La presentazione dell’Annuario 2019 dei dati ambientali della Toscana

Giovedì 10 ottobre si è svolta presso la Sala Pegaso del Palazzo Sacrati a Firenze, la presentazione dell’Annuario 2019 dei dati ambientali della Toscana, alla quale sono intervenuti vari relatori, in rappresentanza del Sistema nazionale per la protezione dell’Ambiente, della Regione Toscana, del mondo della ricerca, della società civile e delle imprese.

L’Annuario 2019 dei dati ambientali della Toscana. Interviste a Marcello Mossa Verre, Direttore generale ARPAT, Giuseppe Bortone, Presidente AssoArpa e Direttore generale ARPAE Emilia Romagna, Carlo Emanuele Pepe, Vicepresidente SNPA – Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – e Direttore generale Arpa Liguria

A fare gli onori di casa il direttore generale di ARPAT Marcello Mossa Verre che ha illustrato i contenuti della pubblicazione, quest’anno alla sua ottava edizione. Un testo che nel tempo si è arricchito di informazioni e dati fino a contare 92 indicatori ambientali, con l’intento di fornire un quadro quanto più possibile esaustivo che restituisce la fotografia della condizione ambientale in Toscana. L’annuario non costituisce infatti un mero compendio di dati raccolti dalle varie attività che l’agenzia svolge, ma proprio attraverso il ricorso agli indicatori, contestualizza i dati rendendoli confrontabili e più facilmente comprensibili. ARPAT assolve in questi termini al compito assegnato alle agenzie per la protezione ambientale di diffondere informazioni, che sono ufficiali e di riferimento per tutta la Pubblica Amministrazione.

Una sintesi dei contenuti dell’Annuario è disponibile qui: L’ambiente in Toscana nel 2018

Tra gli ospiti della giornata, è intervenuto anche Edo Bernini, il Direttore Ambiente ed Energia della Regione Toscana, che ha sottolineato l’importanza di questo appuntamento annuale. La comunicazione di informazioni ambientali è fondamentale per far sì che si possano tradurre in azioni concrete, accanto a una sempre maggiore integrazione tra le attività di ARPAT, la Regione e le ASL. Nel suo intervento il dirigente regionale ha inoltre ribadito che non è più pensabile uno sviluppo economico senza la sostenibilità ambientale, e che in questo la presentazione dell’annuario ARPAT contribuisce a creare un terreno di confronto tra rappresentanti delle istituzioni, delle attività produttive e dei cittadini.

A rimarcare questo proposito di comunicazione e coinvolgimento della società civile nelle tematiche ambientali, in sala erano presenti tra il pubblico anche alcune insegnanti della scuola Carducci di Firenze, con la quale è in programma un progetto di citizen science che vedrà ARPAT coinvolgere attivamente gli studenti nel monitoraggio dell’aria.

La mattinata è poi proseguita con l’intervento di Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, che ha lodato la qualità dell’Annuario, fonte di strumenti e indicatori fondamentali. Ha, in particolare, usato l’espressione “dati di pietra” per indicare come le informazioni di carattere ambientale fornite da ARPAT si basino su misurazioni e valutazioni tecnico scientifiche “oggettive”, che pertanto forniscono un importante servizio alla creazione di un dibattito democratico. A tal proposito ha ribadito come il ruolo chiave dell’agenzia possa essere ricoperto solo nella sua condizione di indipendenza, per poter parlare con autorevolezza ai tanti tavoli di concertazione. La Toscana ha una grande tradizione di partecipazione civica e senso di appartenenza al territorio, che ha fatto sì che tante vertenze ambientali e nuove normative siano proprio scaturite dal basso, anche a partire dai dati forniti e divulgati da ARPAT.

Sullo stesso tema è intervenuto anche Maurizio Brotini, in rappresentanza delle segreterie confederali CGIL CISL UIL Toscana, che ha ribadito come la terzietà e l’autonomia di ARPAT, come di tutte le agenzie ambientali, è essenziale per produrre risultati di valore, alle cui spalle ci sono lavoratori pubblici che dedicano passione ed esperienza al servizio della collettività. In questo periodo momento storico, l’acuirsi del cambiamento climatico ha sollevato una sempre maggiore attenzione nei confronti della Scienza, che si pone in una posizione di autorevolezza imparziale rispetto al mondo politico. Pertanto è necessario per parlare di ambiente, salute e lavoro non solo dei valori stabiliti per legge, per esempio, in riferimento agli inquinanti presenti sul territorio, ma considerare anche i valori obiettivo e le raccomandazioni dell’OMS, per spingere a coniugare sempre meglio ciò che è legale con ciò che è salutare.

Di come le agenzie dell’ambiente siano chiamate a rispondere a sfide mondiali ha parlato Giuseppe Bortone, direttore generale di ARPAE Emilia-Romagna e presidente di AssoArpa. Dall’economia circolare all’emergenza climatica, dalla citizen science alle nuove frontiere della ricerca, alle agenzie è richiesto di declinare questo slancio globale nel locale e comunicarlo ai cittadini, e l’annuario ARPAT in questo testimonia il continuo contatto col territorio. Il ruolo della pubblicazione si inserisce all’interno del sistema a rete del servizio pubblico ambientale, per il quale Bortone ha auspicato un incremento degli investimenti a salvaguardia dell’ambiente e nell’ottica di ridurre le disuguaglianze affinché i cittadini possano accedere alle stesse prestazioni tecnico scientifiche a prescindere dal territorio di appartenenza.

Anche Carlo Emanuele Pepe, vicepresidente SNPA e Direttore generale di Arpa Liguria, nel suo discorso ha fatto riferimento agli sforzi del sistema e alla sfida giornaliera per omogenizzare i servizi forniti da una rete di laboratori accreditati che analizzano 10 milioni di parametri e che devono esser tra loro confrontabili. Ha inoltre illustrato come il quadro del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale sia composto da 22 enti su 200 sedi, che si occupano di effettuare oltre 2500 controlli, anche a partire dai 15 mila esposti dai cittadini a cui fanno seguito 100 mila ispezioni e sopralluoghi. Il tutto comunicato attraverso una funzione di reporting ambientale per il vasto pubblico che attualmente conta per il solo sistema di newsletter di AmbienteInforma più di 100mila utenti. La comunicazione in questo ambito non è solo far conoscere ciò che si fa a livello di agenzie, ma significa anche soddisfare le curiosità dei cittadini che vogliono informarsi e rispondere alle istituzioni e imprese che hanno bisogno di attingere a informazioni chiare.

Il mondo delle imprese era presente nella persona di Gabriele Baccetti, Direttore Confindustria Toscana, che ha aperto il suo intervento asserendo come non ci sia più una visione dicotomica tra tutela ambientale e sviluppo economico, e che la sostenibilità e l’economia circolare siano ormai a pieno titolo temi di politica industriale ed elementi di competitività su cui puntare. Per Baccetti, lo strumento dell’Annuario ha un’elevata utilità perché permette di individuare quali e dove siano le criticità, per poter poi individuare le priorità di intervento. Per le imprese è importante capire di cosa si parla quando si parla di irregolarità ambientali, distinguendo tra quelle di carattere amministrativo da quelle che hanno impatto immediato sulle matrici ambientali, e in questo il servizio di ARPAT è utile anche a capire l’interpretazione delle norme. Infine ha auspicato nuove occasioni di confronto anche per scendere nel dettaglio su aspetti più tecnici per cercare soluzioni di politica ambientale e industriale da proporre alla regione e al governo nazionale.

Tutti concordi dunque sul valore del dato e dell’attività di comunicazione dell’annuario dell’Agenzia toscana, ma come si costruisce una solida reputazione? A tal proposito la ricercatrice Nora Annesi, dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha esposto su quali elementi il Sant’Anna e ARPAT stiano lavorando in una collaborazione avviata un anno fa. Tra le dimensioni della reputazione la qualità della comunicazione rappresenta una variabile rilevante, e in questo la redazione dell’annuario secondo il modello DPSIR rappresenta un elemento in grado di migliorare l’interazione con l’utente. Il modello di enviromental reporting del DPSIR, ha spiegato Annesi, è cambiato nel tempo e si è arricchito quest’anno degli indicatori, che rappresentano una novità. Essi restituiscono un valore osservato che sia rappresentativo di un fenomeno di studio, in quanto capaci di aggregare dati e informazioni molteplici che siano comparabili rispetto a obiettivi o territori diversi, e in questo, secondo la definizione dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, la loro prima funzione è proprio la comunicazione. Inoltre il modello DPSIR lega formalmente fenomeni ambientali e attività antropiche, aiutando a capire quali siano i determinanti, assolvendo così al ruolo non di una mera misurazione dei dati ma di un vero e proprio strumento di policy. Nell’individuazione di quale fenomeno sia prioritario esplicita su quali fattori di pressione vadano incentrati gli interventi e successivamente fornisce risposte su come valutare gli impatti di tale modifiche sul territorio. Con un miglioramento delle interazioni con l’agenzia attraverso questo modello, si raggiunge una maggiore consapevolezza delle attività svolte e dei risultati ottenuti si migliora anche la percezione dell’operato svolto.

A conclusione della giornata dedicata allo stato di salute del territorio regionale, l’Assessore all’Ambiente della Toscana, Federica Fratoni ha sottolineato il primato toscano nell’ambito dei controlli ambientali, sia di carattere numerico sia in termini qualitativi. In questo ambito anche la messa a disposizione dei dati e delle informazioni per i cittadini è un motivo di vanto. Anche Fratoni ha fatto riferimento al tema della sostenibilità ambientale come scelta ineludibile di ogni policymakers nella pianificazioni di interventi e investimenti e di come sia necessaria un’elevata consapevolezza e partecipazione a tutti i livelli in questo ambito. In tal senso ha asserito come nel tempo sia molto mutato il contesto, e come non tutte le risorse siano nella disponibilità della regione, la quale però finanzia sia le attività istituzionali obbligatorie di ARPAT sia le altre attraverso progetti speciali.

Gli ultimi interventi della giornata son stati quelli provenienti dal pubblico, in cui hanno preso la parola un dipendente ARPAT, una giornalista e un’abitante del Mugello, che hanno esposto le problematiche su cui avrebbero voluto puntare l’attenzione. Il direttore Mossa Verre ha infine salutato i presenti augurandosi in primo luogo che cresca il fattore umano all’interno delle agenzie, affinché possano essere arricchite da nuove competenze.

Testo a cura di Giulia Casasole


Le immagini


I video

Le acque, dall’Annuario dei dati ambientali 2019 della Toscana, interviste a Marcello Mossa Verre, Direttore generale ARPAT e Fausto Ferruzza, Presidente Legambiente Toscana
La qualità dell’aria, dall’Annuario dei dati ambientali 2019 della Toscana. Interviste a Marcello Mossa Verre, Direttore genrale ARPAT, Federica Fratoni, Assessore all’Ambiente Regione Toscana, Edo Bernini, Direttore Ambiente e Energia Regione Toscana
Sistemi produttivi e cave nell’Annuario dei dati ambientali 2019 della Toscana. Interviste a Marcello Mossa Verre, Direttore generale ARPAT e Gabriele Baccetti, Direttore Confindustria Toscana

Le presentazioni

marcello-mossa-verre-arpat-10102019

giuseppe-bortone-assoarpa-10102019

nora-annesi-s-anna-10102019

carlo-emanuele-pepe-snpa-10102019


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.