A “Lombardia Digital Summit” focus sulla tutela dell’ambiente in forma digitale

Per gestire e rendere disponibile l’ingente mole di dati e informazioni relativi alle attività svolte da un’organizzazione è ormai necessario ricorrere sempre di più al mondo digitale. Non solo per la mera archiviazione, come avveniva inizialmente, ma creando un flusso organizzato che consenta elaborazione, ricerca, consultazione e reperimento dei vari documenti nella maniera più snella possibile.

In Arpa Lombardia, si possono distinguere tre grosse aree di lavoro in cui la tecnologia digitale è già una realtà: il monitoraggio dell’ambiente (fiumi, laghi, atmosfera, meteo, frane), il controllo formale (emissioni, autorizzazioni, pareri) e laboratoristica dedicata alle analisi chimiche e chimico-fisiche (scarichi, particolato, radiazioni).

Inoltre, a causa della pandemia, questa modalità si è inserita in maniera improvvisa e indifferibile in altri ambiti con la diffusione quasi capillare dello smart working.

Sono questi i temi illustrati lo scorso 19 novembre in occasione del “Lombardia Digital Summit”, da Mauro Mussin, responsabile per le “tematiche emergenti” di Arpa Lombardia.

Quella lombarda è stata la quinta tappa territoriale del più ampio progetto “Digital Italy Program 2020 promosso da The Innovation Group per accompagnare e promuovere l’innovazione nella PA e nei sistemi territoriali.

Monitoraggi e controlli

Un esempio di come le modalità digitali siano ormai entrate a far parte del lavoro quotidiano dei tecnici dell’Agenzia è dato dagli step previsti per le attività di monitoraggio delle qualità delle acque o di controllo agli scarichi. La georeferenziazione dei punti di prelievo, i verbali digitali anche per la controparte, i set analitici definiti in anticipo con il laboratorio, per velocizzare le analisi, e i referti digitali sono già la norma.

Earth Observation

Un altro caso in cui la digitalizzazione dell’informazione è “disruptive”, ovvero consente attività fino a poco tempo fa impensabili, è il campo dell’Earth Observation, da satellite, aereo o drone.
La possibilità di fruire del supporto dell’Intelligenza Artificiale nelle attività ordinarie permette di aprire scenari di automatizzazione nell’uso delle immagini da satellite e da aereo in grado di semplificare e velocizzare le azioni degli operatori.

Ovviamente questo passaggio è possibile proprio grazie alle fasi di addestramento degli algoritmi di IA, fasi in cui sono fondamentali il patrimonio di conoscenza del territorio acquisito tramite tutti gli approfondimenti e le valutazioni condotti negli anni. 

I droni si sono rivelati particolarmente utili sia nell’analisi dei danni per le emergenze naturali, come per la frana del Gallivaggio (SO) o tempesta a Campo dei Fiori (VA), sia nel contrasto all’illegalità nello smaltimento dei rifiuti

Arpa Lombardia sta investendo fortemente in quest’ambito, sia per la formazione dei piloti, sia nella collaborazione con ENAC per semplificare le procedure.
Dal punto di vista dell’infrastruttura digitale c’è la questione della memorizzazione delle immagini e dei dati, che richiede caratteristiche di robustezza non comuni, cosa oggi agevolata dalle tecnologie cloud.

Riuso e diffusione dei dati

Un tema non secondario riguarda il riuso del codice. Le esperienze in questo campo hanno dimostrato che Arpa può cedere alle altre amministrazioni il codice sviluppato per le proprie finalità (è il caso di ORSO sui rifiuti, SME sul monitoraggio in continuo delle emissioni, INEMAR per la stima delle emissioni) oppure usare il codice sviluppato da altri adattandolo alle proprie esigenze (è il caso di IRIS, la piattaforma di visualizzazione dei dati in tempo reale sul monitoraggio meteorologico).

Per la diffusione dei dati va citata anche la Piattaforma E015, realizzata in occasione di EXPO e utilizzata per la costruzione di app che usano dati di dell’Agenzia, oppure il portale di Open Data di Regione Lombardia.

Organizzazione del lavoro da remoto

Un altro tema venuto di recente alla ribalta è quello dello smart working.
Fortunatamente, l’Agenzia – già prossima ad approvare il proprio regolamento per il lavoro agile – non si è fatta cogliere impreparata dalla pandemia, avendo già da tempo puntato su PC notebook e sulla possibilità di collegarsi in VPN alla rete aziendale, cosa indispensabile per effettuare alcune operazioni fondamentali, come la gestione del protocollo e la firma digitale delle pratiche.

La familiarità già acquisita dai dipendenti, grazie a un percorso avviato da anni per la dematerializzazione della maggior parte degli atti, ha consentito un rapido cambiamento delle modalità di lavoro in ufficio a quello svolto da casa.

Inoltre, è proseguito anche il percorso di formazione per la conoscenza degli strumenti informatici di lavoro a distanza, come ad esempio i corsi sull’utilizzo di Office365 e di Teams, piattaforma fondamentale per interagire con i colleghi, e quelli più tecnici (O365:300; FAD c.a.700).

Progetti per il futuro

Grazie alla sua forte specificità e all’ampia competenza tecnica, Arpa ha dunque saputo cogliere la sfida della digitalizzazione forse meglio di altre amministrazioni pubbliche.
Ma il percorso offre sempre nuove traguardi da raggiungere.

Tra i filoni che verranno sviluppati c’è indubbiamente quello della interoperabilità dei dati e delle informazioni perché i flussi informativi siano il più possibile fluidi.

Un altro tema è quello del controllo da remoto dei droni: avere la possibilità d’impiego di droni controllati, dal punto di vista operativo, completamente da remoto garantirebbe una maggiore prontezza d’impiego nelle situazioni di emergenza.

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