Proteggere l’ambiente, allungando la vita degli apparecchi elettrici e elettronici

Ogni anno produciamo beni elettrici ed elettronici in quantità maggiore al numero di esseri umani che abitano il Pianeta, allungarne la vita significa salvaguardare l’ambiente e il clima

L’industria dei prodotti elettrici ed elettronici, da circa 100 anni, contribuisce al benessere economico e sociale dell’Europa, non vi è dubbio, infatti, che si tratti di un comparto importante, che contava, nel 2017, più di 2,5 milioni di lavoratori, occupati in 86.200 aziende, con un giro d’affari di 75 bilioni.

Quali sono gli impatti ambientali e climatici che derivano dalla produzione, dal consumo e dalla smaltimento di queste apparecchiature (AEE) ? Questi dipendono molto anche dai modelli di consumo ed, in particolare, dall’utilizzo che ne viene fatto da ogni singolo individuo.

Il report dell’Agenzia Europea per l’ambiente (EEA) “Longer lasting electronics benefit environmental”, pubblicato di recente, mostra la necessità di aumentare la longevità dei beni elettrici ed elettronicipresenti nelle nostre abitazioni, in quanto, anche questa semplice azione è in grado di dare forte slancio al modello di economia circolare e ridurre gli impatti generati da questi prodotti.

In Europa, ogni anno, in media, vengono immessi sul mercato più di 20 kg a persona di beni elettrici ed elettronici (dati Eurostat 2019), diversi studi mostrano come questi vengano utilizzati mediamente per 2.3 anni, un tempo inferiore rispetto a quello programmato dal produttore come “durata di vita”, questo potenziale deve essere sfruttato a beneficio dell’ambiente e del clima.

Nelle nostre abitazioni, in Europa, utilizziamo molte apparecchiature elettriche ed elettroniche, come aspirapolvere, lavatrici, frigoriferi ma anche telefoni cellulari, personal computer (pc) e televisori.

Nel 2017, secondo i dati Eurostat, abbiamo destinato, in media, il 5% della nostra capacità di spesa totale a questo genere di beni di consumo.

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La quantità di prodotti elettrici ed elettronici messi sul mercato è aumentata in modo vertiginoso nelle ultime decadi, questo è dovuto all’obsolescenza programmata ma anche al fatto che li utilizziamo per un tempo piuttosto breve indotti a cambiare dalle sollecitazioni del marketing che incoraggia l’acquisto di nuovi modelli. 

Estendere l’uso e ritardare l’obsolescenza significa anche ridurre gli impatti e contribuire al raggiungimento degli obiettivi posti dall’UE non solo per la lotta al cambiamento climatico ma anche per la salvaguardia del Pianeta.

Implementare l’economia circolare significa mettere in atto misure effettive, che puntano a

  • l’eco-design
  • la certificazione energetica
  • gli acquisti verdi
  • la riparazione
  • il riuso
  • la responsabilità del produttore nello smaltimento di questi beni giunti a fine vita.
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Gli impatti ambientali prodotti da questi beni riguardano

  • il consumo di materie prime con il conseguente depauperamento delle risorse naturali
  • le emissioni in atmosfera
  • il consumo di acqua
  • l’utilizzo di sostanze chimiche, soprattutto nella fase di estrazione
  • la produzione di rifiuti.

Naturalmente, gli effetti sull’ambiente non sono sempre uguali, variano a seconda della tipologia di prodotto, ad esempio, le lavatrici e le asciugatrici hanno la fase di maggiore impatto in atmosfera durante l’utilizzo, mentre, per i cellulari, una fase particolarmente critica risulta quella dell’estrazione di alcune materie prime, anche rare, necessarie alla loro produzione e funzionamento.

Quando questi prodotti non vengono più utilizzati divengono rifuti elettrici ed elettronici (RAEE), questa tipologia di rifiuti, in forte crescita, fa registrare, ogni anno, un aumento del 4% (pari a 44,7 milioni di tonnellate) nel quantitativo totale prodotto. Infatti, nell’Unione Europea, la produzione di RAEE, nel 2017, ha raggiunto 10,4 milioni di tonnellate, che corrispondono ad una media di circa 20 kg per abitante.

Allungare la vita ai prodotti elettrici ed elettronici diventa essenziale come progettarli secondo i principi del design circolare o favorirne il noleggio rispetto all’acquisto nonché il riuso e il riciclaggio.

Le misure, che dovrebbero essere incentivate da specifiche politiche tese a rafforzare i modelli di economia circolare, risultano essere quelle di:

  • realizzare il prodotto partendo dall’eco-design che tiene in considerazione l’intero ciclo di vita del prodotto
  • ripensare al fine vita di queste apparecchiature elettriche ed elettroniche, migliorando i sistemi di smaltimento e riciclaggio
  • incrementare l’utilizzo delle certificazioni energetiche e quelle ambientali
  • aumentare gli acquisti verdi
  • estendere la responsabilità del produttore nella gestione del fine vita del prodotto
  • introdurre il passaporto elettronico dove trovare informazioni sull’origine del prodotto, la composizione e le modalità di riparazione.
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Lo studio, nella sua seconda parte, prende in considerazione 4 diversi prodotti elettrici ed elettronici: telefoni cellulari, televisori, lavatrici e aspirapolvere, indicando quanto estendere la loro vita al fine di ridurre gli impatti sull’ambiente.

Per quanto riguarda i cellulari, questi sono costituiti in prevalenza da vetro, seguito da alluminio e rame. Questi prodotti hanno fatto la loro comparsa sul mercato alla fine degli anni ’90, acquisando popolarità nel 2007 con il lancio dell’Iphone.

Lo smartphone è un bene soggetto a frequente sostituzione, il principale motivo per cui la maggior parte dei consumatori decide di rinnovarlo è la volontà di avere l’ultimo prodotto uscito.

Guardando alle emissioni in atmosfera prodotte dal cellulare, il report dell’Agenzia Europea per l’ambiente (AAE) ci riporta che variano in base ai modelli, coprendo un range che va da 16 a 110 kg di CO2 equivalenti. L’insieme delle emissioni prodotte dai cellulari costituisce un grosso impatto sull’ambiente e sul clima, che non proviene solo dalla fase di produzione ma anche d’uso e di ricarica.

Altra apparecchiatura elettrica ed elettronica (AEE) molto presente nelle abitazioni degli Europei è il televisore (è presente nel 95% delle case), si stima che, in Europa, vengano venduti, ogni anno, 70 milioni di apparecchi televisivi.

I consumatori europei preferiscono acquistare un nuovo televisore, in caso di rottura, anziché farlo riparare; questo comporta che la durata in “vita” di questo tipo di elettrodomestico sia piuttosto ridotta, in media, 7 anni, ma con un incremento del turn over (ricambio) sempre più frequente negli ultimi anni, con l’avvento dei cd. televisori “smart”, ovvero con connessione a internet, che consumano molto di più di quelli che non hanno questa opzione.

Questo comparto produttivo contribuisce non poco all’emissione in atmosfera di CO2, non solo in fase di produzione ma anche di uso, diventa, quindi, primario, allungare la “vita” di questi beni.

Per quanto riguarda, invece, le lavatrici, se ne contano più di 200 milioni in tutta Europa, questo elettrodomestico è presente nel 92% delle abitazioni europee e viene utilizzata, in media, 3.8 volte a settimana. La lavatrice viene sostituita prevalentemente in caso di rottura, approssimativamente la sua durata si aggira intorno agli 8 anni, nonostante siano progettate per realizzare un certo numero di cicli di lavaggio, che corrisponde ad una previsione di vita di 12.5 anni.

Più del 75% degli impatti ambientali derivanti dalle lavatrici proviene dalla fase di uso, quindi, anche in questo caso, allungarne l’utilizzo è fondamentale per proteggere l’ambiente e salvaguardare il clima, tanto che le Nazioni Unite (NU) raccomandano di utilizzare questi elettrodomestici almeno per 10 anni, e di sostituirli solo  in caso di rottura, scegliendo un modello più efficiente dal punto di vista energetico.

Infine, il report ci riporta che gli aspirapolvere vengono utilizzati, mediamente, per 8 anni, i consumatori europei, in genere, quando questo prodotto si rompe, lo sostituiscono con uno nuovo e non pensano a farlo riparare, ma optano per un modello più innovativo, più simile ad un robot in grado di muoversi in autonomia senza fili.

Queste apparecchiature sempre più complesse hanno però impatti ambientali e climatici maggiori rispetto ai vecchi modelli, per questo è necessario, quanto prima, introdurre contromisure in grado di compensare i maggiori effetti negativi da questi prodotti.

Per approfondire: Longer lasting electronics benefit environment, climate and circular economy

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