Verso una stagione balneare “speciale”

L’emergenza CoViD-19, oltre ad essere una tragedia per il numero elevatissimo di morti che sta causando, determina lo sconvolgimento di molte delle nostre abitudini.

Fra i tanti cambiamenti, anche la stagione balneare (che inizia in ritardo rispetto agli altri anni, proprio per la situazione di emergenza sanitaria), che dovrà adeguarsi alle misure di prevenzione (distanziamento sociale) previste dal Governo per tutelare la salute di tutti noi. [vedi il DPCM del 17 maggio 2020 (lettera mm), ed in particolare l’allegato n.17, nonché le specifiche linee guida che le Regioni potranno emanare, tenendo conto delle linee guida redatte dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome].

A quasi tutte le Agenzie ambientali (ad eccezione della provincia di Trento, della Lombardia e della Sicilia) è affidato il compito di monitorare la qualità delle acque di balneazione nel periodo della stagione balneare; la normativa prevede il monitoraggio e la classificazione delle acque di balneazione su coste, laghi e torrenti valutando i requisiti del singolo campione nel corso della stagione balneare.

Da aprile a settembre le Agenzie ambientali effettuano campionamenti di acqua con cadenza almeno mensile in ciascuna delle oltre 4.000 aree di balneazione in cui è suddivisa la costa italiana e le sponde dei laghi balneabili.

Complessivamente in una stagione balneare le Agenzie ambientali effettuano oltre 24.000 campionamenti e altrettante analisi di laboratorio per determinare la presenza dei due parametri microbiologici che indicano la qualità dell’acqua, l’Escherichia coli e gli Enterococchi intestinali, per un totale, quindi, di oltre 48.000 determinazioni analitiche.

I campioni di acqua prelevati nelle diverse aree di balneazione sono trasferiti nei laboratori delle Agenzie, dove le relative analisi hanno una durata di 48h (stabilita dalla legge). Dalla stagione balneare 2020 la metodica analitica adottata permetterà di ridurre a 24h la tempistica necessaria.

Qualora si rilevino superamenti dei limiti ne viene data immediata comunicazione al sindaco competente per territorio al fine di adottare l’ordinanza di divieto (o di revoca quando si tratti invece di rientro nei limiti dopo un superamento). Con la normativa entrata in vigore nel 2010 il sindaco, nel caso di superamento dei limiti accertato dall’Arpa, non ha poteri discrezionali in materia, ma deve necessariamente emanare l’ordinanza di divieto di balenazione.

Alcune Agenzie hanno messo a punto un sistema di pubblicazione dei risultati delle analisi che, consultando automaticamente la relativa banca dati, ne effettua la pubblicazione sul Web. In questo modo si ha un sistema di informazione al pubblico, e ai media, quasi in tempo reale, comunque molto tempestivoche contribuisce a evitare eventuali disguidi che non portino all’emanazione delle ordinanze di divieto di balneazione in presenza di superamenti dei limiti di legge. Il tutto, naturalmente a tutela della salute dei bagnanti.

In ogni caso, sui siti di tutte le agenzie ambientali che insistono sulle coste italiane sono disponibili i dati sempre aggiornati dei risultati dei controlli effettuati durante la stagione balneare, che possono determinare gli eventuali divieti di balneazione da parte dei sindaci.

Alcune Agenzie mettono a disposizione dei cittadini anche delle apposite App, scaricabili gratuitamente, che possono essere usate su smartphone e tablet, che forniscono le stesse informazioni presenti sui siti Web, ma che sfruttano la possibilità data dal Gps presenti in tali apparecchi, per segnalare la situazione relativa alla zona in cui uno si trova.

All’inizio della stagione balneare 2020 è disponibile la classificazione delle 4.000 aree di balneazione, per oltre 5.000 chilometri di costa, nelle quattro classi previste dalla normativa: eccellente, buona, sufficiente, scarsa.

https://www.snpambiente.it/temi/balneazione/

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