La domanda di materie prime per la mobilità elettrica

La corsa all’introduzione su larga scala dei veicoli elettrici è lanciata. Oggi la Cina ha un ruolo predominante in tutta la filiera di produzione e le materie prime potrebbero diventare il nuovo petrolio. L’Unione europea, per rispondere alla sfida, ha lanciato la European Battery Alliance. L’articolo di Pier Luigi Franceschini, Eit RawMaterials.

Per il settore della mobilità sostenibile il 2019 si chiude con l’importante annuncio del 9 dicembre relativo all’approvazione da parte della Commissione europea di uno degli Important projects of common european interest (Ipcei) sulle batterie1, un programma di aiuti di stato da 3,2 miliardi di euro per dare un forte impulso alla creazione di una filiera europea delle batterie.

In questo articolo diamo una panoramica delle sfide e iniziative che hanno portato all’Ipcei sulle batterie, con attenzione particolare agli aspetti strategici relativi all’approvvigionamento di materie prime.

Che la corsa all’elettrificazione abbia inizio!

L’idea di una grande metropoli moderna dove l’aria che respiriamo è totalmente depurata dalle emissioni nocive delle automobili può sembrare oggi un’utopia. In realtà dal punto di vista tecnologico è uno scenario già a portata di mano. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che ogni anno 7 milioni di morti sono causati dall’inquinamento atmosferico2 e, secondo uno studio apparso di recente sullo European Heart Journal, nel 2015 in Europa si calcolano 790.000 morti per patologie connesse alla qualità dell’aria, con la Germania e l’Italia in testa alla lista3.

Le emissioni di particolato e di gas nocivi dovute al trasporto rappresentano le maggiori cause di inquinamento dell’aria nelle grandi città. La diffusione su larga scala delle auto elettriche permetterebbe un abbattimento radicale di questi inquinanti, con effetti sicuramente positivi per la salute dei cittadini. Un’altra forte spinta verso i veicoli elettrici è legata alle emissioni di CO2.

Gli studi per verificare la diminuzione di emissioni di CO2 nel ciclo di vita di un veicolo elettrico non sempre concordano sull’entità dei benefici, ma appare abbastanza evidente che in paesi con un mix di energie rinnovabili elevato (come in alcuni paesi europei) i benefici sono consistenti: parliamo di una diminuzione dal 48% al 60% (a seconda delle dimensioni del veicolo considerato) in termini di equivalenti di CO2 per chilometro, rispetto ai motori a combustione interna4Leggi l’articolo integrale
di Pier Luigi Franceschini
Eit RawMaterials, direttore Innovation Hub (Clc) South

Note
1. Press release, “State aid: Commission approves € 3.2 billion public support by seven Member States for a pan-European research and innovation project in all segments of the battery value chain”
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_19_6705

2. Who Global Ambient Air Quality Database (update 2018), https://www.who.int/airpollution/data/cities/en/, visitato nel mese di dicembre 2019.

3. J. Lelieveld, T. Münzel et al., “Cardiovascular disease burden from ambient air pollution in Europe reassessed using novel hazard ratio functions”, European Heart Journal, doi:10.1093/eurheartj/ehz135

4. Fonte: World Economic Forum, Global Battery Alliance; McKinsey analysis. Scaricabile al seguente link: http://www3.weforum.org/docs/WEF_A_Vision_for_a_Sustainable_Battery_Value_Chain_in_2030_Report.pdf

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