Qualità dell’aria: il modello IAATO per valutare l’idoneità delle stazioni ai fini modellistici

Con una convenzione stipulata nel 2016 tra ARPA Sicilia e il  Dipartimento di Ingegneria  dell’Università degli Studi di Palermo, nell’ambito del “Progetto di razionalizzazione del monitoraggio della qualità dell’aria in Sicilia e relativo programma di valutazione (PdV)” sono state condotte attività di ricerca per qualificare i sottogruppi delle stazioni di misura utili ai fini del supporto modellistico e per lo scambio di dati tra Stati membri, così come previsto dall’ “Exchange of Information – EoI”  (decisione della Commissione Europea 97/101/CE).

La valutazione della qualità dell’aria deve essere realizzata utilizzando, generalmente in modo coordinato, sia misure in siti fissi, sia tecniche modellistiche, come stabilito
dal d.Lgs. 155/10 “Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”.

Come è noto, non tutte le stazioni di misura appartenenti alle reti di monitoraggio della qualità dell’aria si prestano nell’uso di tecniche modellistiche. Quelle idonee, in generale, costituiscono un sottogruppo nelle reti delle stazioni di misura.

Sul piano normativo, il legislatore ha fornito degli utili indirizzi per distinguere i casi in cui sono necessarie misurazioni in siti fissi integrabili dai modelli, quelli nei quali può farsi ricorso ad una combinazione di misurazioni in siti fissi e tecniche modellazione ed, infine, quelli nei quali la qualità dell’aria può essere valutata anche solo con tecniche modellistiche. Risulta quindi strategico chiarire se la singola stazione di misura della qualità dell’aria possa essere ritenuta idonea per essere inclusa nel set di stazioni utili alle valutazioni modellistiche.

Così è stato sviluppato un apposito modello, basato su logiche fuzzy, avente come scopo quello di chiarire quali stazioni della rete sono utili ai fini di quanto previsto dalla normativa.

Il rapporto che si presenta descrive un modello di definizione di un nuovo indicatore denominato “IAATO”: si tratta di un indice composito, dedotto dalla combinazione di un indicatore di pressione meteorologica (IPM) ed un indice di pressione antropica (IPA) che trova relazioni tra le caratteristiche orografiche del territorio e l’intensità delle sorgenti inquinanti.

Con il modello IAATO risulta possibile stabilire se, e quanto siano localmente estendibili le misure delle concentrazioni delle specie inquinanti aero-disperse, dall’intorno della stazione fissa ad un ambito territoriale più vasto. Alti valori dell’Indice IAATO descrivono ambiti territoriali che favoriscono l’estendibilità delle misure in siti fissi; viceversa, bassi valori corrispondono a stazioni rappresentative solo del loro immediato intorno.

 Il calcolo ha riguardato gli inquinanti SOx, NOx e PM10, per un periodo temporale di cinque anni (dal 2010 al 2014). L’analisi dei risultati ha consentito di determinare i sottogruppi delle stazioni di rete degli agglomerati urbani di Palermo, Messina e Catania adatti agli studi modellistici.

Negli agglomerati industriali delle zone di Termini Imerese e di Siracusa, invece, l’indice IAATO indica che le centraline risultano essere singoli punti di misura. Negli agglomerati industriali di Ragusa e Gela, invece, insistono sottogruppi di centraline di riferimento che consentono una rappresentatività di una parte delle aree territoriali che caratterizzano la zonizzazione di appartenenza.

Per quanto riguarda la zona di Milazzo, soltanto per l’inquinante SOx è possibile individuare un sottogruppo di tre stazioni che è rappresentativo di una limitata porzione areale, mentre nel polo “Augusta-Priolo-Melilli” l’indice IAATO indica che le stazioni di misura sono tutte autoreferenti. Per la zonizzazione definita “altro”, infine, le centraline sono rappresentative delle pressioni ambientali locali, per cui sono tutte da considerarsi singoli punti di misura per il riferimento modellistico.

In allegato il rapporto.

Rapporto-Modello-IAATO

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