzazione ARPAT?

Sul piano strategico, il CUG può agire su tre ambiti:

1) Mettere a fuoco la capacità di leggere il territorio/contesto organizzativo e interpretare i bisogni delle persone e fare da sensore nei confronti del decisore per creare condizioni migliori nell’ambiente di lavoro. A questo proposito, la sperimentazione del lavoro agile o smart working, costituisce una grande opportunità, che può moltiplicare le energie e favorire la conciliazione.

2) Il CUG può farsi promotore di azioni e proposte per creare il ponte che deve collegare le regole con i comportamenti, le norme astratte con le situazioni concrete. Come scrive il premio nobel Amartya Sen – nelle organizzazioni le regole fatte bene sono essenziali, ma altrettanto lo sono i comportamenti degli attori, che “non sono soltanto un insieme di atti”, ma devono basarsi su “una cultura fatta di principi, esempi e motivazioni”. Per funzionare le organizzazioni hanno bisogno di continue iniezioni di sforzi personali e di motivazione, di comportamenti etici, di una nuova “etica” del pubblico, di assunzione di ruolo e di responsabilità, di monitoraggio e valutazione.

3) Partecipare attivamente al FORUM CUG e ai lavori della RETE del SNPA per mettere in sinergia le esperienze, per copiare e trasferire le migliori esperienze in Toscana , attraverso la costruzione di “modelli che possono essere adattati e replicati dalle singole organizzazioni”, a partire dalla valorizzazione dei codici etici e nuovi sistemi di monitoraggio e controllo dell’operato del CUG.

 

Quali sono gli strumenti concreti che ARPAT e il CUG metteranno in campo per raggiungere i nuovi obiettivi?

A fianco dell’impegno della Direzione nel supportare e sollecitare il ruolo del CUG, la normativa mette a disposizione delle pubbliche amministrazioni il Piano Triennale delle Azioni Positive (art. 48 D.Lgs. 198/2006) che ARPAT ha adottato nel marzo 2017 per il triennio 2017-2019.

Nel Piano sono definite le azioni concrete che daranno corpo agli obiettivi di miglioramento del benessere organizzativo in Agenzia, ad una sempre maggiore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, all’eliminazione di qualsiasi discriminazione e alla promozione dell’innovazione come richiesto sia dai cittadini che dai recenti sviluppi normativi.

La formazione e l’informazione giocano un ruolo cardine nel Piano approvato da ARPAT, sia per la conoscenza degli istituti che il contratto mette a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici per meglio conciliare i tempi di vita e di lavoro in ogni periodo della vita stessa e in modo particolare in un momento storico che vede un età media della PA sempre crescente, sia per fornire strumenti operativi per la gestione dei rapporti sul luogo di lavoro possibile fonte di malessere e di perdita di efficienza nel processo lavorativo.

Al monitoraggio continuo degli indicatori sullo stato del personale si affiancano, nel Piano, percorsi per poter incrementare le postazioni di telelavoro, l’utilizzo di nuove modalità di fruizione della formazione interna attraverso le piattaforme digitali che aiutino a superare le difficoltà causate dagli spostamenti, il potenziamento delle occasioni di confronto con le altre realtà agenziali per condividere buone pratiche e ottimizzare le risorse.

Il CUG ha rilanciato all’interno dell’Agenzia la sfida dello smart working previsto dalla L. 124/2015 e meglio definito dal Ministero della Funzione Pubblica con la Direttiva n. 3/2017.

Un intervento formativo del dicembre scorso in cui sono stati presentati sia il ruolo dei CUG nell’implementazione dei tale istituto e nel suo monitoraggio che esperienze virtuose nel panorama delle PA italiane ha dato idealmente l’avvio al processo per la sperimentazione del lavoro agile in ARPAT che potrà affiancarsi al telelavoro domiciliare o presso altra sede più vicina alla residenza del richiedente.

 

A tal proposito la Direttiva 3/2017 ha assegnato ai CUG il ruolo di “sentinella” nel percorso di realizzazione del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni e di monitoraggio delle diverse fasi dalla progettazione fino alla sua attivazione. In ARPAT qual è lo stato dell’arte?

Il CUG ARPAT ha inserito, tra le azioni positive una specifica azione (Azione 4.4 del Piano delle azioni positive dell’Agenzia per il triennio 2017-2019) volta a favorire l’introduzione dello smart-working tra le modalità di lavoro dell’Agenzia così da accrescere il benessere organizzativo.

2 pensieri su “Dalla conciliazione vita-lavoro al benessere organizzativo, il ruolo “sentinella” del CUG

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