Raccolta differenziata nelle Marche 2008-2018

2008-2018 Come è cambiata la raccolta differenziata nelle Marche

Nella regione Marche, è la Sezione Regionale del Catasto Rifiuti istituita presso il Dipartimento ARPAM di Pesaro a monitorare annualmente i dati della produzione dei rifiuti secondo quanto dettato dall’articolo 189, comma 6 del D.lgs. n. 152/2006.

La registrazione e l’elaborazione delle informazioni relative ai rifiuti dei municipi marchigiani viene gestita dall’anno 2004 mediante un software denominato ORSo (Osservatorio Rifiuti Sovraregionale) – di cui le Marche sono state una delle prime regioni partner dopo Lombardia e Veneto – che permette una puntuale storicizzazione dei dati raccolti sulla produzione di rifiuti urbani e la loro elaborazione al fine di valutarne l’evoluzione.

L’indicatore più comunemente diffuso per caratterizzare la gestione dei rifiuti urbani, anche ma non soltanto per la valenza ormai acquisita nella diffusione di pratiche ecofriendly, è la percentuale di raccolta differenziata, espressa attraverso il rapporto tra il rifiuto raccolto in modo differenziato ed il rifiuto totale prodotto, per la quale sono fissati da apposite norme statali di riferimento gli obiettivi annuali minimi da raggiungere (tabella 1).

Tabella 1: andamento nel tempo degli obiettivi di raccolta differenziata stabiliti dalle norme nazionali

A questo riguardo, i dati riferiti al periodo 2008-2018 mostrano un andamento assolutamente positivo, disegnando una regione sempre più green che ha saputo quasi triplicare, nel periodo in esame, la percentuale di raccolta differenziata passando, nel dato complessivo regionale, dal 26,53 al 69,39.
Un andamento, questo, ben visibile nell’infografica sottostante, che rappresenta l’evoluzione della gestione a livello comunale con una scala di colori che va dal rosso (RD < 35%), all’arancio e giallo (35% > RD < 60%) fino al verde (RD > 60%) che qualifica i territori caratterizzati da una corretta gestione differenziata dei rifiuti urbani.

Un andamento, questo, ben visibile nell’infografica, che rappresenta l’evoluzione della gestione a livello comunale con una scala di colori che va dal rosso (RD < 35%), all’arancio e giallo (35% > RD < 60%) fino al verde (RD > 60%) che qualifica i territori caratterizzati da una corretta gestione differenziata dei rifiuti urbani.

Nella decade appena trascorsa, è evidente il virtuoso ribaltamento da una situazione rappresentata quasi totalmente in colore rosso nel 2008 (27 comuni in regola su 239) al quasi completamente verde del 2018 (164 comuni con una percentuale maggiore del 65%).

Analizzando il dato provinciale, ci accorgiamo infatti che nel 2018 tutte le province marchigiane raggiungono e in taluni casi superano ampiamente l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata, con la sola eccezione della provincia di Fermo, che con il 64,97% sfiora l’obbligo appena di un soffio, compiendo comunque negli ultimi due anni un balzo in avanti di quasi 7 punti, e dove la maggior parte dei comuni della Provincia raggiunge, a livello locale, l’obiettivo.

Diversi sono stati i soggetti diretti promotori del miglioramento: in primo luogo i singoli Comuni e i gestori del servizio di raccolta affidatari dei Comuni, la Regione Marche che ha sostenuto la crescita con una serie di interventi normativi locali, senza dimenticare le campagne promosse da CONAI e Legambiente, Enti con i quali, a livello regionale, ARPAM ha sempre collaborato garantendo il proprio supporto tecnico.

Proseguendo nell’analisi dei dati raccolti tramite il sistema ORSo, emerge infine un secondo indicatore, non meno importante del primo, riferito al dato “pro capite”, ovvero ai chilogrammi di rifiuto urbano prodotto a livello di singolo cittadino nel corso di un anno: su scala regionale, tra il 2008 e il 2018, la quantità di rifiuto prodotto è passata da 544 a 522 chilogrammi. Per una puntuale lettura del dato è bene ricordare che fino al 2012 lo spazzamento meccanico stradale non rientrava per legge nel computo totale e che pertanto i valori registrati antecedentemente a tale data risultano inferiori a quelli rapportabili al periodo più recente.

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