Microalghe tossiche: monitoraggio ARPA Lazio con il “metodo della siringa”

Nell’ambito delle attività di sorveglianza di microalghe potenzialmente tossiche per l’idoneità delle acque di balneazione, l’ARPA Lazio nel 2020 ha effettuato un monitoraggio sperimentale con il cosiddetto “metodo della siringa” (ISPRA, Quaderni – Ricerca Marina n. 5/2012) aggiuntivo alle attività normali.

I prelievi sono stati condotti tra giugno e settembre, con frequenza quindicinale nelle fasi di routine e settimanale nelle fasi di allerta ed emergenza. Le analisi microscopiche si sono basate sull’identificazione ed il conteggio dei dinoflagellati potenzialmente tossici Ostreopsis cf. ovata, Prorocentrum lima, Coolia monotis e Amphidinium sp. Al fine di valutarne l’applicabilità e il vantaggio operativo, sono state prese in considerazione le 9 stazioni disposte lungo il litorale laziale e in totale l’Agenzia ha effettuato 176 campionamenti in provincia di Latina e 134 nell’area della Città metropolitana di Roma.

Il metodo della siringa è stato sperimentato sia per verificarne i vantaggi in termini di praticità ed utilità, sia per poter seguire la variabilità spaziale e temporale della proliferazione di O. cf. ovata in un’area anche vasta, senza essere vincolati alla scelta di un solo tipo di substrato per tutti i siti: una determinata macroalga, ad esempio, può essere più abbondante o frequente in un’area che in un’altra, oppure può essere non rappresentativa o del tutto assente per tutto il periodo di osservazione.

Il confronto tra i dati raccolti nel 2020 ha mostrato una correlazione tra le concentrazioni di O. cf. ovata misurate nei campioni di acqua e di siringa, con valori generalmente più alti nei campioni di siringa. Inoltre, le concentrazioni risultano significative se confrontate con i dati derivanti dal metodo classico basato sul prelievo di porzioni di macroalga.

Il campionamento di substrati diversi nella stessa area ha inoltre permesso di analizzare la correlazione tra substrato e concentrazioni di O. cf. ovata: in alcune stazioni è stata osservata una maggiore colonizzazione sul substrato macroalgale, dove O. cf. ovata trova migliori possibilità di addensarsi tra le sue ramificazioni. Nelle stazioni in cui la macroalga è poco rappresentativa e la roccia naturale risulta ricoperta da abbondante feltro algale, vi è una maggiore colonizzazione del substrato roccioso. Nel caso di roccia naturale nuda che coesiste con roccia artificiale ricoperta da feltro algale, i risultati evidenziano una preferenza della microalga per la roccia artificiale a discapito di quella naturale.

Il monitoraggio con metodo della siringa verrà ripetuto anche del corso del 2021, per approfondire e verificare i risultati preliminari sopra esposti. Il report completo può essere consultato qui a seguire o sul sito dell’ARPA Lazio.

Monitoraggio-ostreopsis-ARPA-Lazio

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