Commissione Europea e Snpa: l’intervento del DG Veronica Manfredi

La Commissione Europea torna a parlare al Sistema nazionale di protezione dell’ambiente intervenendo direttamente con i suoi rappresentanti durante le sedute del Consiglio Snpa.

Dopo il racconto del “Piano su come Azzerare l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo” avvenuto grazie alla testimonianza di Silvia Bartolini della Direzione Ambiente, venerdì è intervenuta la manager italiana più alta in grado  presso la DG Ambiente, la direttrice Veronica Manfredi, alla guida della Direzione Qualità della Vita (Quality of Life ENV C), che ha ringraziato davvero sentitamente Snpa per il lavoro svolto. 

“È un’occasione straordinaria per me che sono a Bruxelles e collaboro direttamente con appena 80 persone – ha esordito la direttrice Manfredi – e non potrei pertanto conseguire risultati se il nostro lavoro  fosse scollegato da quanto fate voi, benissimo, sul territorio. Questo incontro rappresenta l’unione di due punti in una catena a favore di cittadini e imprese, in una fase di cambiamento delicatissima.

Il patto verde per l’Europa (Green Deal europeo, ndr) è un’agenda olistica che cerca di contribuire a una transizione ecologica, rapida, attenta a una serie di aspetti sociali. È a cuore della mia direzione l’aspetto “one health”: il covid ha dimostrato quanto sia vero considerare tutto insieme. Ci sono dei limiti per vivere il pianeta in maniera sostenibile, quando li superiamo c’è un prezzo da pagare.

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Non si può proteggere la natura senza agire sulla produzione energetica, con il patto per il clima; dobbiamo diventare climate neutral entro il 2050, obiettivo impossibile senza toccare la mobilità o stimolare l’industria a diventare ancora più verde. Oggettivamente il settore industriale ha mostrato progressi negli ultimi due decenni, ma si può ancora fare meglio”.

Tre i focus principali toccati dalla direttrice:

1 – La strategia per l’Economia Circolare, adottata dall’11 marzo 2020: misure legislative e non legislative per promuovere la sostenibilità dei prodotti fin dalla progettazione. Si sta lavorando su una proposta legislativa per promuovere la politica di produzione sostenibile: trasformare la metodologia della valutazione di impatto ambientale in un codice di funzionamento di tutti i diversi settori di produzione economica. Una metodologia di controllo e quantificazione degli impatti accettabile dai sistemi produttivi. Senza trascurare la sensibilizzazione al consumo sostenibile, non sempre si capisce se il prodotto è efficace in termini di risparmio di acqua, di inquinanti, etc. Bisogna garantire la conservazione di risorse utilizzate nell’economia europea, ad esempio smartphone: i cicli comunitari di consumo di risorse devono essere circolari e riutilizzabili. Si va verso l’eliminazione dei prodotti in plastica monouso (direttiva entrata in vigore proprio venerdì scorso), si pone attenzione alle microplastiche, anche nei tessili, cercando prevenzione e riduzione dei rifiuti. Si interviene sulla legislazione in materia di riutilizzazione dei rifiuti.

2 – La direttiva sulla biodiversità, adottata il 20/05/2020, insieme al “from farm to fork”: le due strategie lette insieme danno notevole impulso per modi sostenibili ed organici. I target principali sono quelli di spingere gli stati membri entro il 2030 ad avere almeno il 30% di suoli e mari oggetto di protezione rigorosa, incluse le foreste primarie e secolari, oggetto di un’imminente strategia. Il piano dell’Unione Europea punta al ripristino della natura, con una proposta di legge entro fine 2021 per i sistemi più degradati: fra gli elementi principali, l’importanza di fermare il declino degli impollinatori, ripristinare almeno 25.000 km di fiumi a scorrimento libero, progettare impianti idroelettrici sostenibili, abbattere il consumo dei pesticidi chimici, piantare 3.000.000.000 (tre miliardi) di alberi entro il 2030 (che possono aiutare anche per combattere le ondate di calore e trattenere le acque durante i fenomeni alluvionali).

3 – Il piano di azione inquinamento zero, adottato il 12 maggio con questi 6 obiettivi strategici entro il 2030:

  1. -55% decessi prematuri inquinamento atmosferico (messa in opera della direttiva sulla riduzione delle emissioni nazionali)
  2. -50% rifiuti di plastica in mare (prevenzione e pulizia, stop monouso)
  3. -50% perdita nutrienti e uso di pesticidi chimici
  4. -25% gli ecosistemi in cui la biodiversità è minacciata dall’inquinamento atmosferico
  5. -30% di persone che soffrono di disturbi cronici per umore da trasporti
  6. Significativamente la produzione totale e -50% rifiuti urbani residui

“In pratica – ha concluso la direttrice Manfredi – vogliamo migliorare la salute, proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, ridurre l’inquinamento da produzione e consumo, stimolare il cambiamento nella società, favorendo l’applicazione delle le norme, promuovendo l’agenda presso tutti i partner internazionali e i benefici del digitale, stimolando la conoscenza e l’innovazione”.

Accanto al ringraziamento per il contributo, il presidente Laporta ha voluto sottolineare come non si tratti di obiettivi alternativi, ma integrati fra loro all’interno della stessa strategia complessiva. Un aspetto ben chiaro al Sistema nazionale di protezione dell’ambiente, che fa proprio della integrazione fra professionalità e competenze estremamente specializzate, ma diverse, uno dei suoi punti di forza.

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