Qualità dell’aria e CoViD-19

Le misure attuate da molti paesi europei per fermare la diffusione di CoViD-19 hanno portato a forti riduzioni del trasporto su strada in molte città e delle attività produttive. Per valutare in che modo ciò ha influito sulle concentrazioni di inquinamento atmosferico, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha sviluppato un visualizzatore che traccia le concentrazioni medie settimanali di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10 e PM2.5).

I dati mostrano come le concentrazioni di biossido di azoto (NO2), un inquinante emesso principalmente dal trasporto su strada, sono diminuite in molte città europee dove sono state implementate misure di blocco.

Sebbene ci si potesse aspettare una diminuzione delle concentrazioni di polveri sottili (PM2,5), non è ancora possibile osservare una riduzione consistente nelle città europee. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che le principali fonti di questo inquinante sono più varie, tra cui a livello europeo il riscaldamento di edifici residenziali, commerciali e istituzionali, attività industriali e traffico stradale. Una frazione significativa di particolato si forma anche nell’atmosfera dalle reazioni di altri inquinanti atmosferici, compresa l’ammoniaca, un inquinante tipicamente emesso dall’applicazione di fertilizzanti agricoli in questo periodo dell’anno.

Altri fattori, come le condizioni meteorologiche, possono anche contribuire in modo significativo alle riduzioni settimanali osservate nelle concentrazioni di inquinanti. Al contrario, i cambiamenti nella meteorologia possono anche portare a un aumento dell’inquinamento atmosferico e, insieme alle relazioni spesso non lineari tra i cambiamenti nelle emissioni e i cambiamenti nelle concentrazioni, spiegano anche perché un minore inquinamento atmosferico potrebbe non verificarsi in tutti i luoghi.

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