Arpa Valle d’Aosta e le polveri fini: un tema in continuo approfondimento

A dicembre 2019 è terminata l’unità di ricerca GAIA (GeocAratterizzazione Integrata di Aerosol). Obiettivo dell’iniziativa, che ha coinvolto, oltre ad ARPA VdA, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere (CIFAI), l’ Envisens Technologies Srl (EST) e l’ Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (OAVdA), è stato quello di sviluppare le nuove conoscenze necessarie per realizzare un dimostratore per la determinazione delle proprietà delle polveri fini, o, per dirla in un linguaggio più scientifico, dell’aerosol.

Ma cos’è l’aerosol? Si tratta di una miscela gassosa di particelle liquide o solide sospese in atmosfera. Se presente nell’aria che respiriamo, soprattutto in alte concentrazioni, l’aerosol può essere dannoso per la salute umana. Riuscire a distinguere l’origine delle particelle sospese risulta, perciò, fondamentale per riuscire ad identificare le sorgenti più inquinanti e migliorare la qualità dell’aria. Inoltre, considerata la sua capacità di assorbire e ridiffondere la radiazione solare e, dunque, di scaldare o raffreddare l’atmosfera, l’aerosol può avere impatti importanti sul clima. L’aerosol ha dimensioni minuscole: da poche decine di nanometri a decine di micron. Anche l’origine delle particelle è molteplice: esse possono venire emesse da fonti naturali (es. vulcani, incendi) o antropogeniche (es. processi di combustione, conversione da gas a particelle, ecc.) o da un insieme delle due (es. risollevamento di particelle naturali per effetto del traffico).  Arpa monitora da più di vent’anni la concentrazione del particolato nell’aria che respiriamo in numerosi siti della Valle d’Aosta.

Più complesso, tuttavia, è riuscire a stimare la concentrazione e le caratteristiche dell’aerosol nella parte alta dell’atmosfera o in siti remoti, e determinare le sue caratteristiche chimiche (composizione), microfisiche (dimensioni) e ottiche (capacità di interagire con la radiazione solare). L’innovazione apportata dal progetto è stata, quindi, quella di aver realizzato dei dispositivi in grado di caratterizzare in modo accurato gli aerosols dispersi in atmosfera e di aver gettato le basi per un futuro monitoraggio a diverse quote lungo i versanti della valle centrale. Oggigiorno, vista l’attualità delle tematiche ambientali, e in particolare del monitoraggio della qualità dell’aria e del clima, riuscire a sviluppare nuove tecnologie, altamente automatizzate e a basso costo è una sfida importante e, a tal fine, Arpa dimostra di essere sempre ben disposta a dare il suo contributo. 

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Relazione finale

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