La rosa sopravvissuta al Vajont e quella “emigrata” in Brasile. Nel Roseto di Seravella nelle Dolomiti bellunesi i fiori raccontano la storia

Esiste fra le Dolomiti bellunesi un connubio che lega ambiente, biodiversità, storia del territorio e della sua popolazione e che si esprime in una manifestazione di varietà, colori e profumi: il Giardino delle Rose, ubicato presso l’antica villa un tempo dimora dei Conti degli Azzoni Avogadro di Seravella, nel comune di Cesiomaggiore, oggi sede del Museo etnografico della provincia di Belluno.

La particolarità del roseto è che nessuna pianta è stata acquistata: le piante di rose antiche presenti nel territorio bellunese, sono state raccolte, tramite talea o margotta, dal 1997 dai giardini delle ville storiche, dalle case contadine, dalle canoniche della provincia di Belluno o tramite donazioni. Attualmente nel giardino che attornia la villa, progettato nel 2003, trovano dimora oltre 300 rosai, di circa 150 diverse varietà. Tra queste: la Rose de Resht e la Rose Jacque Cartier, Baronne Prevost, Souvenir de Madame Léonie Viennot (presente già nella villa), Albéric Barbier, Doroty Perkins.

 Alcune di queste rose raccontano storie di emigrazione, come le rose portate da emigranti in Brasile per il ricordo della terra natia, o il rosaio sopravissuto alla disastrosa alluvione del 1963 del Vajont e donato al museo, o storie di balie come la Rose Jacque Cartier, recuperata in un orto di una donna andata balia da signori di Varese. Il roseto di Seravella, unico nel Veneto, diventa quindi un prezioso ecosistema sia per  le numerose varietà presenti, ma anche per le molteplici storie umane legate a questo particolare ambiente che trovano spazio anche anche all’interno del museo. Alla biodiversità coltivata è dedicata un’intera sala del museo dove sono esposti I risultati di ricerche etnobotaniche condotte sulle antiche varietà di alberi da frutto, di cereali e legumi coltivati tradizionalmente nel territorio bellunese. 

Accanto al giardino si trova l’orto didattico curato dall’Istituto comprensivo di Cesiomaggiore, un piccolo frutteto con varietà antiche e l’apiario didattico dell’associazione l’ApeRina. Per questo motivo il Giardino delle rose viene trattato esclusivamente con prodotti biologici.

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