Luca Marchesi: priorità comunicazione

Una riflessione del direttore generale di Arpa Veneto sulla comunicazione e sulle problematicità di internet e dei social media. Un contributo importante con il quale apriamo su queste pagine un dibattito a supporto del lavoro che dovremo fare per attuare il Piano di comunicazione SNPA 2020-2022, recentemente approvato.


Tra le cose che svilupperemo in questo 2020 in #ARPAV, c’è sicuramente il tema della comunicazione, il nostro rapporto con i media e quello con la pubblica opinione.

Questo è un tema molto complicato, nell’era di Internet e della società globale, ma è forse il terreno principale su cui si giocano la nostra credibilità e la nostra autorevolezza.

Con la conclamata centralità della questione climatica e ambientale, infatti, e con l’aumentato livello di esposizione mediatica, è fondamentale che come Agenzia siamo sempre “sul pezzo”, esercitando il nostro ruolo di garanzia e di soggetto preposto alla certificazione della sostenibilità dei processi di sviluppo.

Dobbiamo esserci, con informazioni e valutazioni pertinenti e puntuali, rivendicando il rigore dei nostri giudizi, l’affidabilità dei nostri dati, la nostra indipendenza, la nostra terzietà.

Per fare questo, dobbiamo porci il tema del rapporto con i media, in particolare con il mondo del web e con i social media.

Riprendo qui alcune considerazioni che ho già fatto, in questi anni.

Come cittadini e come professionisti, forse solo oggi capiamo finalmente e davvero che cos’è Internet.

Il web è qualcosa di straordinario. Grazie a Internet il mondo di oggi è più aperto, privo di barriere; e ciò rende più facile la conoscenza, la partecipazione, la rappresentanza, la collaborazione, l’esplorazione di ciò che ci interessa.

Ma Internet è anche un gigantesco “dust bin” della comunicazione, in cui si trova tutto e di tutto, in cui verità e bugie si mescolano e si confondono, finendo con l’ “inquinare” la capacità di comprensione dei problemi e talvolta finanche la razionalità delle scelte, private e pubbliche.

Una parola chiave in quest’ambito è “post-verità”. Non importa più, nel processo dialettico, quale sia la verità, ma solo ciò che viene detto e percepito come vero.

Quello che si trova in rete conta a volte più di quanto affermano le più prestigiose Istituzioni scientifiche. In quest’epoca di sapere a buon mercato, con un quarto d’ora di Wikipedia, chiunque si sente in grado di discettare su qualunque argomento e rivendica la stessa autorevolezza di chi dedica a quell’argomento la propria. È questo che fa prosperare il complottismo e gli atteggiamenti di delegittimazione nei confronti delle Istituzioni, della Razionalità e della Scienza.

Per #ARPAV questa è una sfida cruciale, che va affrontata per riaffermare il significato stesso di ciò che facciamo. Quel “valore pubblico” che è l’oggetto vero e il senso profondo del nostro lavoro. Dobbiamo affrontare questa sfida, difendendo il nostro ruolo, rivendicando in ogni occasione la serietà e l’etica professionale del nostro approccio, riaffermando in ogni contesto la nostra autorevolezza, che si fonda sulla nostra terzietà e sul livello di competenza tecnico scientifica dei nostri professionisti. E che è garantita dalle certificazioni, dall’accreditamento, ma prima ancora dal confronto quotidiano con la comunità tecnica e scientifica, nazionale e internazionale.

In ciò, non dando mai nulla per scontato, evitando l’autoreferenzialità e non sottraendoci mai al confronto, con nessuno, neppure con chi mostra superficialità, ma pretendendo che il confronto avvenga sul terreno del rigore scientifico e della completezza di informazione.

Luca Marchesi
direttore generale Arpa Veneto

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