Micromobilità, cosa prevede la normativa

E’ partita recentemente la sperimentazione della micromobilità elettrica (monopattini, hoverboard ecc.). La normativa è molto restrittiva riguardo alle aree dove i mezzi possono essere condotti e restano da chiarire alcuni aspetti relativi alle responsabilità in caso di incidente. L’articolo in Ecoscienza 6/2019 si riferisce alla situazione normativa al 18 dicembre 2019.

In alcune città italiane, è recentemente partita la sperimentazione della cosiddetta micromobilità elettrica, ovvero di hoverboard, segway, monopattini elettrici e monowheel. Ciò è avvenuto sulla base di un decreto del ministero dei Trasporti del 4 giugno 2019, attuativo della legge di Bilancio 2019 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, Serie generale, n.162 del 12 luglio 2019). Il decreto specifica nel dettaglio le caratteristiche dei mezzi, quelle delle aree o strade oggetto della sperimentazione e numerosi altri aspetti specifici.

Durante la sperimentazione, di durata massima biennale, i mezzi in questione possono circolare in ambito urbano, previa delibera comunale, esclusivamente su aree pedonali, percorsi pedonali e ciclabili, piste ciclabili in sede propria e su corsia riservata, zone a 30 km/h e strade con limite di velocità di 30 km/h.

I monowheel e gli hoverboard sono ammessi solo nelle aree pedonali e a velocità inferiori a 6 km/h. Nelle aree pedonali potranno circolare anche i segway e i monopattini, ma sempre entro i 6 km/h. Segway e monopattini sono ammessi anche su percorsi pedonali e ciclabili, piste ciclabili in sede propria e zone 30 e strade con limite di velocità di 30 km/h, a velocità non superiore a 20 km/h. Tutti i mezzi devono essere dotati di regolatore di velocità configurabile in funzione dei limiti di velocità previsti.

I Comuni che intendano avviare la sperimentazione devono prevedere un’apposita segnaletica, aree dedicate per la sosta e – aspetto questo della massima importanza – una specifica e attenta campagna di informazione preventiva. Come per guidare una bicicletta, almeno ai maggiorenni non è richiesta una patente per condurre questi mezzi.

Le regole di comportamento

L’art. 6 del Dm disciplina le principali regole di comportamento cui gli utilizzatori sono tenuti, nei seguenti termini:
1. Nell’ambito della sperimentazione della circolazione su strada, i dispositivi per la micromobilità elettrica possono essere condotti solo da utilizzatori che abbiano compiuto la maggiore età o, se minorenni, che siano titolari almeno di patente di categoria AM.

2. È in ogni caso vietato il trasporto di passeggeri o cose ed ogni forma di traino.

3. Gli utilizzatori devono mantenere un andamento regolare, in relazione al contesto di circolazione e devono evitare manovre brusche ed acrobazie.

4 Gli utilizzatori devono attenersi alle istruzioni d’uso riportate nel manuale di ciascun dispositivo per la micromobilità elettrica nonché, in caso di noleggio, alle prescrizioni del locatore.

5. Quando (…) è ammessa la circolazione di dispositivi per la micromobilità elettrica nelle aree pedonali, gli utilizzatori non possono superare la velocità di 6 km/h: a tal fine deve essere attivato il limitatore di velocità 

(…) 8. Dopo il tramonto del sole e mezz’ora prima del suo sorgere, il conducente di dispositivi auto-bilanciato del tipo segway o non autobilanciato del tipo monopattino elettrico che circolino su strade ricadenti in zona 30, su strade ove è previsto un limite di velocità massimo di 30 km/h o su pista ciclabile hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilità.

Una cosa va detta subito: la micromobilità, pur avendo un aspetto molto moderno e cool, è una risposta molto parziale e riduttiva alla sfida verso una mobilità sostenibile. Sfida che può essere vinta solo se si perseguono contemporaneamente due pilastri fondamentali, fra loro sinergici e complementari: miglioramento e innovazione nel trasporto pubblico di massa; politiche attive di disincentivazione dell’uso dell’auto privata… Leggi l’articolo integrale
di Luciano Butti
B&P Avvocati, professore a contratto di Diritto internazionale dell’ambiente, Università di Padova

Vai a Ecoscienza 6/2019, contiene il servizio “Per una mobilità più sostenibile”

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