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L’ambiente sarà l’albero motore della macchina della ripartenza: SNPA deve poter contribuire

Intervista ad Alessandro Sanna, direttore generale di Arpa Sardegna, recentemente confermato per un ulteriore triennio nell’incarico. Continuiamo con lui il “giro d’Italia” con i direttori generali delle agenzie ambientali che compongono il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, per capire da loro come stanno affrontando l’attuale periodo di crisi e come pensano di poter contribuire ad uscirne in una logica di “transizione ecologica”, come sempre più spesso si legge nei documenti ufficiali.

Il Paese sta affrontando una crisi sanitaria, economica e sociale con pochi precedenti, ma al contempo sta lavorando per uscirne e costruire una prospettiva di ripartenza. In quale modo il SNPA può dare il proprio contributo perché questa ripartenza sia nel segno dell’ambiente?

Il 2020 ci ha mostrato il valore vitale della condivisione di metodi ed intenti all’interno dell’UE: richiamando il Green New Deal la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha recentemente sottolineato come il “Il covid deve essere occasione per cambiare” e  che “il 37 per cento delle risorse del Next generation Eu andrà al Green deal. Il 30 per cento del Recovery fund sarà reperito sul mercato con ‘green bond’”.

A significare che l’ambiente sarà l’albero motore della macchina della ripartenza. E’ un progetto ambizioso ma possibile, nella consapevolezza che questo processo di transizione ecologica deve essere però accompagnato da sottoprocessi di reale riconversione anche economica – penso alle zone industriali ad alta intensità energetica che comprendono le due centrali a carbone presenti in Sardegna – ai quali il SNPA deve poter contribuire, per l’Italia, quale soggetto tecnico di riferimento. 

Stiamo infatti vivendo un periodo particolarmente delicato e complesso che richiede non solo una attenta riflessione, ma anche partecipazione, confronto e condivisione da parte di tutti gli attori istituzionali e della popolazione. La pandemia ha posto in evidenza quanto le basi del nostro benessere socio economico siano precarie, mettendo a dura prova la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale e dell’economia, e ha anche imposto al centro delle politiche italiane, europee e mondiali la persistente crisi ambientale che il pianeta sta subendo. Crisi che si rifletterà, già se ne avvertono le evidenze, sull’ aumento delle disuguaglianze, non solo di natura economica. Dobbiamo avere la consapevolezza che dalla crisi attuale dobbiamo uscire trasformati e, decisamente, indirizzati verso uno sviluppo sostenibile.

Credo che chiunque abbia responsabilità pubbliche debba chiedersi: “noi cosa possiamo fare, per contribuire al grande sforzo che il Paese dovrà fare per uscire dalla crisi?” Arpa Sardegna, dalla sua istituzione ad oggi, ha costruito un solido know how in materia di controllo e monitoraggio del territorio e ciò ci permetterà di essere presenti con le nostre competenze tecnico scientifiche per orientare la ripresa indirizzandola verso una economia green. Sarà fondamentale il nostro contributo al fine di incentivare comportamenti eco sostenibili del sistema industriale, delle imprese e dei singoli cittadini.

Nulla sarà come prima e noi come agenzia per la protezione dell’ambiente della Sardegna saremo a disposizione per cogliere l’opportunità di costruire un futuro più rispettoso dell’ambiente e delle persone, mettendo in campo una strategia ambientale solida e strutturata.

Sella del Diavolo
Sella del Diavolo – Sardegna – Mare – foto di Giuliano Saiu

Se la ripartenza del Paese deve essere nel segno dell’ambiente, quali potrebbero essere i problemi che ancora impediscono il consolidamento di un forte Sistema nazionale di protezione ambientale, da affrontare e risolvere una volta per tutte??

Il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente risente della non piena attuazione della Legge 132/2016 che ha istituito il sistema e di conseguenza lo rende debole. Fra l’altro sono relativamente poche le Regioni che la hanno formalmente recepita e questa lacuna rischia di replicare i ritardi verificatisi rispetto alla piena attuazione della Legge 61/1994 che dava mandato alle Regioni e alle Province Autonome di istituire le Agenzie per la protezione dell’ambiente nei rispettivi territori, percorso che durò oltre dieci anni.

Il finanziamento delle Agenzie, che è ancora legato al Fondo Sanitario Nazionale o a risorse regionali erogate su base storica, non è sufficiente a garantire l’espletamento delle attuali accresciute funzioni istituzionali. E’ evidente che se sul fronte del coordinamento tecnico “a rete” sono stati fatti considerevoli progressi, va ora ricercata la necessaria sintonia sul fronte della convergenza delle linee attuative del coordinamento amministrativo, che può e deve essere realizzato senza timore di lesione alcuna delle competenze costituzionalmente assicurate alle regioni e alle province autonome.

Il Sistema ha l’obbligo morale di agire per velocizzare l’attuazione operativa della legge istitutiva dell’SNPA, promuovendo anche azioni di lobby per l’emanazione dei Decreti Ministeriali necessari a dare gambe alla riforma stessa.

Ritengo, perciò, che sia necessario consolidare il SNPA, renderlo più incisivo, lavorando in sinergia per contribuire ad elaborare una strategia ambientale solida al servizio del Sistema Paese, per contribuire a dare priorità alla sostenibilità, per contribuire ad aumentare la consapevolezza collettiva della crisi ambientale in atto. 

L’autorevolezza del Sistema e delle singole Agenzie deve essere percepita (dalla società e dalle istituzione) dalla visibilità del lavoro svolto in attuazione di pratiche ambientali improntate al controllo del sistema territoriale nel suo complesso. 

Dopo questa pandemia, le politiche in difesa della salute, il concetto di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento avrà un ruolo di primo piano nella determinazione dell’impatto degli impianti industriali, dei siti contaminati, dei sistemi di trattamento dei rifiuti, della qualità dell’aria e di altre possibili pressioni ambientali, pertanto è fondamentale che il Sistema si impegni sempre più per affermare l’indissolubilità del binomio della qualità dell’ambiente e della salute: da qui la necessità di politiche integrate capaci di raggiungere obiettivi di riduzione degli impatti sfavorevoli delle attività umane, sia sull’ambiente sia sulla salute. 

Le singole Agenzie hanno l’obbligo di trovare la giusta dimensione affinché il dialogo con i decisori politici sia efficacie, efficiente e continuo. 

L’ARPAS in questo contesto ha fattivamente collaborato con l’Assessorato all’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna predisponendo schede di progetti immediatamente spendibili da utilizzare all’interno delle risorse disponibili nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR.

Infine, ma non meno importante, è necessario assumere le figure professionali indispensabili per il completamento della pianta organica e così dare le tempestive risposte alle sempre più pressanti richieste afferenti al mandato istituzionale dell’Agenzia.

Mani esperte
Mani esperte – Sardegna – Laboratori – foto di Giuliano Saiu

Sulla base di condizioni di rinnovata forza e autonomia il SNPA può svolgere un ruolo importante nello scenario che si sta profilando in Italia ed in Europa?

Certamente il Sistema può e deve dare un fattivo contributo all’elaborazione progettuale del piano per la ripresa dell’Europa partecipando per concorrere alla definizione del piano italiano per la ripresa e la resilienza che definisca il programma di riforme e investimenti fino al 2026 con l’utilizzo dei fondi di Next Generation EU, messi a disposizione per la ripresa dal COVID-19. 

La Governance del Sistema è cosa complessa, in quanto costituito da 21 realtà territoriali e dall’ISPRA, che necessita di un incremento delle comuni azioni progettuali per armonizzare gli atti dei singoli componenti del sistema, per essere più efficaci e nel contempo istituzionalizzare le relazioni con i decisori politici nazionali e europei. 

Inoltre, una sfida che il SNPA deve a mio avvio saper cogliere è quella dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione, nell’ottica di una vera digital transformation: la “Strategia 2025” prevede infatti un processo di trasformazione strutturale del Paese e dei servizi della Pubblica Amministrazione finalizzato al raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile. In questa direzione ARPA Sardegna si sta muovendo da alcuni anni, con risultati molto positivi.  In un’ottica SNPA, la generazione di dati ambientali e di flussi informativi “di Sistema” rappresenta un elemento attraverso il quale rafforzare le  azioni sul territorio. 

(Intervista a cura di Marco Talluri, coordinatore Redazione AmbienteInforma)

Vecchio sito minerario - Montevecchio
Vecchio sito minerario – Montevecchio – Sardegna – Siti inquinati – foto di Antonio Furesi

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