Il monitoraggio di fiumi e laghi in Toscana

Il monitoraggio delle acque di fiumi e laghi

ARPAT effettua costantemente il monitoraggio di corsi d’acqua, laghi, invasi e acque di transizione della Toscana, ai fini della classificazione della qualità delle acque, sulla base di quanto previsto dalla normativa europea ed italiana.

La classificazione viene definita ogni tre anni in termini di stato ecologico e stato chimico, come previsto dalla DGRT 847/13. L’ultima effettuata è quella relativa al triennio 2016-2018. L’anno 2019 è il primo anno del triennio 2019- 2021, quindi il rapporto pubblicato dall’Agenzia fornisce una classificazione provvisoria, sulla base dei soli campionamenti effettuati lo scorso anno; a fine triennio verranno riprocessati tutti i risultati sul set completo del periodo, disponendo quindi di indici statisticamente più robusti e relativi a tutte le stazioni della rete di monitoraggio.

La programmazione del monitoraggio delle acque superficiali tiene conto dell’analisi delle pressioni (con indicatori previsti dal modello WISE – Sistema Informativo sulle Acque per l’Europa) e dei risultati del monitoraggio effettuato dall’Agenzia dal 2010.

La frequenza dei campionamenti è diversa per le singole stazioni di monitoraggio (punti nei quali vengono effettuati i campionamenti) che sono di due tipi:

  • di monitoraggio operativo, per quei punti a rischio di non raggiungere l’obiettivo di qualità (cioè una classificazione “buona”);
  • di monitoraggio di sorveglianza, cioè dove la classificazione “buona” non è a rischio.

La definizione dei punti di monitoraggio è stabilità dalla DGRT 847/13, mentre le categorie “a rischio” e “non a rischio” sono quelle indicate dal Piano di Gestione dell’Autorità di Distretto Appennino Settentrionale, in attesa del Piano di Tutela delle Acque, non ancora aggiornato.

punti monitoraggio

La classificazione della qualità delle acque

La classificazione delle qualità delle acque viene riferita allo “stato ecologico” ed allo “stato chimico”.

Lo Stato ECOLOGICO deriva dalla combinazione di 5 indicatori, scegliendo il peggiore dei risultati tra quelli monitorati riportati in elenco:

  • macroinvertebrati,
  • macrofite,
  • diatomee bentoniche,
  • LimEco livello di inquinamento da macrodescrittori (percentuale di ossigeno in saturazione,
  • azoto ammoniacale, nitrico e fosforo totale),
  • concentrazione di sostanze pericolose di cui alla tab 1B del D.Lgs 172/15.

Lo stato CHIMICO, che deriva dall’analisi delle sostanze pericolose di cui alla tabella 1A del D.Lgs 172/15, prevede la ricerca di sostanze pericolose sia in acqua che nel biota, ossia nei pesci, scegliendo il risultato peggiore tra le due matrici. 

Seppure in numero limitato, l’Agenzia ogni anno esegue anche su alcuni corsi d’acqua l’applicazione dell’indice IQM qualità idromorfologica, previsto dalle normative europee e nazionali.

Sul sito Web di ARPAT sono consultabili e scaricabili i dati analitici sull’intera rete di monitoraggio ambientale, denominata rete MAS, ai seguenti link:

I risultati provvisori del monitoraggio nel 2019

Indice di qualità morfologica

La Direttiva 2000/60/UE prevede la determinazione degli elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici per la classificazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua. L’indice di qualità morfologica (IQM) include aspetti quali la continuità di flusso di sedimenti e legname, l’erosione delle sponde, la mobilità laterale, le variazioni morfologiche.

L’IQM si articola in tre sezioni, ognuna con un numero variabile di indicatori:

  • funzionalità: si basa sull’osservazione delle forme e dei processi del corso d’acqua nelle condizioni attuali, relative alla piana inondabile, ai processi di arretramento delle sponde, alle variazioni di sezioni, ad alterazioni del substrato, all’ampiezza della fascia di vegetazione riparia.
  • artificialità: si valutano presenza, frequenza e continuità delle opere o interventi antropici – difese spondali, barre trasversali – che possono avere effetti sui vari aspetti morfologici.
  • variazioni morfologiche: soprattutto in riferimento agli alvei non confinati e parzialmente confinati. Vengono valutate le variazioni morfologiche rispetto a una situazione relativamente recente (per motivi di omogeneità è stata scelto il 1954) in modo da verificare se il corso d’acqua abbia subito alterazioni fisiche, quali incisioni e restringimenti e stia ancora modificandosi a causa di perturbazioni antropiche non solo attuali.

L’attribuzione del punteggio ad ogni indicatore permette di definire 5 classi di qualità: elevata, buona, sufficiente, scarsa e pessima. Nel 2019 questo indice è stato calcolato dall’Agenzia per 5 punti di monitoraggio.

IQM

Stato ecologico

Tenendo conto di tutti gli indici che compongono lo stato ecologico, la percentuale di raggiungimento della qualità elevata e/o buona previsto dalla normativa europea corrisponde al 54%.

stato ecologico

Stato chimico

Relativamente allo stato chimico i parametri che più frequentemente superano lo Standard di qualità ambientale (SQA) dando luogo allo stato chimico non buono sono: mercurio, tributilstagno, cadmio, nichel, piombo, PFOS.

Anche per il 2019 persiste la criticità sull’analisi del biota; nella stazioni di monitoraggio in cui è stata eseguita (19) la ricerca di sostanze pericolose nei pesci restituisce sempre uno stato chimico non buono.

stato chimico
Report_Monit_acque_superficiali_MAS-2019-1_1

Report_VTP-POT-2017-2019-2

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