Giornata mondiale meteorologia 2021, il ruolo degli oceani sul clima

Il futuro del clima, insieme a quello della nostra società, dipende dalla salute degli oceani e questo spiega perché, mai come in questi anni, essi siano oggetto di continui studi e monitoraggi. All’interno degli oceani, infatti, risiede probabilmente la chiave per prevedere i cambiamenti climatici e mettere in atto le migliori misure di mitigazione e adattamento.

Ed è proprio “L’oceano, il nostro clima e il tempo” il tema scelto nel 2021 per la Giornata Mondiale della Meteorologia, che, puntuale ogni anno, il 23 marzo rievoca l’entrata in vigore della Convenzione che nel 1950 ha segnato la nascita dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia, per volontà delle Nazioni Unite. L’obiettivo è quello di sottolineare l’importanza del ruolo degli oceani nel determinare le condizioni meteorologiche globali, e quindi, su lunghe scale temporali, incidere anche sul clima.

Approssimativamente gli oceani ricoprono il 70% della superficie terrestre, un aspetto che implica evidenti impatti non solo sulla biosfera, ma anche su altri aspetti della nostra vita quotidiana, dato che circa il 40% dell’umanità vive entro 100 km dalla costa. Pensiamo anche all’economia: attraverso gli oceani transita infatti circa il 90% del commercio globale.

Oggi, questi e altri aspetti stanno subendo profonde modificazioni a causa del crescente impatto dei cambiamenti climatici. Il mare, che svolge un ruolo essenziale nella regolazione della temperatura del pianeta, assorbe e immagazzina circa il 90% del calore derivante dalle emissioni antropiche che resta intrappolato nel Sistema Terra, mentre il 2-3% del totale riscalda l’atmosfera e la restante parte contribuisce al riscaldamento della superficie terrestre e allo scioglimento delle nevi.

Il Mediterraneo è un’area a probabile alto impatto dei cambiamenti climatici. Recenti studi del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici hanno ipotizzato un aumento della temperatura italiana fino a 2 °C nel periodo 2021-2050 (rispetto a 1981-2010), con consistente incremento del numero di giorni caldi e dei periodi senza pioggia.

Arpa Lombardia è impegnata nel monitoraggio del clima regionale con una rete di stazioni meteorologiche – oltre 200 – sparse su tutto il territorio. Alcune di queste offrono la possibilità di esplorare fino a 50 anni di dati. La stazione di Milano Brera consente addirittura di fare raffronti climatici con il secolo scorso: negli ultimi 40 anni la temperatura media annua nel capoluogo lombardo è salita di circa 0,5 °C ogni 10 anni. Il 2020 è stato solo l’ultimo di una serie di anni con anomalia di temperatura positiva rispetto al periodo 1981-2010, ben +1,4 °C; complessivamente, l’anno si è posizionato al nono posto nella classifica degli anni più caldi dal 1901.

Nel dettaglio del 2020, si segnalano gennaio e febbraio ampiamente sopra la media del clima recente (ultimi 20 anni), mentre valori sotto la media sono stati registrati a giugno e ottobre. Menzione particolare per dicembre: a Milano il più piovoso dal 1997, da record per la quantità di neve caduta sulle Alpi a quote inferiori ai 2000 metri.


Previsioni meteo di Arpa Lombardia: www.arpalombardia.it/meteo
Rete di monitoraggio con dati in tempo reale: iris.arpalombardia.it  
Sito OMM (Organizzazione Mondiale della Meteorologia): https://public.wmo.int

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