Ondate di calore, fino a cinque volte più frequenti in Europa

Un gruppo di scienziati afferenti al World Weather Attribution Project, una collaborazione internazionale che ha l’obiettivo di verificare se è possibile attribuire in tempo reale un fenomeno meteorologico estremo al climate change, ai cambiamenti globali del clima, ha affrontato il caso dell’ondata di calore verificatasi il 27 e 28 giugno scorso.

Ne parla Pietro Greco in un articolo sulla rivista Micron.

Questi scienziati hanno fatto girare nei loro computer i modelli generali del clima e hanno ottenuto un dato piuttosto allarmante: fenomeni del genere in Francia e in tutta Europa sarebbero cinque volte più probabili oggi, in regime di cambiamenti climatici, che nell’epoca pre-industriale. 

Il che significa che se un secolo e mezzo fa un evento meteorologico estremo accadeva, in media, ogni dieci anni, ora avviene ogni due anni.

Questo aumento della frequenza – e spesso dell’intensità dei fenomeni – non riguarda solo le cosiddette “onde di calore”, ma anche altri fenomeni meteorologici, come le cosiddette “bombe d’acqua” o comunque tempeste.

Una frequenza aumentata di cinque volta non è poca cosa. Creerebbe danni alla nostra salute come all’economia.

WWA-Science_France_heat_June_2019

Per scaricare lo studio.

La società europea e mondiale deve rispondere con estrema urgenza a questa situazione, utilizzando entrambe gli strumenti di contrasto ai cambiamenti climatici:

  • accelerando le politiche di prevenzione, ponendo in essere gli accordi di Parigi del 2015 e andando oltre per cogliere l’obiettivo indicato dall’IPCC, il panel degli scienziati del clima che analizza la situazione per conto della Nazioni Unite. L’IPCC sostiene che occorre fare di tutto per mantenere l’aumento della temperatura entro gli 1,5 °C rispetto all’epoca pre-industriale e che per farlo abbiamo bisogno di zioni drastiche entro e non oltre il 2030.
  • impegnandosi per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Dobbiamo, in altri termini, riorganizzare la società per renderla più adatta, appunto, a sopportare temperature torride o rovesci d’acqua rovinosi.

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