L'alba a Portonovo

Il mare in luglio nelle Marche

Al fine di monitorare le acque di balneazione, i laboratori ARPAM hanno analizzato nel corso del mese 346 campioni, che hanno confermato la conformità delle acque prelevate. 

Superamenti dei parametri microbiologici che influenzano la balneabilità delle acque sono stati riscontrati soltanto in 2 casi, rispettivamente in zone prossime alla foce dei fiumi Musone e Potenza. Sia nel primo punto di controllo, peraltro permanentemente interdetto alla balneazione, che nel secondo le attività programmate hanno rilevato un superamento dei limiti del parametro Escherichia coli il giorno 6 luglio; i valori sono in ogni caso rientrati nella norma entro le 72 ore successive, determinando un inquinamento di breve durata.

le due sorelle
le due sorelle – Marche – Mare – foto di Silvia Bartolacci

Nel corso del mese, la balneazione è stata inoltre interdetta in via precauzionale nei tratti di costa in cui sono stati registrati sforamenti dalla rete fognaria dovuti ad eventi meteorologici importanti. La balneazione è stata ripristinata una volkta concluse con esiti postivi le attività analitiche.

In collaborazione con la Capitaneria di Porto, sono state inoltre effettuate indagini e campionamenti in corrispondenza di un fosso che sfocia su un’acqua di balneazione ricadente nel comune di Porto S.Giorgio, dove veniva segnalata la presenza di acque maleodoranti. Le analisi hanno confermato la presenza di inquinanti, con conseguente immediato divieto di  balneazione.

L’effettuazione di una serie di campionamenti limitrofi ha consentito di delimitare con sicurezza la zona interessata dal fenomeno, mentre si sono avviate tutte le procedure per i necessario approfondimenti e l’individuazione delle cause.

Negli ultimi giorni del mese di luglio, infine, nel litorale della provincia di Pesaro è stata segnalata la presenza di “Noci di mare”, organismi di qualche centimetro di lunghezza che possono sembrare bolle gelatinose, trasparenti, simili alle meduse. 


La specie non è urticante. Si tratta di Mnemiopsis leidyi, appartenente al phylum degli Ctenofori, innocue all’uomo perché sprovvisti di cellule urticanti. Originaria delle coste atlantiche del continente americano, la specie da qualche anno è presente anche nel Mar Adriatico: la grande tolleranza di questa specie alla temperatura lo rende capace di adattarsi alle condizioni del Mediterraneo e potrebbe compromettere gli stock ittici sia attraverso una competizione per le risorse sia a causa della dieta costituita prevalentemente da uova e larve di pesce. Tutto questo fa sì che Mnemiopsis leidyi sia in grado di modificare fortemente interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a colonizzare, creando problemi non tanto di tipo sanitario ma ambientali.

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