Controlli sulla qualità delle acque di balneazione in Campania nel 2022: un resoconto

Con la fine di settembre l’Arpa Campania ha completato tutti i controlli sulla qualità delle acque di balneazione previsti dal calendario regionale lungo il litorale campano in un’ottica di prevenzione di rischi per la salute dei bagnanti. Il monitoraggio è stato avviato regolarmente nel mese di aprile sulla base dell’attribuzione della classe di qualità a ciascuna acqua idonea all’uso balneare, ratificata con apposita delibera regionale (Delibera di Giunta regionale n. 609 del 28 dicembre 2021 – Burc n. 1 del 3 gennaio 2022).

La suddetta delibera individua per l’anno 2022 il 97% della costa balneabile a fronte del 3% non balneabile perché di qualità scarsa, in base al calcolo statistico della classificazione elaborato sui dati analitici delle ultime quattro stagioni balneari (2018-2019-2020-2021). Esclusa da tale conteggio la quota di litorale non adibita alla balneazione, circa 60 chilometri, per la presenza di porti e approdi, strutture militari, aree marine protette, nonché canali e foci di fiumi non risanabili.

Relativamente ai valori percentuali delle diverse tipologie di classi, nella classificazione propedeutica alla stagione balneare 2022 si è rilevato l’88% di acque eccellenti rispetto al 90% della classificazione propedeutica alla stagione balneare 2021. Di contro, si è registrato un leggero aumento delle percentuali di acque buone (5%) e sufficienti (4%), ma è rimasto costante il 3% di acque scarse e quindi in divieto di balneazione.

Ad aprile Arpac ha effettuato la serie dei campionamenti prestagionali su tutte le 328 acque di balneazione cui è suddiviso il litorale campano (41 in provincia di Caserta, 148 in provincia di Napoli e 139 in quella di Salerno). Il documento di riferimento per l’attività di controllo è stata la Delibera di Giunta regionale n. 151 del 30 marzo 2022 (Burc n. 35 del 04.04.2022 – link) di individuazione della rete di monitoraggio stagionale.

I prelievi sono stati effettuati dai tecnici dei Dipartimenti provinciali costieri (Caserta, Napoli, Salerno) a bordo delle otto imbarcazioni di proprietà dell’Agenzia, con il coordinamento del dirigente responsabile della UO Mare – Direzione tecnica Arpac, Lucio De Maio. Le attività si sono svolte nel rispetto del calendario regionale in tutti i punti identificativi delle acque di balneazione, posizionati nelle zone a maggior affluenza di bagnanti e in punti aggiuntivi di studio laddove si prevede un maggior rischio di inquinamento, nel rispetto delle normative di settore.

A tali prelievi vanno aggiunti quelli eseguiti nel corso delle attività ordinarie di monitoraggio per avvistamenti e/o segnalazioni di anomalie, ad esempio schiume, mucillagini, presenza di meduse, rifiuti solidi galleggianti, colorazioni atipiche dovute eventualmente a fioriture di microalghe, occasionali sversamenti di reflui urbani o industriali in mare.

Complessivamente nell’intera stagione balneare il numero di campionamenti effettuati ammonta a 2410 con un numero doppio di determinazioni analitiche processate nei laboratori dell’Arpa Campania per la ricerca degli indicatori di contaminazione fecale determinanti la balneabilità (Escherichia coli ed Enterococchi fecali), inoltre, a questi sono da sommare le analisi per valutare eventuali contaminazioni chimiche (tensioattivi e idrocarburi) e la presenza di microalghe potenzialmente tossiche (fitoplancton).

Tutti i dati del monitoraggio sono stati pubblicati in tempo reale dai referenti dipartimentali sul sito Arpac, tranne che nel periodo di blocco per il grave attacco hacker subito dall’Agenzia a metà agosto. Ad ogni modo i dati sono stati regolarmente pubblicati sul portale sul sito del Ministero della Salute e in più i fatti salienti e l’elenco delle conformità sono stati resi consultabili sul sito web istituzionale della Regione Campania.  Le notizie di rilievo sono state anche diffuse tramite il profilo Twitter di Arpac e tramite comunicati stampa e aggiornamenti sul sito del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente.

A chiusura della stagione balneare 2022 è possibile fare alcune considerazioni sugli esiti dei controlli effettuati in relazione al primo periodo dell’estate, caratterizzato dalla scarsissima piovosità, e al successivo periodo in cui si sono verificati diversi eventi temporaleschi.

Gli esiti non favorevoli registrati ad inizio stagione balneare durante il periodo siccitoso sono da imputare a fatti accidentali o a cattiva manutenzione degli impianti. A titolo di esempio si citano i divieti temporanei registrati nei mesi di aprile, maggio e giugno che hanno riguardato le acque di “Sant’Angelo” (Comune di Serrara Fontana), “Punta San Francesco” (Sant’Agnello), “Bagni di Scraio (Vico Equense), “Lucrino” ed “Arcofelice“ (Comune di Pozzuoli), “Spiaggia a sud del Porto Arechi” e “Spiaggia Libera tra il Fuorni e il Picentino” (Comune di Salerno), e “Sud Picentino, La Picciola, Denteferro” (Comune di Pontecagnano Faiano), “Lido Spineta” (Battipaglia)  e la spiaggia di Minori.  Tutti casi che rientrano in episodi sporadici, come la rottura accidentale della condotta sottomarina del Comune di Serrara Fontana, o a malfunzionamenti degli impianti che hanno provocato sversamenti in mare, le cui cause, in alcuni casi, non sono state ben individuate o documentate.

Successivamente, in corso di stagione balneare, nei primi giorni di luglio e dopo la prima decade di agosto, i fenomeni temporaleschi sono stati la causa dei numerosi superamenti dei valori limite di legge determinati dall’entrata in funzione dei cosiddetti tubi di troppo pieno. Si riportano i casi di “Marina Grande – Lato Est” a Sorrento (Na), acqua eccellente, in divieto di balneazione dal 13 al 20 luglio per un forte temporale verificatosi nei giorni immediatamente precedenti e nuovamente in divieto per il superamento dei valori limite di legge per gli eventi temporaleschi del 9 agosto. In seguito a questo ultimo evento la società di gestione del sistema fognario ha comunicato, in pari data, alle autorità competenti che il sistema fognario, a seguito della copiosità delle piogge aveva subito forti sollecitazioni con la prolungata attivazione di tutti gli scaricatoi di piena degli impianti presenti nel territorio di Sorrento. Solo dopo l’attestazione del ripristino delle normali ed ottimali condizioni di funzionamento idraulico della rete fognaria, Arpac ha tempestivamente organizzato i controlli in mare che hanno dimostrato la cessazione dell’evento inquinante con conseguente revoca del vigente divieto di balneazione, in data 18 agosto.

Situazioni simili hanno determinato i divieti di balneazione nelle acque di Castellammare di Stabia (tratto “ex Cartiera”), Pozzuoli (“Lido di Licola”), Torre Annunziata (“Lido Azzurro”), Torre del Greco (“Calastro”, “Cimitero”, “Torre di Bassano”, “Litoranea sud”) e nel punto studio del tratto denominato “Vico Equense” nell’omonimo comune, revocati solo a fine agosto. Rientrati nei limiti normativi anche i valori batteriologici dei prelievi di settembre nell’acqua “Purgatorio” del comune di Meta, sconsigliata alla balneazione in esito ai prelievi del 10, 18 e 31 agosto risultati non conformi nell’intorno del punto di studio del “troppo pieno”.

Sempre correlata a fenomeni meteorici intensi la criticità registrata a settembre nel punto studio del “troppo pieno” di Coroglio a Napoli nell’acqua di balneazione denominata “Nisida”. In questo caso l’amministrazione comunale, in attuazione del dettato normativo (articolo 10 del decreto legislativo 116/08) e delle disposizioni regionali (articolo 7 del deliberato Dgr n. 151/2022 – Burc n. 35 del 04.04.2022), aveva, a mero scopo precauzionale e nelle more dei riscontri analitici, sconsigliato l’attività balneare nella località “Nisida-La Gaiola”, in seguito all’attivazione della galleria scolmatrice di Coroglio causata da eventi meteorici intensi.

La situazione è poi rientrata a metà settembre con la conformità dei prelievi effettuati da Arpac. La misura di gestione adottata dal Comune di Napoli è da ritenersi di massima efficacia dal momento che in caso di inquinamento dovuto ad eventi meteorologici consente di tutelare i bagnanti senza aspettare i tempi tecnici delle metodiche analitiche per la ricerca dei parametri microbiologici indicatori di inquinamento fecale.

Per la provincia di Caserta è il caso di sottolineare che non sono state rilevate particolari criticità, confermando l’efficacia degli interventi messi in atti negli ultimi anni in materia di depurazione.

Relativamente alla sorveglianza visiva in mare vanno menzionati i casi con evidenze di strie e chiazze di schiume nel Cilento e in penisola sorrentina, quelli con presenza di rifiuti galleggianti e scarsa trasparenza nei tratti di mare “Via Partenope”e “Posillipo”(Napoli) e quelli rilevati in provincia di Caserta per la presenza di alghe rosse nei comuni di Mondragone (“Fiumarelle”, “Stella Maris”, “Rose Rosse”, “Sud Fiume Savone” e a sud della foce del fiume Agnena) e di Castel Volturno (“Pineta Nuova” e “Pescopagano”). Le analisi conseguenziali hanno però escluso il rischio di contaminazione fecale, industriale e la presenza di alghe potenzialmente tossiche confermando l’origine naturale dei fenomeni osservati che possono essere stati accentuati probabilmente dalle alte temperature superficiali del mare e dallo scarso idrodinamismo.

In conclusione, da un bilancio complessivo della stagione balneare 2022, emergono, in alcuni contesti locali, due tipologie di criticità: da un lato, la fragilità dei collettori fognari che si evidenzia nel periodo estivo in seguito a scarsa manutenzione o al sovraccarico determinato dall’aumento di popolazione dell’afflusso turistico; dall’altro, l’inadeguatezza del sistema fognario di tipo misto che in presenza di un aumento di portata dei collettori fognari per fenomeni di pioggia intensa comporta l’entrata in funzione dei tubi di troppo pieno e lo scarico in mare di acque di fogna miste ad acque di pioggia.

Tali carenze infrastrutturali pongono dei limiti, seppure temporanei, alla fruibilità della risorsa mare da parte dei cittadini, con inevitabili ripercussioni sul comparto economico, ambientale e dell’immagine di una regione ad alta vocazione turistica. Pur considerando il notevole sforzo da porre in essere di tipo tecnico e finanziario, il superamento di tali criticità segnerebbe un momento importante dello sviluppo infrastrutturale e i costi da sostenere potrebbero trovare una appropriata collocazione nelle progettualità previste dal Pnrr.

Lucio De Maio, Emma Lionetti – Arpa Campania
e.lionetti@arpacampania.it

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