Quinta generazione e salute

La quinta generazione di telefonia mobile è l’ultima tecnologia iniziata ad essere disponibile nel corso del 2019. Dalla tecnologia 5G è atteso un sostanziale incremento delle prestazioni che si potranno avere in diversi ambiti come la telemedicina, il monitoraggio da remoto dei pazienti e la possibilità di eseguire interventi chirurgici a distanza.

L’evoluzione nei protocolli delle telecomunicazione ha reso possibile il miglioramento della capacità della rete, ampliandone la versatilità d’uso. Il 5G utilizza le alte frequenze per uno spettro corrispondente da circa 3.6 GHz a 3.8 GHz e a 26 GHz. Per la prima volta la telefonia mobile utilizza le alte frequenze, fino ad ora appannaggio esclusivo dei collegamenti radio base da punto a punto.

L’uso delle alte frequenze da parte della rete 5G prevede l’utilizzo di un maggior di numero di stazioni radio base permettendo anche la funzionalità a distanza IOT (Internet Of Things) mediante l’utilizzo di antenne a fascio variabile (beam-forming antennas) capaci di focalizzare il segnale in maniera efficiente verso il dispositivo dell’utenza ricevente, invece di avere un segnale diffuso in ampie direzioni come attualmente avviene per le antenne delle stazioni di telefonia cellulare di precedente generazione.

Come accennato, attualmente, l’esposizione da infrastrutture 5G si attesta sui 3.7 GHz circa e pertanto non dissimile dalle frequenze delle stazioni base di telefonia mobile esistenti. Con l’uso di antenne a fasci variabili l’esposizione potrebbe risultare più variabile in funzione della posizione degli utilizzatori.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS – (WHO – World Heallth Organisation) ad oggi, dopo molte ricerche in merito, non ha riscontrato effetti negativi sulla salute umana, riconducibili, anche casualmente, all’esposizione delle tecnologie wireless. Gli studi e le ricerche relative alla salute umana sono state condotte su ampie porzioni di spettro delle frequenze radio e solo pochi studi si sono concentrati sulle frequenze che saranno utilizzate dal 5G.

Il riscaldamento dei tessuti è il risultato principale dell’interazione fra le radiofrequenze ed il corpo umano ed il WHO conferma che l’esposizione alle radiofrequenze utilizzate dalla attuali tecnologie in uso causano ai tessuti del corpo umano aumenti di temperatura trascurabili.

All’aumentare delle frequenze, quelle necessarie al 5G, la potenza diminuisce causando una diminuzione della penetrazione nei tessuti del corpo umano e l’assorbimento dell’energia, assicura il WHO, risulta più limitata sulla superficie del corpo (pelle ed occhi).

Gli enti internazionali che hanno prodotto le linee guida dei campi elettromagnetici ed ai quali è riconosciuto da oltre 20 anni un qualificato riferimento internazionale e comunitario sono l’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection) e l’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers). Le linee guida licenziate dai due enti non sono specifiche per la tecnologia del 5G ma prendono in considerazione frequenze fino a 300 GHz comprendendo pertanto le frequenze in uso al 5G.

La Commissione Internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), braccio tecnico dell’OMS, ha rilasciato le nuove linee guida per la limitazione delle esposizioni a campi elettromagnetici (da 100 kHz a 300 GHz) e comprendenti anche le frequenze necessarie alla tecnologia 5G, considerata l’imminente diffusione che avrà luogo.

L’intento è quello di venire incontro alle preoccupazioni che sono state sollevate sulla nocività della tecnologia 5G. Le novità delle linee guida 2020 rispetto alle precedenti del 1998 contemplano anche le esposizioni al 5G per frequenze superiori a 6 GHz e, nello specifico, sono state aggiunte restrizioni per brevi esposizioni (meno di 6 minuti) di piccole regioni del corpo e ridotti i tempi di massima esposizione permessi su una piccola regione del corpo.

ICNIRPrfgdl2020

L’aggiornamento delle nuove linee guida 2020 è stato ritenuto necessario dall’CNIRP per offrire una migliore protezione anche agli sviluppi ed agli usi della nuova tecnologia 5G.

Le nuove linee guida forniscono indicazioni migliori e più dettagliate sull’esposizione ammessa, in particolare per l’intervallo di frequenza superiore a 6 GHz, che è tra quelli di interesse per la tecnologia 5G e per le tecnologie future che utilizzeranno queste frequenze più alte dello spettro.

Nelle linee guida dell’ICNIRP sono presenti due nuove restrizioni che rafforzano ulteriormente la protezione all’esposizione. La prima riguarda lo sviluppo di tecnologie che utilizzano frequenze dei campi elettromagnetici (EMF – Electromagnetic Field) >6GHz, come il 5G, con nuove restrizioni per proteggere meglio dall’eccessivo aumento di temperatura nel corpo. La seconda è riferita alle esposizioni brevi (per un tempo inferiore ai 6 minuti), per garantire che un aumento transitorio della temperatura dei tessuti non sia sufficiente a influire negativamente sui tessuti.

Nonostante l’ICNIRP, ad oggi, non sia a conoscenza di situazioni in cui l’esposizione a campi a valori inferiori alle restrizioni esistenti abbia provocato aumenti transitori della temperatura tali da influire negativamente sulla salute, le nuove restrizioni saranno in grado di garantire ulteriormente gli usi tecnologici nuovi e futuri al fine di evitare effetti dannosi alla salute. Una prima lettura normativa licenziata da ARPAT delle “Guidelines for limiting exposure to electromagnetic fields (100 kHz to 300 GHz) 2020” conferma quanto sopra riportato.

Il WHO sta conducendo delle ricerche/valutazioni sui rischi alla salute derivanti dalle esposizioni all’intero spettro delle radiofrequenze, incluse quelle interessate dal 5G. La pubblicazione della ricerca con i risultati è prevista per il 2022. Allo stesso modo il WHO rivedrà le evidenze scientifiche collegate ai potenziali rischi derivanti dalla tecnologia 5G non appena la tecnologia sarà diventata di più ampio uso e maggiori dati riguardanti la popolazione saranno disponibili. Inoltre il WHO ha istituito, già nel 1996, il progetto Internazionale sui Campi Elettromagnetici (EMF) che investiga sull’impatto derivante dall’esposizione ai campi elettromagnetici nello spettro 0-300 GHz fornendo indicazioni alle singole autorità nazionali sulla protezione dalle radiazioni.

Testo di Sergio Lavacchini

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