Una task force in Piemonte per i controlli sui pellet

La combustione di pellet di scarsa qualità o illegale può portare ad un aumento delle emissioni di PM10 e di ossidi di azoto fino al 50% superiori rispetto alla combustione di materiali apparentemente identici ma di fascia più alta. Per questa ragione Regione Piemonte, Arpa Piemonte e Carabinieri del Nucleo Forestale stano agendo in sinergia per intensificare l’attività di controllo e campionamento del pellet destinato al riscaldamento.
Come annunciato in conferenza stampa a Torino dagli assessori regionali all’Ambiente, Matteo Marnati, e allo Sviluppo della montagna, Fabio Carosso, l’operazione congiunta è partita il 21 gennaio, eseguita da una task force di 10 squadre formate da personale Arpa e Carabinieri del Nucleo Forestale che preleveranno campioni sottoposti ad analisi per stabilire la classificazione secondo quanto previsto dalla norma UNI EN ISO 17225-2.

«Fino ad oggi è stato sottovalutato l’impatto delle emissioni da riscaldamento sulla qualità dell’aria – spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati – In Piemonte il contributo alle concentrazioni di Particolato PM10 del riscaldamento domestico a biomassa legnosa è di circa il 45% nel comune di Torino e supera il 50% negli altri capoluoghi, e per questa ragione abbiamo deciso di intensificare il monitoraggio sulla qualità dei materiali utilizzati per il riscaldamento».

«Quindici siti sono sotto controllo con 10 squadre in campo per la verifica e il sequestro dei Pellet – ha spiegato il Comandante Regione Carabinieri Nucleo Forestale Piemonte, Benito Castiglia – L’obiettivo è fare campionamenti e controlli per la non rispondenza del prodotto, provenienza legale del prodotto finalizzato a contrastare il commercio illegale del legno e poi la frode commerciale. Un elemento fondamentale è il prelievo dei campioni a cui seguirà il riscontro analitico con Arpa».

Secondo Arpa Piemonte, l’inquinamento prodotto da una caldaia domestica a pellet dipende sia dalla qualità del combustibile che dalle caratteristiche dell’impianto. «Il riscaldamento – secondo il direttore di Arpa, Angelo Robotto – ha un ruolo significativo nelle emissioni degli inquinanti in atmosfera. Tra i diversi combustibili la biomassa risulta di gran lunga quello maggiormente inquinante per quanto riguarda il particolato PM10. Se il metano e le biomasse sono equamente corresponsabili delle emissioni di ossidi di azoto, per il PM10 l’uso delle biomasse è preponderante in maniera quasi esclusiva. La diffusione delle stufe a pellet ha determinato una situazione di criticità per la gestione della qualità dell’aria, caratterizzata da un mercato e da un utilizzo incontrollati».

Arpa Piemonte ha completato il primo ciclo di controlli su caldaie e impianti termici terminati il 31 dicembre 2019: su 144 apparati ispezionati in Piemonte, 47 nella provincia di Torino – per un numero complessivo di circa 3000 unità abitative in tutta la regione di cui 1100 nel territorio della Città Metropolitana di Torino – quasi la metà, circa 70, sono risultati non in regola per superamenti di emissioni di ossidi di azoto, mancata manutenzione ed errata o mancata contabilizzazione del calore. La sanzione è di circa 1.000 euro ciascuno.

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