Il modello veneto di gestione dei rifiuti urbani

Il rapporto annuale con i dati 2018, recentemente pubblicato da Arpa Veneto, conferma che l’impegno delle pubbliche amministrazioni dà risultati anche superiori a quelli previsti e in linea con il Piano regionale.

La produzione è pressoché costante e quella pro capite si avvicina ai 420 kg previsti dagli obiettivi del Piano regionale nonostante il PIL elevato e quasi 70 milioni di presenze turistiche annue.

Interessante è la produzione procapite di rifiuto residuo che, con un valore di 120 kg, si sta avvicinando all’obiettivo del Piano Regionale di 100 kg al 2020. In Veneto ben 399 Comuni su 571 (il 70%) hanno già raggiunto questo obiettivo e in molti casi i quantitativi prodotti sono di molto inferiori. L’impegno dei comuni capoluogo a attuare nuove politiche di gestione costituiranno l’ulteriore spinta per il raggiungimento di questo obiettivo.

La raccolta differenziata continua se pur di poco ad aumentare attestandosi a quota 73,8%, risultato ormai prossimo all’obbiettivo del 76% al 2020 previsto dal Piano.

Anche sotto l’aspetto economico la situazione è positiva con costi per la gestione dei rifiuti urbani che si attestano sui 143 € per abitante, a fronte dei risultati raggiunti e dei servizi resi al territorio. La diffusione di sistemi di tariffazione puntuale garantisce la riduzione della produzione di rifiuti e maggiore qualità delle raccolte differenziate ma è anche un elemento di trasparenze e di contenimento dei costi.

Il raggiungimento di questa situazione di eccellenza e l’attuazione di un modello di economia circolare nella gestione del servizio pubblico sono merito delle scelte di amministratori, gestori del servizio e cittadini, che hanno contribuito quotidianamente alla separazione domestica. Le principali caratteristiche che si riscontrano diffusamente nel territorio regionale, e che per questo possono in un certo senso far pensare ad un modello veneto, si possono identificare in:

  • capillare diffusione della raccolta separata della frazione organica raccolta secco-umido (oltre il 98% della popolazione);
  • capillare diffusione della raccolta domiciliare, anche spinta a tutte le frazioni (oltre il 70% della popolazione);
  • elevata presenza nel territorio di centri di raccolta (413 centri a servizio del 97% degli abitanti) dove si raccolgono oltre 700 mila t di rifiuti;
  • commisurazione del pagamento del servizio alla quantità di rifiuti prodotti dall’utenza (sistemi di tariffazione puntuale) in buona parte del territorio regionale (43% dei comuni);
  • sviluppo dell’industria del recupero/riciclo;
  • elevata diffusione della pratica del compostaggio domestico (attivo nel 92% dei comuni) e di iniziative di riduzione;
  • gestione prevalentemente pubblica del servizio;
  • informazione e sensibilizzazione costante dei cittadini (1 €/abitante del costo del servizio è in media dedicato a questa attività);
  • iniziative di riduzione della produzione, riuso e preparazione per il riutilizzo e la promozione degli acquisti verdi nelle amministrazioni pubbliche e nelle aziende.

La frazione organica raccolta in modo differenziato aumenta e rappresenta il 31% del totale della differenziata. È avviata ad un articolato ed evoluto sistema di impianti di compostaggio e digestione anaerobica permettendo non solo il recupero di materia, con l’ottenimento di compost di qualità, periodicamente controllato da Arpa Veneto, ma anche la produzione di biogas con generazione di energia elettrica, termica, e recentemente anche di biometano utilizzato come combustibile per alimentare gli stessi mezzi di raccolta dell’umido e consentendo una riduzione delle emissioni di CO2.

Le frazioni secche riciclabili raccolte (carta, vetro e imballaggi in plastica e metallo) rappresentano il 38% del rifiuto totale prodotto e sono avviate a impianti di selezione e valorizzazione presenti sul territorio regionale per la produzione di materie prime seconde. In Veneto operano anche numerose aziende che utilizzano questi flussi per la produzione di nuovi prodotti in carta, plastica, metalli e vetro. In questo settore il Veneto è stato e rimane una regione che importa rifiuti recuperabili da destinare ai cicli produttivi in particolare alle filiere di metalli, vetro e plastica selezionata.

Importanti risultano anche l’incentivazione e l’avvio di nuove filiere di recupero di particolari frazioni di rifiuti, ad esempio i prodotti assorbenti con i pannolini che costituiscono fino al 30% del rifiuto secco residuo, oli e tessili. Molto interessante l’esperienza avviata per il recupero della plastica PVC negli ecocentri. Attraverso la formazione degli operatori si procede alla separazione delle plastiche dure in PVC che vengono successivamente avviate ad un impianto che provvede al recupero tramite produzione di nuovo granulo per nuovi manufatti per il settore dell’edilizia.

Ricordiamo, infine, come la promozione degli Acquisti Verdi (GPP) possa fungere da leva per il mercato dei materiali provenienti dal recupero/riciclo dei rifiuti, sensibilizzando enti pubblici e aziende all’utilizzo dei CAM approvati, indirizzandoli verso la green economy.

Rapporto-RU-2018

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