Arte e ambiente: il Terzo Paradiso di Pistoletto

Su queste pagine abbiamo già parlato di una installazione artistica che esprime un impegno ambientale dell’artista, il capodoglio di Edoardo Malagigi, realizzato con i tetrapack, per supportare il Santuario dei cetacei, Pelagos. Questa volta invece parliamo di alcune opere di Michelangelo Pistoletto.

Da quasi cinquant’anni il Comune di San Quirico d’Orcia ospita “Forme nel Verde” un appuntamento per gli appassionati di arte contemporanea nella cornice dei cinquecenteschi Horti Leonini. La rassegna, visitabile fino al 30 settembre 2019, è stata realizzata dal Comune con il patrocinio di Regione Toscana, Provincia di Siena e Associazione Europea delle Vie Francigene.

Forme nel verde

Quest’anno ha avuto come ospite di eccezione Michelangelo Pistoletto che ha diretto un workshop per gli studenti delle Accademie di Belle Arti di Firenze e di Carrara per costruire un “Terzo Paradiso”, una scultura composta da tre cerchi consecutivi di grandi dimensioni costituiti da materiali legati alla tradizione, alla storia e facilmente reperibili sul luogo quali travertino, terracotta, legno.

Gli studenti che hanno partecipato all’evento si son resi “giardinieri del pianeta”, con l’intento di tutelare il territorio e contestualmente promuovere valori di responsabilità e sostenibilità.

Il mare e la plastica – Il terzo Paradiso

Non solo la Val d’Orcia, anche Catania lo scorso giugno ha accolto l’opera d’arte collettiva “Il mare e la plastica – Il terzo Paradiso” del maestro, in occasione del conferimento della laurea honoris causa conferita dall’Accademia di Belle Arti di Catania. In quel caso l’intento è stato quello di sensibilizzare nei confronti del problema dei rifiuti dispersi nel mar Mediterraneo, per lo più composti da plastica. Nel porto della città, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, è stata allestita l’opera costituita da rifiuti plastici che i cittadini avevano recuperato dal mare. Il gesto artistico ha così potuto reificare un senso di responsabilità collettiva nei confronti del Mediterraneo culla della nostra civiltà e luogo di scambi tra culture e affaccio dell’Europa sul mondo, valori in linea con la Fondazione OELLE Mediterraneo antico promotrice dell’evento.

In tutto sono oltre 900 le città nel mondo che ospitano e hanno ospitato quest’opera promuovendo la poetica-politica dell’artista. Il Terzo Paradiso costituisce l’ultima fase della ricerca artistica di Michelangelo Pistoletto creatasi a partire da riflessioni intorno all’opera “Nuovo segno d’infinito” del 2003. Il Terzo Paradiso rappresenta un superamento dialettico delle opposizioni, che si concretizza in una rappresentazione di tre cerchi: i due piccoli ai poli opposti che simboleggiano il mondo della natura e quello artificiale, tenuti insieme da un anello centrale, più grande che si intreccia e collega gli altri due simboleggiando la rinascita e l’armonia oltre il conflitto tra i due fattori, il simbolico “Terzo Paradiso”.

terzo-paradiso-pistoletto

«Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale. Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita.» Con queste parole il maestro biellese illustra i principi ispiratori della sua opera convogliati nel libro manifesto “Ominiteismo e Demopraxia. Manifesto per una rigenerazione della società” edito da Chiarelettere.

agenda-2030

Due sono i temi affrontati con particolare impegno e frequenza nell’ambito del Terzo Paradiso: il riciclo e la sostenibilità etico-ambientale. A partire da questa ricerca ha preso forma l’opera collettiva più famosa dell’artista biellese che si realizza nelle attività della fondazione Cittadellarte e che si snoda in una grande rete globale fatta di “Ambiasciate”: città, forum associazioni e persino singole persone che condividono pratiche di sostenibilità partecipando alla creazione delle Geografie della Trasformazione dove si maturano esperienze in linea con gli obiettivi dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite. Ecco come un’esperienza artistica trasforma una poetica in un piano di trasformazione politica globale.

Anche Ginevra, nel 2015, ospitò l’opera collettiva del maestro in occasione del settantesimo anniversario dalla fondazione dell’ONU. In quel caso il titolo è stato Ribirth (Rinascita) per una scultura, simbolo dell’inizio di una nuova era, collocata nel parco del Palazzo delle Nazioni costituita da blocchi di pietre provenienti da tutte le 193 nazioni degli Stati Membri.

Ribirth

L’idea dell’artista biellese è proprio quella di diffondere la rappresentazione concreta della sua poetica in ogni parte del mondo affinché possa fungere da catalizzatore per una trasformazione dell’uomo e della società verso un modo di vivere più etico e responsabile, anche dal punto di vista ambientale.

Per ulteriori approfondimenti:

Testo di Giulia Casasole

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