Composti organici volatili: pubblicati da Arpa Marche i risultati della campagna straordinaria di monitoraggio

L’area di Falconara Marittima costituisce un contesto di riferimento nel quale coesistono diverse pressioni ambientali di origine antropica concentrate all’interno o in prossimità di un’area urbana densamente popolata.

Per questo motivo, numerosi sono stati gli studi e le richieste di approfondimento in campo ambientale ed epidemiologico susseguitisi nel tempo con la partecipazione attiva delle Istituzioni e di diversi comitati cittadini, ai quali si è aggiunta la campagna di monitoraggio straordinario dei Composti Organici Volatili (COV) condotta nei territori di Falconara Marittima, Chiaravalle e Castelferretti, i cui risultati sono ora resi disponibili dall’Agenzia per la Protezione Ambientale marchigiana.

I COV, che rappresentano un gruppo molto ampio ed eterogeneo di sostanze chimiche organiche che condividono la caratteristica comune di elevata volatilità nell’ambiente, sono normalmente presenti in atmosfera come esito di eventi da fonti naturali (come la trasformazione di precursori biogenici e gli incendi boschivi); è stato tuttavia possibile rilevare che, come anche recentemente attestato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente, le attività antropogeniche siano diventate importanti fonti di emissioni di COV, al punto da rappresentare il 25% dei COV presenti nell’atmosfera globale.

COV_Falconara_Relazione_2017_2018

La campagna condotta dall’ARPAM si è sviluppata nel periodo Gennaio 2017 – Agosto 2018 utilizzando campionatori diffusivi a simmetria radiale (Radielli®), installati presso cinque postazioni di misura (quattro corrispondenti alle stazioni fisse già installate nel territorio cui si è aggiunto un sito specifico in località Castelferretti) e consentendo la raccolta di 658 campioni. Nel periodo in esame risulta ricompreso un episodio incidentale occorso presso la Raffineria di Falconara nell’Aprile 2018.

Sulla base dell’analisi dei profili emissivi, è apparso evidente il carattere ubiquitario dei COV maggiormente presenti in aria ambiente, con evidenza di un effetto stagionale e una variabilità spaziale delle concentrazioni legati alle condizioni meteoclimatiche, alla tipologia dei processi produttivi e ai cicli di attività civili, quali il riscaldamento e i flussi di traffico.   

I COV oggetto di ricerca nel corso dei monitoraggi sono stati 97; di questi, 41 sono risultati completamente assenti nei campioni analizzati, per altri 36 è stato possibile quantificarne la massa espressa in nanogrammi/fiala.

I restanti 20 composti analizzati, per i quali è stato possibile quantificare la concentrazione media – espressa in µg/m3– nel periodo di esposizione, hanno consentito di operare il raffronto sia con il valore limite del Benzene stabilito dalla normativa italiana (D. Lgs. n. 155/2010), sia con i valori di riferimento presenti in letteratura e quelli delle concentrazioni medie in aria ambiente indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità O.M.S. nelle “Linee guida della qualità dell’aria per l’Europa”.

I dati del benzene rilevati dal Radiello® sono paragonabili ai dati monitorati dalle centraline RRQA di Falconara e Chiaravalle e ampiamente sotto il valore limite normativo di 5 µg/m3. Un ulteriore confronto con i valori delle restanti centraline RRQA ubicate sul territorio regionale evidenzia una posizione intermedia tra valori più bassi registrati presso le stazioni di fondo e valori più elevati registrati presso le stazioni da traffico.

I risultati, si legge nel documento licenziato dalla Direzione Tecnico Scientifica dell’ARPAM, riportano che, tra i composti captati, il 58% della massa totale è risultata costituita da Toluene, Pentano, m,p-xilene, Benzene, Acetone, Esano, MTBE, Carboniotetracloruro ed Etilacetato e che, dal punto di vista della tossicità, “il confronto tra le concentrazioni medie di periodo delle sostanze e i parametri tossicologici individuati per i relativi composti chimici, pur nella consapevolezza di una valenza puramente informativa, ha mostrato il rispetto del limite normativo della qualità dell’aria per il benzene, unica sostanza normata tra quelle selezionate, e dei valori di qualità e di riferimento per tutte le altre sostanze non normate”.

Un discorso a parte merita infine la altrettanto complessa tematica dei disturbi olfattivi, che rappresentano una forma di inquinamento atmosferico a tutti gli effetti, associata a pesanti disagi per l’ambiente e per la qualità della vita della popolazione esposta. Nel caso del territorio in esame, l’incrocio dei dati ambientali e delle segnalazioni di fenomeni odorigeni inviate al Comune di Falconara ha evidenziato che nel 78% dei casi esse sono state inoltrate in corrispondenza del rilievo di valori estremi dei COV misurati in concentrazione. È tuttavia necessario precisare che i composti odorigeni non sono necessariamente associati ad un reale rischio per la salute umana e che, non sussistendo un rapporto scientifico diretto tra l’intensità dell’odore e la tossicità della sostanza che lo genera, non è possibile trarre conclusioni sul rischio per la salute umana basate soltanto su fattori percettivi.

Indipendentemente dalla tossicità delle sostanze chimiche, tuttavia, resta importante sottolineare che il problema della molestia olfattiva rimane comunque un fattore di forte disagio per la popolazione esposta a cui l’ARPAM e gli enti del territorio, come negli ultimi mesi dimostrato con l’attuazione del  progetto “OdorNet. Sistema di controllo e monitoraggio delle immissioni odorigene nel comune di Falconara Marittima” (approvato con determina n. 40/DG/2019 e successiva revisione adottata con determina n. 160/DG/2019), continuano a prestare particolare attenzione.

La campagna di monitoraggio condotta da ARPAM ha permesso dunque di acquisire maggiori informazioni nell’area di Falconara Marittima circa i livelli di concentrazione in aria ambiente di specifici COV, che normalmente non vengono misurati nelle ordinarie attività di controllo e monitoraggio della qualità dell’aria. I dati acquisiti rappresentano un’importante base conoscitiva della qualità dell’aria per i composti organici volatili, utile ad indirizzare la programmazione nell’area di ulteriori monitoraggi, che vedranno anche l’individuazione di altre aree urbanizzate distanti, e quindi  di “bianco”, per le necessarie correlazioni, al fine di una migliore conoscenza dell’ambiente e di una maggiore tutela della salute della popolazione potenzialmente esposta agli inquinanti ambientali.

Il contesto territoriale, per la peculiarità e la varietà delle fonti di pressione ambientale presenti nell’area, nonché per il disagio più volte manifestato dalla popolazione residente in relazione ai disturbi olfattivi, rimane al centro dell’attenzione e oggetto di valutazione da parte delle istituzioni competenti.

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